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CULTURA

​Cristiani, ebrei e musulmani insieme: no all'eutanasia

"Storica" dichiarazione congiunta, avanti con le cure palliative  

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Immagine di repertorio
"No all'eutanasia e al suicidio assistito. Avanti sulle cure palliative, tema da diffondere anche nelle università". E' una dichiarazione "storica" quella firmata questa mattina da cristiani, musulmani ed ebrei sul tema del fine vita. Un documento di poche pagine in cui si ribadisce la contrarietà delle tre religioni monoteistiche abramitiche ad eutanasia e suicidio assistito e consegnato direttamente nelle mani di papa Francesco.

"Si tratta solo del primo passo", ha detto mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, durante la conferenza stampa di presentazione alla Stampa Estera, insieme con i rappresentanti delle altre due religioni. "Ora il testo sarà offerto anche alle altre religioni. Abbiamo già avuto contatti, non ufficiali, con buddhisti e induisti".

Durante la presentazione della dichiarazione, più volte si è puntato il dito contro le leggi che regolano il fine vita in alcuni Paesi europei, come Olanda o Belgio, sottolineando come "l'eutanasia non sia altro che un omicidio". "Sono atti - si legge nel testo - completamente in contraddizione con il valore della vita umana e perciò di conseguenza sono azioni sbagliate dal punto di vista sia morale sia religioso e dovrebbero essere vietate senza eccezioni".

Nel documento, poi, si spiega che "le questioni attinenti alla durata ed il significato della vita umana non dovrebbero essere dominio del personale sanitario, la cui responsabilità consiste nel fornire le cure migliori e la massima assistenza al malato". La dichiarazione, inoltre, promuove "una qualificata e professionale presenza delle cure palliative ovunque e per ciascuno" oltre a sostenere "leggi e politiche pubbliche che proteggano il diritto e la dignità del paziente nella fase terminale, per evitare l'eutanasia e promuovere le cure palliative".

"In Italia abbiamo un'ottima legge sulle cure palliative - ha aggiunto Paglia durante la conferenza -, che però è praticamente sconosciuta a tutti". "Dal punto di vista sociale - si legge nelle conclusioni della dichiarazione congiunta - dobbiamo impegnarci affinché il desiderio dei pazienti di non essere un peso non ispiri loro la sensazione di essere inutili e la conseguente incoscienza del valore e della dignità della loro vita, che merita di essere curata e sostenuta fino alla sua fine naturale".