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POLITICA

Che cosa cambia con la nuova legge

Addio province, ecco le Città Metropolitane

Il ddl Delrio riordina gli enti locali. La riforma sarà in vigore dal 2015

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Graziano Delrio
Addio alle province, almeno a come le abbiamo viste finora; un benvenuto alle Città metropolitane e alle Unioni fra Comuni. Sono queste le principali novità del ddl Delrio. Il provvedimento, modificato al Senato e che ora tornerà alla Camera per la conversione in legge, riordina le competenze degli enti locali in attesa che, con una apposita modifica costituzionale, vengano soppresse le province.

Province
Il ddl Delrio, non potendo "cancellare" le amministrazioni provinciali, le svuota di competenze. Il ddl mira a una riduzione dei costi, pertanto prevede un criterio di gratuità per l'esercizio delle funzioni di presidente e consigliere provinciale. I consigli provinciali, infatti, vengono trasformati in assemblee dei sindaci: questi ultimi lavoreranno nei nuovi "enti territoriali di area vasta", percependo esclusivamente le indennità già corrispostegli in qualità di primi cittadini. I presidenti di provincia non saranno più eletti dai cittadini, ma indicati all'interno di un'assemblea formata dai sindaci dei Comuni del territorio di riferimento. Ad esempio, il futuro presidente della provincia di Frosinone sarebbe scelto tra i sindaci dei Comuni del Frusinate e percepirebbe soltanto lo stipendio da sindaco. Le competenze provinciali vengono trasferite a Regioni e Comuni, ad eccezione dell'edilizia scolastica, della pianificazione dei trasporti e della tutela dell'ambiente. Il personale continuerà a lavorare presso gli organi territoriali di riferimento dell'attività svolta, mantenendo retribuzione e anzianità di servizio. Il ddl prevede che questi nuovi enti provinciali prenderanno vita a partire dal primo gennaio 2015. Fino ad allora le province saranno rette da commissari in quanto non si voterà per le rielezioni dei 52 organi provinciali in scadenza nel 2014.

Città metropolitane
Napoli, Milano, Torino, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Venezia e Reggio Calabria diventano Città Metropolitane. A queste va aggiunta Roma, già inquadrata con l'istituzione di Roma Capitale; in futuro anche Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Trieste saranno Città Metropolitane. In totale si tratterà di quindici nuove aree territoriali. Le Città Metropolitane sono un nuovo ente che va a sostituire le province: ricoprirà il territorio della provincia omonima e ne assumerà le competenze. Saranno guidate da un sindaco metropolitano che, a differenza dei presidenti delle "nuove province", potrà anche essere eletto ma solo "previa" l'istituzione di un'apposita legge. Altrimenti, il sindaco metropolitano coinciderà con il sindaco della principale città e non percepirà indennità aggiuntive per l'ulteriore incarico. Altri organi saranno il Consiglio metropolitano, indicato dal sindaco, e la Conferenza metropolitana. Quest'ultima sarà composta dai sindaci dei Comuni appartenenti alla città metropolitana. Il personale delle amministrazioni provinciali, pertanto, confluirà nel nuovo ente territoriale. Il ddl prevede che le Città Metropolitane prenderanno vita a partire dal primo gennaio 2015.