ITALIA
Spunta video dove vittima colpisce assessore
Delitto Voghera. Adriatici spiega a Gip sua versione in 3 ore. Pm chiede convalida arresto
Sabato la manifestazione per ricordare il 39enne ucciso. Si attendono esiti autopsia e rilievi scientifici. Giallo sui fogli di via

Per tre ore l'assessore alla sicurezza di Voghera Massimo Adriatici - accusato di eccesso colposo di legittima difesa -ha spiegato al gip la sua versione in merito all'uccisione di Youns El Boussetaoui. Ora il giudice Maria Cristina Lapi dovrà decidere se convalidare l'arresto e disporre il mantenimento dei domiciliari, come chiesto dalla Procura di Pavia.. "Non volevo sparare, il colpo mi è partito cadendo", aveva detto al pm Roberto Valli - che ha chiesto di convalidare gli arresti domiciliari - e ai carabinieri che all'inizio l'avevano arrestato per omicidio volontario. Se davvero sia andata così potrebbe chiarirlo una perizia balistica che il magistrato disporrà al più presto.
In attesa dei risultati dell'autopsia su Youns Bousseataoui e dei rilievi scientifici intanto si stanno analizzando i filmati delle telecamere piazzate a piazza Meardi per ricostruire quanto accaduto la sera di martedì quando Massimo Adriatici, l'assessore comunale alla Sicurezza in quota Lega, ha sparato con la sua calibro 22 al 39enne. Già nella giornata di ieri è emerso un video ripreso dai sistemi di sicurezza che mostra la vittima colpire con un pugno l'assessore Adriatici che cade a terra. La telecamera però non inquadra il momento dello sparo che resta quindi ancora una circostanza avvolta dal mistero.
Tre testimoni, due dei quali si scorgono nel video, avvalorerebbero la tesi degli inquirenti. Le loro deposizioni sono definite in Procura "coerenti". Per gli inquirenti, non si è trattato proprio di una una legittima difesa, ma di qualcosa che le assomiglia molto: un 'eccesso colposo' di legittima difesa, cioè l'indagato avrebbe calcolato male un pericolo che così grave non era per "imprudenza o imperizia". Di certo Adriatici stava 'tenendo d'occhio' quell'uomo perché poche ore prima al bar Cervino, non lontano dal 'Ligure', il gestore gli aveva detto che la sera precedente El Boussetaoui aveva infastidito alcuni clienti.
La legale dei familiari, Debora Piazza, che aveva assistito El Boussetaoui nei suoi precedenti processi per spaccio e resistenza, protesta perché i congiunti non sono stati informati dell'autopsia e non hanno potuto partecipare con un loro consulente.La Procura si è scusata, non sapeva che esistessero una sorella in Francia, un fratello in Svizzera e un padre a Novara a cui notificare l'informazione. Non è chiaro infine a quando risalgano i provvedimenti di espulsione a carico del senza dimora. La Procura non ne è a conoscenza, i carabinieri "parlano di almeno 3" fogli di via dal 2012 in poi, ma non sanno precisare le date, mentre all'avvocato della famiglia non risultano.
La sorella di Younes continua a chiedere giustizia: "E' stato ammazzato un innocente. Adriatici ha sparato con l'intenzione di ucciderlo, l'ha colpito al cuore. Stava male? Fino a due mesi non stava male, si' gli piaceva vivere all'aperto, in una casa soffocava. Ma solo da poco stava male a livello psichico, non so cosa sia successo". E poi annuncia che sabato pomeriggio ci sarà una manifestazione con parenti e amici davanti al luogo dell'uccisione per ricordare il fratello.
In attesa dei risultati dell'autopsia su Youns Bousseataoui e dei rilievi scientifici intanto si stanno analizzando i filmati delle telecamere piazzate a piazza Meardi per ricostruire quanto accaduto la sera di martedì quando Massimo Adriatici, l'assessore comunale alla Sicurezza in quota Lega, ha sparato con la sua calibro 22 al 39enne. Già nella giornata di ieri è emerso un video ripreso dai sistemi di sicurezza che mostra la vittima colpire con un pugno l'assessore Adriatici che cade a terra. La telecamera però non inquadra il momento dello sparo che resta quindi ancora una circostanza avvolta dal mistero.
Tre testimoni, due dei quali si scorgono nel video, avvalorerebbero la tesi degli inquirenti. Le loro deposizioni sono definite in Procura "coerenti". Per gli inquirenti, non si è trattato proprio di una una legittima difesa, ma di qualcosa che le assomiglia molto: un 'eccesso colposo' di legittima difesa, cioè l'indagato avrebbe calcolato male un pericolo che così grave non era per "imprudenza o imperizia". Di certo Adriatici stava 'tenendo d'occhio' quell'uomo perché poche ore prima al bar Cervino, non lontano dal 'Ligure', il gestore gli aveva detto che la sera precedente El Boussetaoui aveva infastidito alcuni clienti.
La legale dei familiari, Debora Piazza, che aveva assistito El Boussetaoui nei suoi precedenti processi per spaccio e resistenza, protesta perché i congiunti non sono stati informati dell'autopsia e non hanno potuto partecipare con un loro consulente.La Procura si è scusata, non sapeva che esistessero una sorella in Francia, un fratello in Svizzera e un padre a Novara a cui notificare l'informazione. Non è chiaro infine a quando risalgano i provvedimenti di espulsione a carico del senza dimora. La Procura non ne è a conoscenza, i carabinieri "parlano di almeno 3" fogli di via dal 2012 in poi, ma non sanno precisare le date, mentre all'avvocato della famiglia non risultano.
La sorella di Younes continua a chiedere giustizia: "E' stato ammazzato un innocente. Adriatici ha sparato con l'intenzione di ucciderlo, l'ha colpito al cuore. Stava male? Fino a due mesi non stava male, si' gli piaceva vivere all'aperto, in una casa soffocava. Ma solo da poco stava male a livello psichico, non so cosa sia successo". E poi annuncia che sabato pomeriggio ci sarà una manifestazione con parenti e amici davanti al luogo dell'uccisione per ricordare il fratello.