ECONOMIA
Manovra
Def 2014: confermato taglio Irap e Irpef. Un miliardo arriverà dalle banche
Confermato l'aumento in busta paga per i dipendenti. Il ministro dell'Economia Padoan: "In Ue arriviamo con compiti fatti e riforme avviate"

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, insieme con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il sottosegretario Graziano Delrio, ha illustrato alla stampa i contenuti del Documento di economia e finanza (Def) approvato dal Consiglio dei ministri dell'8 aprile. Un Def che taglia le stime di crescita del Paese e rivede al rialzo il deficit destinato, tuttavia, a restare ampiamente sotto il tetto del 3% del Pil imposto dall'Unione europea. In Europa "arriviamo con i compiti fatti e con le riforme avviate ed è una cosa che interessa tutti i paesi dell'Unione europea: il messaggio dell'Italia serve a tutti i paesi": queste le parole del ministro Padoan, nel corso della conferenza stampa. "Questa é una strategia complessiva, frutto di un'azione complessiva dell'azione del governo é avrà successo", ha aggiunto Padoan.
Crescita del Pil dello 0,8%
Per il 2014 si prevede una crescita del Pil, il prodotto interno lordo, dello 0,8%, leggermente più bassa di quella stimata dal governo Letta, leggermente più alta di quella fissata dalle principali organizzazioni internazionali. Secondo il documento del governo l’economia italiana è ancora "fragile" e i risultati della manovra per la crescita si vedranno "nei prossimi due-tre anni".
Rapporto deficit-Pil al 2,6% e disoccupazione
Il rapporto deficit-Pil, invece, è previsto che si attesti attorno al 2,6% (era al 3% nel 2013), scendendo ulteriormente al 2% nel 2015. Nel 2016 il deficit previsto è dell'1,5%. Sul fronte occupazionale, il tasso di disoccupazione è destinato a salire del 12,8% (dal 12,2% del 2013), attestandosi poi nel 2015 al 12,5%. Per scendere sotto il 12% bisognerà aspettare il 2017 (stima 11,6%).
Taglio Irap e Irpef
L'esecutivo ha promesso il taglio del cuneo fiscale con una riduzione dell'Irpef per circa 10 miliardi a regime, pronti a finire in busta paga ai lavoratori dipendenti con redditi lordi inferiori ai 25mila euro, mentre l'Irap dovrebbe scendere del 10% attraverso il contemporaneo aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. La novità, rispetto a quanto anticipato alla vigilia, consiste nel miliardo di euro che l'esecutivo punta a ricavare dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia.
Tassazione al 26%
L'attuale normativa prevede la vendita delle quote (fino a scendere alla soglia del 3%) e, di conseguenza, la realizzazione di una plusvalenza tassata, secondo il decreto Saccomanni, al 12%. Tassazione che dovrebbe, invece, salire al 26%: l’incasso per l'erario passerebbe a quel punto da 1 a 2 miliardi. Un gettito pronto a essere riversato sugli sgravi Irpef, per i quali sono necessari 6,6 miliardi di euro. I proventi delle privatizzazioni, invece, ammonteranno a circa 12 miliardi nel 2014. Gli introiti saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico.
Crescita del Pil dello 0,8%
Per il 2014 si prevede una crescita del Pil, il prodotto interno lordo, dello 0,8%, leggermente più bassa di quella stimata dal governo Letta, leggermente più alta di quella fissata dalle principali organizzazioni internazionali. Secondo il documento del governo l’economia italiana è ancora "fragile" e i risultati della manovra per la crescita si vedranno "nei prossimi due-tre anni".
Rapporto deficit-Pil al 2,6% e disoccupazione
Il rapporto deficit-Pil, invece, è previsto che si attesti attorno al 2,6% (era al 3% nel 2013), scendendo ulteriormente al 2% nel 2015. Nel 2016 il deficit previsto è dell'1,5%. Sul fronte occupazionale, il tasso di disoccupazione è destinato a salire del 12,8% (dal 12,2% del 2013), attestandosi poi nel 2015 al 12,5%. Per scendere sotto il 12% bisognerà aspettare il 2017 (stima 11,6%).
Taglio Irap e Irpef
L'esecutivo ha promesso il taglio del cuneo fiscale con una riduzione dell'Irpef per circa 10 miliardi a regime, pronti a finire in busta paga ai lavoratori dipendenti con redditi lordi inferiori ai 25mila euro, mentre l'Irap dovrebbe scendere del 10% attraverso il contemporaneo aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. La novità, rispetto a quanto anticipato alla vigilia, consiste nel miliardo di euro che l'esecutivo punta a ricavare dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia.
Tassazione al 26%
L'attuale normativa prevede la vendita delle quote (fino a scendere alla soglia del 3%) e, di conseguenza, la realizzazione di una plusvalenza tassata, secondo il decreto Saccomanni, al 12%. Tassazione che dovrebbe, invece, salire al 26%: l’incasso per l'erario passerebbe a quel punto da 1 a 2 miliardi. Un gettito pronto a essere riversato sugli sgravi Irpef, per i quali sono necessari 6,6 miliardi di euro. I proventi delle privatizzazioni, invece, ammonteranno a circa 12 miliardi nel 2014. Gli introiti saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico.