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CULTURA

La città d'arte "Superba" alle porte di Roma

Dietro il muro erbacce e sacchetti di plastica: tutto il degrado del Mausoleo dei Plauzi a Tivoli

La tomba di epoca romana alle porte di Roma, simile a quella di Cecilia Metella sull'Appia antica, è abbandonata, ricoperta di erbacce e inaccessibile. Inoltre, viene periodicamente allagata dalle pompe idrovore che dovrebbero pompare via l'acqua in eccesso in caso di esondazione dell'Aniene. Il tutto succede all'ombra della "lottizzazione Nathan"

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Il mausoleo dei Plauzi a Tivoli
di Carlotta Macerollo
Potrebbe essere una bella area archeologica sul modello dell'Appia Antica: strada ciottolata, verde intorno e resti romani sullo sfondo. Invece il Mausoleo dei Plauzi del I secolo d.C. a Tivoli, città d'arte alle porte di Roma, è coperto di vegetazione e crepe e per di più viene periodicamente allagato da pompe idrovore che tentano di evitare l'esondazione dell'Aniene.

Dalla strada principale, la via Maremmana, inoltre, il Ponte Lucano sotto cui passa l'Aniene, sull'antico tracciato della via Tiburtina, non si vede: è intrappolato e offuscato dal muro di contenimento del fiume, alto quasi due metri.

La costruzione del muro
I problemi principali nella zona del Mausoleo sono legati alla messa in sicurezza dell'area, rispetto al rischio di esondazione del fiume Aniene, per cui è in vigore anche un vincolo ambientale (vincolo R4) che impedisce di costruire. Così nel 2004 è stato eretto da parte dell'Ardis (Agenzia Regionale Difesa Suolo) un muro, soprannominato dai residenti il "muro della vergogna", con lo scopo apparente di proteggere la zona dalle eventuali esondazioni dell'Aniene. "Nonostante il muro - lamentano gli abitanti - ad ogni pioggia di una certa entità, la zona si allaga". Per provare a risolvere il problema, sono state disposte delle pompe idrovore con lo scopo di pompare l'acqua dalla via Maremmana all'interno della zona del fiume, quindi del Mausoleo. In verità, ci spiega Gianni Innocenti, presidente del Circolo Legambiente di Tivoli, "il muro è stato eretto per cercare di eliminare il vincolo R4, di rischio esondazione, e rendere edificabili i 60mila metri cubi, parte della più vasta area del progetto Nathan". Il vincolo però non è mai stato eliminato "perché il muro non è mai stato collaudato", spiega Innocenti. 

L'eliminazione del vincolo R4 rischiava di permettere la lottizzazione a pochi passi dal Ponte Lucano e dal Sepolcro dei Plauzi, e in particolare nella fascia di rispetto di Villa Adriana, dove non si potrebbe costruire, perché è una fascia di protezione stabilita dall'Unesco, la cosiddetta Buffer Zone. Villa Adriana, che è un tesoro unico al mondo, è stata, infatti, scavata solo per metà, pertanto l'Unesco ha imposto la protezione dell'area circostante il sito archeologico.

La "Lottizzazione Nathan"
La cosiddetta "Lottizzazione Nathan" è il complesso edilizio da 191mila metri cubi progettato dall'architetto Paolo Portoghesi per conto di Impreme, società del gruppo Mezzaroma, a poca distanza dalla Villa Adriana di Tivoli. Risale al 1981, anno di prima approvazione: allora era un'area di oltre un milione di metri cubi di cemento. "Adesso siamo arrivati ad un ridimensionamento, 191mila metri cubi, ma questo non ci soddisfa perché il rischio è che l'Unesco che ha messo nel 2012 sotto monitoraggio la Villa di Adriano ci tolga il titolo di 'patrimonio dell'umanità' e questo sarebbe un danno enorme per la città di Tivoli e per l'Italia", sottolinea Innocenti. 

Una battaglia a carte bollate lunga 30 anni
Dopo il 1981, inizia una lunga battaglia a carte bollate che finisce con il pronunciamento favorevole della magistratura amministrativa e conseguente via libera da parte del Comune di Tivoli ad un affare vidimato anche dalla precedente gestione della Regione Lazio. Poi iniziano i ricorsi che rallentano l'operazione, del Wwf Lazio e di Italia Nostra, e il progetto si incaglia negli uffici giudiziari. In ultimo è arrivata la richiesta di chiarimenti da parte dell'Unesco indirizzata al Ministero dei Beni Culturali, il quale ha affidato ad un team di esperti l'incarico di predisporre una relazione sulla faccenda. Relazione che, secondo fonti del ministero, boccerebbe senza mezzi termini la lottizzazione.

Un po' di storia
Il Ponte Lucano sul fiume Aniene a Tivoli e il mausoleo dei Plauzi sono stati rappresentati, fin dal Rinascimento, in innumerevoli quadri e stampe di grandi artisti: dal Piranesi a Salvator Rosa, a Lorrain, Poussein e Corot, solo per citarne alcuni. Adesso l'area una volta magica, purtroppo, appare deturpata: sacchetti di plastica appesi sulle piante intorno al fiume, il casolare medievale occupato da famiglie che ci vivono abusivamente. E pensare che proprio in questo luogo strategico per l'antichità avvenne l'incontro tra Federico I Barbarossa e Papa Adriano IV nel 1155, ultimo papa inglese della storia della Chiesa. In questa occasione i Tiburtini gli offrirono le chiavi della città e Barbarossa, come ringraziamento, concesse loro il privilegio di inserire nello stemma cittadino l'Aquila imperiale. Vicino al ponte e al porto, la gens Plautia costruì un mausoleo che ricorda quello situato sull'Appia, dedicato a Cecilia Metella. 

L'alternativa al muro
Ed è notizia di qualche giorno fa l'incontro del sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti (sostenuto da un gruppo di 8 liste civiche) con il direttore dell'Ardis Mauro Lasagna: hanno effettuato un sopralluogo nella zona di Ponte Lucano, con lo scopo di sottoporre all'ente regionale la situazione idrogeologica della zona e il degrado presente nell'area archeologica del Mausoleo dei Plauzi, aldilà del muro. I due si sono lasciati con la promessa di rivedersi in sede di 'conferenza dei servizi', un modo per velocizzare la conclusione dei procedimenti amministrativi. Una proposta accolta con soddisfazione dal sindaco, che vede la possibilità di trovare un'alternativa al cosiddetto "muro della vergogna".