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Coronavirus

"Vaccino non prima del 2022"

Coronavirus, Crisanti: "Urgente un sistema di sorveglianza attiva"

"Se la App Immuni funzionasse a perfezione e venisse scaricata dal 90% degli italiani, oggi con 10-12.000 casi dovrebbe mandare 150.000-200.000 messaggi al giorno e non c'è sistema che è in grado di gestire questo"

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"Convivere col virus significa portarlo al livelli trasmissione bassa in modo da mantenere una qualità di vita decente e portare avanti l'economia. Si fa solo interrompendo le catene di trasmissioni, ma con 10-12.000 casi al giorno nessun sistema è in grado di farlo". Lo ha detto Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia dell'Università di Padova, intervistato durante Agorà, su Rai 3, sottolineando che "se la App Immuni funzionasse a perfezione e venisse scaricata dal 90% degli italiani, oggi con 10-12.000 casi dovrebbe mandare 150.000-200.000 messaggi al giorno e non c'è sistema che è in grado di gestire questo".  Con la capacità che abbiamo" tra 1.500 e 2.000 casi al giorno già non siamo più in grado di fare il tracciamento. Saltata la soglia non funziona più niente. La Lombardia ha avuto l'onestà di dirlo". 

Coprifuoco in Lombardia passo che va tentato 
Il coprifuoco introdotto in Lombardia "è un passo, per evitare la chiusura generalizzata, che va tentato". D'altronde "tutte le misure che diminuiscono i contatti un effetto lo avranno e così sarà anche per le misure prese da Governo". Ma "la questione non è contenere i contagi, bensì tenerli bassi dopo che li avremo abbassati", ha detto Crisanti ad Agorà. Il problema, ha sottolineato, "non è adottare restrizioni, perché una volta adottate sappiamo che prima o poi funzionano, come abbiamo visto con il lockdown. Bisogna invece fare investimenti per mantenere bassi i contagi altrimenti andremo sue giù in un'altalena defaticante. E siamo solo a ottobre". A proposito di investimenti, per Crisanti, "in questi 5 mesi in Italia non sono stati fatti quelli necessari sul territorio". Così come non si è fatto abbastanza sul testing. Basti pensare, ha concluso, che "la Cina per 15 casi ha testato 11 milioni di persone".

Troppi pochi isolati rispetto a positivi 
"A fare paura" non è solo il rapporto, crescente, tra tamponi effettuati e persone positive, ma anche "il rapporto tra casi positivi e casi in isolamento, che è indice della capacità di controllare le catene di trasmissione. Questo dato oggi in Italia è terribilmente basso, perché per ogni persona positiva ce ne dovrebbero essere 7 o 8 isolate. Ciò significa che il sistema di tracciamento sul territorio non funziona", ha detto ancora Crisante ad Agrà.  Uno dei modi per ridurre la trasmissione è quello di tracciare anche i contatti indiretti di persone positive al coronavirus e che oggi, in Italia, non sono soggetti a misure."In un mondo ideale - aggiunge - andrebbero testati anche quelli, ma non riusciamo a testare neppure quelli diretti, figuriamoci quelli indiretti".

Vaccino per tutti non prima del 2022
"Non penso che se ne parli prima del 2022, prima che tutti quanti possano avere accesso a un vaccino che funzioni", ha detto Crisanti. "Il vaccino - ha precisato il virologo - viene registrato per fare delle somministrazioni che sono inizialmente limitate nello spazio e nel tempo proprio per verificare se le caratteristiche di sicurezza sono confermate sul campo. Dopodiché viene prodotto su larga scala".

Urgente sistema di sorveglianza attiva
E' urgente in Italia creare un sistema di sorveglianza attiva dei casi di Covid-19 per non danneggiare l'economia: lo rileva Andrea Crisanti, dell'Università di Padova, in un documento pubblicato da Lettera 150. Con le misure restrittive dell'ultimo Dpcm, scrive, "si persiste nell'errore di non chiedersi come, ridotto il contagio con misure progressivamente restrittive, si faccia a mantenerlo a livelli bassi". Inoltre "la mancata risposta a questa domandaci condannerà a una altalena di misure restrittive e ripresa di normalità che avrà effetti disastrosi sull'economia, l'educazione e la vita di relazione", aggiunge. "Il migliore investimento per supportare l'economia e migliorare la qualità della vita che si può e si deve fare ora  è quello di creare un sistema di sorveglianza attiva in grado di farci convivere con bassi livelli di trasmissione virale", scrive ancora Crisanti su Lettera 150.  

"L'incalzare delle notizie sul numero dei contagi in continuo aumento - si legge ancora - mi riporta con la memoria al mese di agosto, quando ho condiviso con esponenti del governo analisi di scenari futuri che mi hanno indotto a formulare un piano di sorveglianza nazionale poi portato all'attenzione dei ministri competenti e del CTS . L'obiettivo era quello di dotare l'Italia di un sistema di sorveglianza attiva in grado di bloccare sul nascere i focolai di trasmissione di Sars Covid2", mantenendo la circolazione del virus a livelli bassi.  "Il razionale di questa proposta - scrive Cridanti - si basava sulla nozione che le metodiche attuali di tracciamento contatti sono laboriose, difficilmente scalabili e facilmente saturabili viceversa l'approccio utilizzato nella cittadina di Vo e poi applicato in molte altre situazioni anche in Italia è estremamente efficiente e con effetti duraturi". 

L'esperto rileva nel documento che  "ognuno di noi vive in una rete tridimensionale di relazioni i cui piani ad esempio possono essere la scuola, il lavoro, i vicini di casa, gli amici e i parenti con interazioni sia orizzontali che verticali. Quando s iidentifica una persona contagiata, se si testano tutti coloro che fanno parte di questo spazio di relazioni, si trova con elevata probabilità in questo spazio di relazioni l'origine del contagio, colui che ha trasmesso l'infezione cosi pure chi eventualmente ne è stato contagiato bloccando in questo modo la catena di trasmissione (network testing)".     
Citando l'esempio della Cina, che "pochi giorni fa, per eliminare un focolaio di 10 casi, ha effettuato 10 milioni di tamponi in un giorno", Crisanti rileva infine che "il vantaggio competitivo di una economia oggi passa principalmente attraverso la tutela della salute pubblica".