CULTURA
Libro edito da Sellerio
Il delitto di Kolymbetra, le indagini del giornalista Lamanna nella valle dei templi

La Kolymbetra è un giardino gestito dal Fai nella valle dei templi. Da anni è meta di un numero sempre crescente di visitatori; questo sito insieme alle bellezze archeologiche, completa e arricchisce il percorso culturale di quanti visitano le vestigia della città greca di Akragas (580 a.C.).
Il passato e la storia di Agrigento sono ancora oggi oggetto di studi e scavi archeologici; negli ultimi anni è stato scoperto il luogo dove è sepolto da duemila anni l’antico teatro greco.
Questi sono i fatti della realtà che lo scrittore siciliano Gaetano Savatteri adopera nel suo ultimo romanzo “Il delitto di Kolymbetra” edito da Sellerio, per fare da quinta alle gesta delle sue creature ormai note al pubblico: il giornalista Saverio Lamanna e l’amico Peppe Piccionello. Lamanna è infatti il protagonista di un precedente romanzo di Savatteri: “La fabbrica delle stelle” del 2016 e di tre racconti brevi: “La regola dello svantaggio”, “Il lato fragile”, “Il fatto viene dopo”.
In questo libro il lettore segue i protagonisti mentre cercano di dipanare la soluzione di un caso di omicidio avvenuto proprio nel giardino della Kolymbetra.
La storia è intricata, si svolge in luoghi incantevoli descritti con sapienza ed è pregna di quell’ironia che rende divertenti ed acuti i dialoghi tra i protagonisti.
L’autore, Savatteri, scrive di un giornalista siciliano essendolo, per cui è ovvio chiedergli se è lui che si cela sotto lo pseudonimo di Lamanna.
Come sempre, in ogni personaggio ci sono molte cose dell'autore - risponde Savatteri. Ma Lamanna è più giovane di me, più scavezzacollo di me, più disincantato e, a differenza di me, è riuscito a smettere di fumare. Lamanna è forse come mi piacerebbe essere da grande o, forse, come mi sarebbe piaciuto immaginarmi da giovane.
E quali sono - chiediamo allo scrittore - le analogie o le differenze con un altro più famoso indagatore nato dalla penna dell’amico Andrea Camilleri?
C'è la Sicilia, e quindi le analogie ci sono. Ma Montalbano è un poliziotto, un investigatore professionista, mentre il mio Saverio Lamanna è un detective casuale che procede senza metodo, usando solo le armi dell'ironia e dell'irriverenza. Il commissario di Camilleri si muove in una Sicilia immaginaria e letteraria, i miei libri sono ambientati in una Sicilia concreta e reale, dove anche molti dei personaggi che incontra hanno i nomi e i cognomi di persone reali.
La Sicilia, Savatteri, oggi rispetto a 20 anni fa e tra 20 anni: come la vedi?
Non so come sarà. Ma certo so che la Sicilia non è, come spesso viene descritta, una terra immobile dove nulla cambia e, se cambia, cambia in peggio. Molte cose sono successe in vent'anni, altre ne succederanno. Di certo la Sicilia non è l'isola migliore del Mediterraneo, ma forse è la più affascinante. E non se ne può fare a meno.
Il passato e la storia di Agrigento sono ancora oggi oggetto di studi e scavi archeologici; negli ultimi anni è stato scoperto il luogo dove è sepolto da duemila anni l’antico teatro greco.
Questi sono i fatti della realtà che lo scrittore siciliano Gaetano Savatteri adopera nel suo ultimo romanzo “Il delitto di Kolymbetra” edito da Sellerio, per fare da quinta alle gesta delle sue creature ormai note al pubblico: il giornalista Saverio Lamanna e l’amico Peppe Piccionello. Lamanna è infatti il protagonista di un precedente romanzo di Savatteri: “La fabbrica delle stelle” del 2016 e di tre racconti brevi: “La regola dello svantaggio”, “Il lato fragile”, “Il fatto viene dopo”.
In questo libro il lettore segue i protagonisti mentre cercano di dipanare la soluzione di un caso di omicidio avvenuto proprio nel giardino della Kolymbetra.
La storia è intricata, si svolge in luoghi incantevoli descritti con sapienza ed è pregna di quell’ironia che rende divertenti ed acuti i dialoghi tra i protagonisti.
L’autore, Savatteri, scrive di un giornalista siciliano essendolo, per cui è ovvio chiedergli se è lui che si cela sotto lo pseudonimo di Lamanna.
Come sempre, in ogni personaggio ci sono molte cose dell'autore - risponde Savatteri. Ma Lamanna è più giovane di me, più scavezzacollo di me, più disincantato e, a differenza di me, è riuscito a smettere di fumare. Lamanna è forse come mi piacerebbe essere da grande o, forse, come mi sarebbe piaciuto immaginarmi da giovane.
E quali sono - chiediamo allo scrittore - le analogie o le differenze con un altro più famoso indagatore nato dalla penna dell’amico Andrea Camilleri?
C'è la Sicilia, e quindi le analogie ci sono. Ma Montalbano è un poliziotto, un investigatore professionista, mentre il mio Saverio Lamanna è un detective casuale che procede senza metodo, usando solo le armi dell'ironia e dell'irriverenza. Il commissario di Camilleri si muove in una Sicilia immaginaria e letteraria, i miei libri sono ambientati in una Sicilia concreta e reale, dove anche molti dei personaggi che incontra hanno i nomi e i cognomi di persone reali.
La Sicilia, Savatteri, oggi rispetto a 20 anni fa e tra 20 anni: come la vedi?
Non so come sarà. Ma certo so che la Sicilia non è, come spesso viene descritta, una terra immobile dove nulla cambia e, se cambia, cambia in peggio. Molte cose sono successe in vent'anni, altre ne succederanno. Di certo la Sicilia non è l'isola migliore del Mediterraneo, ma forse è la più affascinante. E non se ne può fare a meno.