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MONDO

Negati visti a 21 persone considerate coinvolte in vicenda Crimea

La Crimea proclama l'indipendenza e torna al rublo. Immediate le sanzioni di Ue e Usa

Al termine di un vertice durato 3 ore, Bruxelles trova l'accordo per negare i visti e congelare gli asset all’estero. Obama: "Mosca si è isolata dal mondo". E dopo il referendum nel quale il 96,6% degli elettori si è pronunciato a favore della secessione dall'Ucraina, il Parlamento di Crimea ha votato formalmente per l'indipendenza e ha chiesto l'annessione alla Russia

 

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La Crimea dopo il voto
Il giorno dopo il referendum nel quale il 96,6% degli elettori si è pronunciato a favore della secessione dall'Ucraina, i 28 ministri degli Esteri dell'Ue hanno concordato a Bruxelles di infliggere sanzioni a 21 personalità russe ed ucraine considerate coinvolte nell'intervento di Mosca in Crimea. Tra le misure la negazione dei visti e il congelamento degli asset detenuti all'estero. Ulteriori misure seguiranno nei prossimi giorni, ha chiarito il ministro degli Esteri lituano, Linas Antanas Linkevicius.

Sanzioni Usa e le parole di Obama
E anche il presidente Usa Barack Obama ha stabilito per decreto sanzioni economiche e congelamento dei beni ai danni di diversi alti funzionari russi, tra cui stretti collaboratori di Vladimir Putin e lo stesso ex presidente ucraino Ianukovich. Lo rende noto la Casa Bianca. Tra loro Vladislav Surkov, Sergey Glazyev e il parlamentare della Duma, Leonid Slutsky. "Contro Mosca c'è l'isolamento internazionale. Nessuno riconosce il referendum in Crimea", ha detto il presidente americano: "Ulteriori provocazioni non avranno alcun effetto, se non quello di isolare ancora di più Mosca e ridurre il suo ruolo al livello mondiale". 

Le sanzioni Ue 
Al termine di un vertice durato tre ore i 28 hanno raggiunto un accordo sulla lista nera iniziale delle 21 personalità da colpire. "Il Consiglio Affari Esteri ha concordato sulle sanzioni, divieto di viaggio e congelamento di beni, contro 21 funzionari, 13 russi e 8 ucraini di Crimeai", che hanno cointribuito all'invasione della penisola e al referendum di domenica che ne ha sancito l'annessione alla Russia, ha spiegato il lituano Linkevicius su Twitter. Il ministro ha aggiunto che le ulteriori misure saranno adottate giovedì e venerdì quando a Bruxelles si riuniranno i capi di Stato. L'attesa è per un allargamento della lista nera, includendo membri dell'inner circle di Vladimir Putin. La Francia intanto, fa sapere una fonte del ministero degli esteri russo, ha rinviato la visita a Mosca di due ministri, il titolare degli Esteri Laurent Fabius e quello della Difesa Jean-Yves Le Drian, in programma martedì.
Sono 21 i destinatari delle sanzioni varate dall’Ue nei confronti di funzionari russi e ucraini coinvolti nell'annessione della Crimea. Si tratta di 8 ucraini, tra cui il premier della Crimea, e 13 russi, tra cui il vicepresidente della Duma. Per loro divieto di concessione di visto e congelamento dei beni.
Ecco l’elenco dei destinatari dei provvedimenti:
gli ucraini Sergey Aksyonov, premier di Crimea; Vladimir Konstantinov, presidente del Parlamento di Crimea; Rustam Temirgaliev, vicepremier di Crimea; Deniz Berezovskiy, comandante delle Marina di Crimea; Aleksei Chaliy, sindaco di Sebastopoli; Pyotr Zima, capo servizi segreti (Sbu) di Crimea; Yuriy Zherebtsov, consigliere del presidente del Parlamento di Crimea, uno degli organizzatori del referendum per l'annessione alla Russia di domenica; Sergey Tsekov, vicepresidente del Parlamento della Crimea.
I russi: Viktor Ozerov, presidente della commissione Difesa del Senato; Vladimir Dzhabarov, primo vicepresidente della commissione Esteri del Senato; Andrei Klishas, presidente commissione Affari Costituzionali del Senato; Nikolai Ryzhkov, senatore; Evgeni Bushmin, vice presidente del Senato; Aleksandr Totoonov, senatore; Oleg Panteleev, deputato; Serghei Mironov, deputato; Serghei Zheleznyak, vice presidente della Duma; Leonid Slutski, deputato; Aleksander Vitko, ammiraglio comandante della Flotta Russa del Mar Nero a Sebastopoli; Anatoly Sidorov, generale comandante delle forze occidentali; Aleksandr Galkin, generale comandante delle forze meridionali.

Mogherini: "Tenere aperto il dialogo con la Russia"
"La nostra priorità e il nostro obiettivo è evitare che la Russia cada nelle proprie tentazioni
di isolamento internazionale", ha detto il ministro degli esteri, Federica Mogherini, commentando le conclusioni del Consiglio esteri che ha varato misure mirate contro 21 politici e militari, "13 russi e 8 ucraini" di Crimea, responsabili di azioni che hanno minato l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina. 

Gorbaciov contrario alle sanzioni
"Per dichiarare le sanzioni ci deve essere un motivo molto serio ed esse devono essere appoggiate dall'Onu", ha dichiarato alle agenzie russe. Lo ha detto l'ex presidente sovietico e premio Nobel per la pace Mikhail Gorbaciov commentando l'esito del referendum in Crimea. "L'espressione della volontà del popolo della Crimea, e anche la sua possibile annessione nella Federazione Russa come regione, non possono servire da motivo per le sanzioni", ha sottolineato.

Il Parlamento di Crimea vota per l'indipendenza
Il Parlamento di Crimea ha votato formalmente per l'indipendenza e ha chiesto l'annessione alla Russia. Secondo quanto riferito dal Parlamento, convocato in seduta straordinaria, 88 dei 95 deputati hanno votato a favore della dichiarazione, nella quale si dice anche che le autorità di Crimea hanno ora il pieno controllo delle istituzioni e delle proprietà della penisola.

Kiev si mobilita: le nostre truppe restano in Crimea
Il presidente ucraino ad interim Oleksandr Turcinov, alla notizia della proclamazione di indipendenza, ha annunciato in Parlamento di aver firmato un decreto per la "mobilitazione parziale" a causa della situazione di crisi in Crimea. I militari ucraini, ha fatto intanto sapere il ministro della Difesa di Kiev, resteranno nella penisola nonostante il referendum.

Intanto, il ministro degli Esteri dell'Ucraina, Andriy Deshchytsya, ha fatto visita al quatier generale della Nato a Bruxelles, dove ha incontrato il segretario generale Anders Fogh Rasmussen e ha presentato una lista di richieste di equipaggiamenti tecnici dei quali il suo governo dice di avere bisogno per affrontare la secessione della Crimea e l'incursione delle forze russe nella penisola. Non è chiaro di che tipo di equipaggiamento si tratti. Deshchytsya fa sapere che con Rasmussen ha "discusso della nostra possibile cooperazione nel campo dell'invio di osservatori in Ucraina".

Il Cremlino ha "paura" di un'Ucraina "democratica" ed "europea", ha affermato poi Turcinov. "Il governo russo - ha detto Turcinov - sogna di ricostruire l'impero. Sono in panico per l'esempio dell'Ucraina, dove il popolo ha cacciato un regime totalitario. Il Cremlino ha paura dell'Ucraina democratica, europea e prospera che stiamo costruendo. Questo - ha concluso - è il vero motivo dell'aggressione". 

Moneta ufficiale: il rublo
Il Parlamento di Simferopoli ha anche deciso che la moneta ufficiale della Repubblica di Crimea è il rublo. Le forze dell'ordine e gli apparati dello stato resteranno in carica fino all'adozione della nuova costituzione. Dal 30 marzo cambierà anche l'ora legale: sarà quella di Mosca (due ore avanti rispetto a quella di Kiev oggi in vigore).

Il referendum "scontato"
Inutile dire che l'esito del referendum era scontato. Il 96,6% della popolazione della penisola russofona, pari a 1,2 milioni di persone, ha votato a favore della riunificazione con Mosca e per la secessione dall'Ucraina. I risultati sono stati resi noti in un tweet al termine dello scrutinio da Mikhail Malishev, capo della commissione elettorale locale. "I risultati del referendum - ha detto a Mosca il vicepresidente della Duma, Serghej Neverov - indicano chiaramente che i residenti di Crimea vedono il loro futuro come parte della Russia". Per la prima volta dal crollo dell'Unione Sovietica, la Russia è tornata a ingrandire il proprio territorio. 

La Borsa di Mosca apre positiva
Il referendum in Crimea ha evidentemente fatto bene alla Borsa di Mosca che ha aperto inaspettatamente in territorio positivo. Dopo le fibrillazioni dei giorni scorsi in cui il mercato borsistico russo sembrava temere le sanzioni economiche alla Russia, oggi in apertura di seduta l'indice Micex (che è scambiato in rubli) è aumentato del +2,4% a 1.266,3 punti e l'indice RTS (in dollari) ha guadagnato il 2,5% a 1.088,7 nei primi scambi (alle 10:01 ora di Mosca). A causa dell'incertezza sulle misure che l'Occidente adotterà come reazione all'annessione russa, gli analisti si attendevano invece un cedimento del mercato.