SCIENZA
Dna mostra analogie con i nativi americani
Denti di 31.000 anni fa raccontano la storia delle migrazioni nell'Artico
Le migrazioni degli antichi abitanti della Siberia nello studio delle università di Cambridge e Copenaghen

Un paio di denti da latte di 31.000 anni fa raccontano la storia delle migrazioni nell'Artico dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori.
Appartengono a un nuovo gruppo di antichi abitanti della Siberia, finora sconosciuto, vissuto in quelle remote regioni sul finire dell'ultima era glaciale.
È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature dal gruppo dell'università britannica di Cambridge e dell'università danese di Copenaghen, coordinato da Eske Willerslev.
I denti sono stati ritrovati vicino le rive di Kolyma, nella regione nord orientale della Siberia. Gli antichi abitanti artici riuscirono a sopravvivere alle proibitive condizioni climatiche, cacciando bisonti, mammut e rinoceronti lanosi.
Le analisi dell'antico Dna, condotte grazie al contributo dell'istituto tedesco Max Planck per la scienza della storia umana, e confrontate con campioni di 93 attuali abitanti di Siberia, Alaska e Canada, "mostrano che questi popoli artici sono geneticamente correlati ai nativi americani", spiega Willerslev.
Dalla Siberia, infatti, si sono probabilmente spostati in America attraversando lo Stretto di Bering, a quel tempo gelato, fino a raggiungere l'Alaska.
"Questi antichi siberiani - ha rilevato Willerslev - si sono evoluti nello stesso periodo degli antenati dei moderni popoli euroasiatici, per poi migrare fino a diffondersi in ampie regioni dell'emisfero settentrionale. Possiamo considerarli a pieno titolo - ha concluso - una parte significativa della storia dell'uomo, e un importante pezzo nel puzzle della comprensione delle origini dei nativi americani".
Appartengono a un nuovo gruppo di antichi abitanti della Siberia, finora sconosciuto, vissuto in quelle remote regioni sul finire dell'ultima era glaciale.
È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature dal gruppo dell'università britannica di Cambridge e dell'università danese di Copenaghen, coordinato da Eske Willerslev.
I denti sono stati ritrovati vicino le rive di Kolyma, nella regione nord orientale della Siberia. Gli antichi abitanti artici riuscirono a sopravvivere alle proibitive condizioni climatiche, cacciando bisonti, mammut e rinoceronti lanosi.
Le analisi dell'antico Dna, condotte grazie al contributo dell'istituto tedesco Max Planck per la scienza della storia umana, e confrontate con campioni di 93 attuali abitanti di Siberia, Alaska e Canada, "mostrano che questi popoli artici sono geneticamente correlati ai nativi americani", spiega Willerslev.
Dalla Siberia, infatti, si sono probabilmente spostati in America attraversando lo Stretto di Bering, a quel tempo gelato, fino a raggiungere l'Alaska.
"Questi antichi siberiani - ha rilevato Willerslev - si sono evoluti nello stesso periodo degli antenati dei moderni popoli euroasiatici, per poi migrare fino a diffondersi in ampie regioni dell'emisfero settentrionale. Possiamo considerarli a pieno titolo - ha concluso - una parte significativa della storia dell'uomo, e un importante pezzo nel puzzle della comprensione delle origini dei nativi americani".