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POLITICA

Il rebus della crisi

Governo, trattativa Pd-M5S 'stop and go'. Conte: "Di Maio non ha chiesto il Viminale"

Salta il vertice di questa mattina, M5S vuole chiarezza sulla posizione Dem su Giuseppe Conte. Delrio lancia un appello: "Torni il dialogo". Zingaretti convoca la cabina di regia del Pd. Poi, poco prima che Mattarella dia il via alle nuove consultazioni, il clima si distende: ok apertura Pd su ruolo Conte, sì a dialogo su programma e temi, fanno sapere i Cinquestelle

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E' il giorno delle nuove consultazioni del presidente Mattarella e la trattativa tra Pd e M5s per formare un governo viaggia a "stop and go".

Solo poco prima che il capo dello Stato dia il via alle consultazioni, la giornata inizialmente segnata da tensioni e incertezza sul prosieguo delle trattative tra i due partiti, sembra virare in positivo. E' Giuseppe Conte a disincagliare la situazione. Con una nota, Palazzo Chigi assicura che "Di Maio non ha chiesto il Viminale". E a stretto giro di posta arriva il commento del capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci: la precisazione che Luigi Di Maio non ha chiesto il ministero dell'Interno "mi sembra un segnale positivo". La trattativa è ripartita? "Diciamo che sono più ottimista", è la chiosa.

Il Movimento apre subito: "Accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Giuseppe Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi", scrive in una nota, sottolineando che il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, "in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell'apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità".

E' il capogruppo al Senato del Pd Marcucci che, a tardo pomeriggio, annuncia una riunione con i capigruppo M5S: "Riprende il tavolo del programma e alle 18 ci vediamo con i nostri colleghi capigruppo del M5s alla Camera" dice lasciando il Nazareno, dove si è tenuta la cabina di regia convocata da Zingaretti. Dalla riunione dei capigruppo, si apprende, uscirà un documento comune.

Marcia compatto, il Pd, nelle ore decisive della trattativa, a riservarsi il ruolo di outsider è Carlo Calenda: "Sono stato zitto, come promesso, fino all'inizio delle consultazioni. Ma ora basta. Lo spettacolo è indecoroso. Oggi iniziano e noi stiamo prendendo da giorni schiaffi da Di Maio e soci. C'è un democratico rimasto che si ribelli ai diktat su Conte e a un negoziato che non ha toccato un tema vero. #Basta. Calarsi le braghe non si può. Il tempo scadeva ieri. #Basta, ritrovate un po ' di orgoglio diamine!!", scrive su Facebook..

Toninelli: accordo col Pd non semplice ma siamo a un bivio
"Luigi in primis e tutto il M5S stanno lavorando per il bene del Paese. Accordarsi col Pd? Non è semplice e ve lo dice chi ha condotto in prima linea la battaglia per salvare la Costituzione dall'attacco di Renzi. Ma oggi la situazione è diversa- scrive su Facebook il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli -. Siamo di fronte a un bivio. Da una parte c'è il rischio dell'abisso per l'Italia con l'aumento dell'Iva nel breve termine e un governo con Berlusconi di nuovo protagonista, magari addirittura nella veste di presidente della Repubblica nel medio termine. Dall'altra parte la possibilità di scrivere a quattro mani un accordo con il Pd di Zingaretti, in cui le parti, pur radicalmente diverse, possano vincolarsi ai punti in esso contemplati".

"Il Pd deve fare chiarezza sui beni comuni"
"C'è la possibilità di scrivere a quattro mani un accordo con il Pd di Zingaretti, in cui le parti, pur radicalmente diverse, possano vincolarsi ai punti in esso contemplati. Punti che il M5S, per voce di Luigi, ha ben descritto dopo il primo giro di consultazioni- scrive ancora Toninelli-. Punti su cui il Pd si deve ancora esprimere con piena chiarezza. Tra questi uno lo vedo come fondamentale, avendolo seguito direttamente, con l'aiuto dei portavoce M5S. Parlo dell'impegno che dobbiamo portare avanti nella tutela dei beni comuni, anche attraverso la revoca delle concessioni, in particolare quelle autostradali, dietro le quali vi sono colossi con una potenza finanziaria mostruosa, che se solo osi nominare ti mettono contro l'intera macchina mediatica per distruggerti".

Pd: Di Maio insiste, vuol essere vice premier
"Luigi Di Maio insiste nel chiedere la vice presidenza del Consiglio alla quale aggiungerebbe una delega, forse la Difesa (ma, fa sapere la segreteria Pd, per quest'ultima non risultano richieste da parte 5S, ndr)", affermano fonti parlamentari del Pd. "Così facendo vuol ripetere lo schema che ha portato al fallimento la precedente esperienza del governo, con la tenaglia dei due vice premier su Giuseppe Conte. Una richiesta, aggiungono le stesse fonti, "che non è stata smentita" da Di Maio.

E' questo lo scoglio che resta all'orizzonte e che potrebbe non aver messo fine a una giornata iniziata in salita.

Una giornata iniziata in salita
Con il M5S che fa saltare il vertice con la delegazione Dem. "Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l'ok all'incarico a Conte. Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte", recita la nota dei pentastellati. "Torni il dialogo, non c'è tempo da perdere. Il Paese aspetta risposte serie, non ci interessa discutere di posti e poltrone", è l'appello del capogruppo Dem alla Camera Graziano Delrio, uscendo dalla riunione con i big del partito. "Non c'è alcun veto" su Conte, ribadisce. Poi, alla domanda se Conte debba trattare al posto di Di Maio, Delrio risponde: "Qualcuno prenda in mano la situazione. Basta con le ambizioni personali".  A ogni modo, se la trattativa si è arenata, la responsabilità è dei 5 Stelle: "Chi ha interrotto il dialogo - ha indicato Delrio - non siamo stati  noi, la riunione è stata annullata da loro".

Rassicurazioni arrivano da parte M5S: "Non mi risulta che la trattativa sia saltata. Si va avanti, una cosa per volta",  ha commentato il capogruppo alla Camera dei Cinque Stelle, Francesco D'Uva. "Che Conte non sia il punto è un grandissimo passo avanti, un'ottima notizia".

Il retroscena dello stallo
Secondo il Pd, la trattativa è incagliata sul nodo dei vicepremier e dei ministeri più pesanti. In particolare, spiegano le stesse fonti, considerato Conte come esponente M5S, i Dem dovrebbero avere l'unico vicepremier. Inoltre, per dare un segno di svolta sulla politica economica, la delegazione Pd avrebbe chiesto tutti i ministeri economici. Al momento la delegazione pentastellata avrebbe detto no, invocando per Luigi Di Maio il ruolo di vicepremier e un ministero di peso, come gli Interni. Ma uno dei nodi è proprio il Viminale, che il Pd avrebbe chiesto per un suo esponente (o, al più, una figura terza). La smentita è arrivata da Palazzo Chigi: "In presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle né da Di Maio stesso".

Alle 16, Zingaretti ha riunito la cabina di regia del Pd per assumere le decisioni conseguenti sulla crisi di governo.  Entro quell'ora, erano attese decisioni dal Movimento.



Alle 16 di oggi iniziano le Consultazioni
Il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, non trovandosi a Roma, sarà sentito telefonicamente. ORE 16.00 Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. ORE 17.00 Presidente della Camera, Roberto Fico ORE 18.20 Gruppo Misto del Senato ORE 18.40 Gruppo Misto della Camera


Mercoledì 28 agosto: ORE 10.00 Gruppo parlamentare "Per le Autonomie" (Svp-Patt,Uv)" del Senato ORE 10.30 Gruppo parlamentare di LeU della Camera ORE 11.00 Gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia ORE 16.00 Gruppi parlamentari del Pd  ORE 17.00 Gruppi parlamentari di Forza Italia ORE 18.00 Gruppi parlamentari della Lega  ORE 19.00 Gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle.