ITALIA
Gli appunti firmati Parisi e Sacconi
Scajola al segretario Zocchi: "Sì, ho visto gli appunti su Biagi"
Le due lettere passate dal capo della segretaria all'ex ministro sono ora al vaglio della Procura di Bologna che ha aperto un'indagine contro ignoti per omicidio per omissione

"Sì, ho visto l'appunto su Biagi" avrebbe detto Claudio Scajola al suo segretario Luciano Zocchi la sera del 15 marzo 2002, quattro giorni prima dell'agguato delle Br al giusvalorista bolognese. Due note che Zocchi trasmise all'allora ministro dell'Interno dopo essere stato contattato dalla moglie dell'ex ministro del lavoro Sacconi e d'allora direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi. Le carte sono ora in mano ai magistrati della Procura di Bologna, che indagano per omicidio per omissione in merito alla revoca della scorta a Marco Biagi, ucciso il 19 marzo 2002.
A raccontare i dettagli di quei giorni è lo stesso Zocchi sottolineando come il ministro non volle mai parlare della questione. "Ho capito che era a disagio" aggiunge, precisando che gli si "raggelò il sangue" quando un mese dopo Scajola riferì al Senato di non essere mai stato informato sulla vicenda.
Le lettere di Zocchi a firma Sacconi e Parisi
Enrica Giorgetti, moglie dell'ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, segnalò a Zocchi al telefono la relazione dei servizi segreti con le minacce brigatiste, chiedendo di dare la scorta a Biagi. Rischi che poco dopo sottolineò, in un'altra telefonata, anche l'allora direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi. Telefonate che il segretario di Scajola si appuntò e passò all'ex ministro frimandole Sacconi e Parisi.
Scajola a Zocca: "Sì ho visto l'appunto su Biagi"
"Quella sera, attorno alle 21 - dice - mi telefona la batteria del Viminale e mi dice che il ministro mi vuole parlare. Quando me lo passano, Scajola mi chiede come mai conoscessi Parisi e io gli rispondo per via del mio lavoro precedente. Lui mi disse di farlo chiamare per fissare l'appuntamento. Quanto all'altra questione, quella di Biagi, quando io posi il problema lui mi rispose: "sì l'ho vista" e non aggiunse altro. A quel punto chiamai Enrica e le dissi che il ministro aveva visto gli appunti".
A raccontare i dettagli di quei giorni è lo stesso Zocchi sottolineando come il ministro non volle mai parlare della questione. "Ho capito che era a disagio" aggiunge, precisando che gli si "raggelò il sangue" quando un mese dopo Scajola riferì al Senato di non essere mai stato informato sulla vicenda.
Le lettere di Zocchi a firma Sacconi e Parisi
Enrica Giorgetti, moglie dell'ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, segnalò a Zocchi al telefono la relazione dei servizi segreti con le minacce brigatiste, chiedendo di dare la scorta a Biagi. Rischi che poco dopo sottolineò, in un'altra telefonata, anche l'allora direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi. Telefonate che il segretario di Scajola si appuntò e passò all'ex ministro frimandole Sacconi e Parisi.
Scajola a Zocca: "Sì ho visto l'appunto su Biagi"
"Quella sera, attorno alle 21 - dice - mi telefona la batteria del Viminale e mi dice che il ministro mi vuole parlare. Quando me lo passano, Scajola mi chiede come mai conoscessi Parisi e io gli rispondo per via del mio lavoro precedente. Lui mi disse di farlo chiamare per fissare l'appuntamento. Quanto all'altra questione, quella di Biagi, quando io posi il problema lui mi rispose: "sì l'ho vista" e non aggiunse altro. A quel punto chiamai Enrica e le dissi che il ministro aveva visto gli appunti".