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MONDO

Venti di guerra in Ucraina

Crimea, braccio di ferro tra Obama e Putin

Colloquio telefonico di 90 minuti sull'Ucraina tra il presidente russo e quello statunitense. Il Parlamento di Mosca autorizza l'invio di truppe in Crimea. Riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il premier ucraino: "Se la Russia interviene è guerra". Militari russi sequestrano armi dalle basi militari in Crimea

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Vladimir Putin
Mosca
La Russia si riserva di proteggere i suoi interessi in Ucraina. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una telefonata di 90 minuti con il presidente Usa Barack Obama che ha risposto invitando la Russia a far calare la tensione ritirando le sue forze armate e farle rientrare nelle basi in Crimea. È alta la tensione tra Mosca e Washington, nelle ore in cui il Parlamento russo ha autorizzato l'invio di soldati in Crimea. Mentre da Kiev, il premier ucraino avverte: "Se la Russia interviene, è guerra".

La telefonata Obama-Putin
Nella telefonata Obama ha invece espresso la preoccupazione degli Usa per un possibile intervento russo in Ucraina, condannandolo fermamente. Putin si è invece detto preoccupato per le azioni "provocatorie e criminali" degli ultranazionalisti, incoraggiati dalle autorità ucraine. Il presidente americano minaccia: "Le continue violazioni del diritto internazionale causeranno un grande isolamento politico ed economico" e gli Stati Uniti minacciano di non partecipere alle prossime riunioni per il G8. Obama ha aggiunto che il popolo ucraino ha il diritto di determinare il proprio futuro. La Casa Bianca ha quindi ribadito che continuerà a lavorare con urgenza con i suoi partner internazionali per fornire supporto al governo ucraino, tra cui un'assistenza tecnica e finanziaria. A rischio, quindi il G8 di Sochi: anche il Canada, infatti, minaccia di boicottare il summit del prossimo giugno in Russia. Ottawa ha richiamato il proprio ambasciatore a Mosca in seguito alla decisione della Russia di dare il via libera all'operazione militare in Ucraina: "Queste azioni - afferma il premier Stephen Harper - rappresentano una chiara violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. E sono anche una violazione da parte della Russia - aggiunge - dei suoi obblighi derivanti dal diritto internazionale".

La riunione al Palazzo di Vetro
Nelle stesse ore, si è tenuta la riunione del Consiglio di Sicurezza Onu in cui sono intervenuti l'ambasciatore russo, quello ucraino e quello statunitense presso le Nazioni Unite. Mentre quello ucraino ha denunciato la presenza di quindicimila soldati russi in Crimea, quello russo ha sottolineato che la decisione di usare forze armate fuori dalla Russia non è ancora stata presa. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha detto di aver lanciato un appello "al presidente Putin a impegnarsi con urgenza in un dialogo diretto con le autorità di Kiev". La richiesta di Ban Ki-moon è arrivata nel corso della conversazione telefonica con il presidente russo, secondo quanto riporta il Palazzo di Vetro.

L'escalation in Crimea
La Crimea, donata da Nikita Krushev alla sua Ucraina, ha scatenato la crisi. Russofona e filorussa ha visto un'escalation di proteste contro il nuovo governo di Kiev e il rovesciamento di Yanukovich. Prima le manifestazioni. Poi l'irruzione negli uffici del Parlamento, un "premier  della Crimea, Sergiy Aksyonov, le milizie filorusse nelle strade, due aeroporti chiusi. Venerdì sera l'impennata: Kiev denuncia la presenza di 2.000 paracadutisti russi arrivati su 13 aerei militari. Poi sabato, il ministro della Difesa accusa l'invio di altri 6.000 soldati. Da Mosca nessuna conferma ufficiale mentre il "premier" filorusso della Crimea annuncia, che a "proteggere" i principali edifici nella Penisola, sono arrivati i militari russi della flotta sul Mar Nero; intanto sulle corse sono state avvistate navi da guerra russe.

Da questa mattina - rendono noto fonti del ministero della Difesa - alcuni militari russi hanno sequestrato tutte le armi in una base radar e in un'accademia della Marina militare ucraina. I russi - spiegano - hanno  esortato il personale delle due strutture a schierarsi con quelli che hanno definito i "legittimi" leader della penisola. Dalla base radar di Sudak sono stati portati via fucili, pistole e munizioni, caricati su un'auto. Armi sono state prelevate anche dalla struttura per l'addestramento della Marina a Sebastopoli, la città sul Mar Nero che ospita una base della Flotta russa. 

Inoltre, alcuni miliziani armati fino ai denti hanno impedito l'accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea. Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Ai reporter sono anche stati requisiti i giubbotti antiproiettile. Lungo la "linea di frontiera" i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini. 

La diplomazia e la condanna Ue
Lunedì Yulya Tymoshenko sarà a Mosca per discutere della crisi in Crimea. L'altro candidato alla presidenza, l'ex pugile Klitschko, ha invece auspicato l'intervento dell'esercito ucraino. Invece da Bruxelles, l'Alto Rappresentante per la politica estera Ue Catherine Ashton "deplora" la decisione russa di usare le forze armate in Ucraina e giudica "inaccettabile" qualsiasi violazione dell'unità, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina.

Il vicepremier e ministro degli Esteri greco, Evangelos Venizelos, visita oggi l'Ucraina per una missione diplomatica come presidente di turno dell'Ue. Il capo della diplomazia di Atene visiterà prima Mariupol, la città portuale nel sud-est in cui vivono 100.000 greci, e poi si recherà a Kiev dove incontrerà i vertici politici della transizione. La visita era programmata per martedì ma è stata anticipata di due giorni. Venizelos nei giorni scorsi ha proposto la convocazione di una conferenza internazionale sull'Ucraina con la partecipazione di Ue, Russia e istituzioni finanziarie internazionali.