MONDO
Germania choc
DETENUTI DDR COSTRETTI A DONARE SANGUE, POI VENDUTO ALL'OVEST
Nuove rivelazioni dagli atti della Stasi, la polizia segreta della Germania comunista: i detenuti erano forzati a donare il sangue, che poi veniva rivenduto a ovest. Ma non è il primo scandalo del genere

"Poveri detenuti", scriveva un informatore della Stasi. "Costretti a donare il sangue, tutti quanti". Non sono le sue parole, ma quelle di un'infermiera che lavorava in una delle carceri nella Germania comunista. Una donna che si era rifiutata di prelevare loro il sangue per l'ennesima volta e che era stata poi intercettata e archiviata da un IM, cioè uno dei migliaia di informatori non ufficiali che spiavano uno Stato intero e riferivano tutto alla famigerata polizia segreta. Il perché? Quel sangue non serviva certo agli ospedali, ma al governo della Ddr, che rivendeva tutto alla Croce Rossa della Germania dell'Ovest per avere in cambio valuta forte nelle casse.
Prigionieri politici sfruttati per la Germania Ovest
A rivelare i dettagli della notizia è l'emittente Ard, che martedì sera l'ha documentata in un reportage. La tramissione (qui, ma in tedesco) prende spunto dal lavoro di Tobias Wunschik, storico che ha raccontato in un libro come l'occidente sfruttava la manodopera a bassissimo costo di detenuti politici della Ddr. Già in passato era emerso che l'Ikea lo faceva. Ora in questo studio salta fuori anche il coinvolgimento di grandi imprese come Volkswagen e Aldi, colosso dei discount in Germania. Ma non solo: si stima che solo nelle carceri femminili della Ddr sono stati prodotti 100 milioni di calze con lo sfruttamento della manodopera, collant poi rivenduti a ovest. E se si sa che erano un centinaio, le imprese tedesche dell'Ovest ad approfittare del lavoro dei carcerati politici, non si sa ancora bene i nomi di tutte quelle che l'hanno fatto.
Il tentativo di insabbiamento
Intanto la Croce Rossa tedesca non ha commentato la notizia, anche se l'ha confermata. Dagli atti della Stasi si legge chiaramente chi abbia fatto e dove queste donazioni forzate di sangue siano avvenute: per esempio, nel carcere di Waldheim, a pochi chilometri da Dresda. O in quello di Grafentoenna, in Turingia. Dagli atti della Stasi emerge anche un dettaglio macacro: la polizia segreta aveva bloccato le donazioni dal carcere di Bitterfeld, nella Sassonia-Anhalt perché i detenuti erano talmente intossicati dal mercurio che il loro sangue era praticamente veleno.
"Sangue della dittatura"
Il sangue veniva poi venduto dal ministero della Salute della Ddr a un commerciante svizzero. Quindi, il trasferimento alla Croce Rossa. A quel punto, sulle provette appariva la scritta: "Donazioni di sangue della Baviera. Croce Rossa". Uno dei responsabili della Croce Rossa ha detto oggi alla Welt: "Ci dispiace confermare una cosa del genere. Ma è chiaro che oggi nessuno comprerebbe donazioni di sangue da una dittatura". Quello che è chiaro, scrivono oggi i giornali tedeschi, che a 25 anni dalla caduta del muro ci sono ancora molte cose da chiarire.
Prigionieri politici sfruttati per la Germania Ovest
A rivelare i dettagli della notizia è l'emittente Ard, che martedì sera l'ha documentata in un reportage. La tramissione (qui, ma in tedesco) prende spunto dal lavoro di Tobias Wunschik, storico che ha raccontato in un libro come l'occidente sfruttava la manodopera a bassissimo costo di detenuti politici della Ddr. Già in passato era emerso che l'Ikea lo faceva. Ora in questo studio salta fuori anche il coinvolgimento di grandi imprese come Volkswagen e Aldi, colosso dei discount in Germania. Ma non solo: si stima che solo nelle carceri femminili della Ddr sono stati prodotti 100 milioni di calze con lo sfruttamento della manodopera, collant poi rivenduti a ovest. E se si sa che erano un centinaio, le imprese tedesche dell'Ovest ad approfittare del lavoro dei carcerati politici, non si sa ancora bene i nomi di tutte quelle che l'hanno fatto.
Il tentativo di insabbiamento
Intanto la Croce Rossa tedesca non ha commentato la notizia, anche se l'ha confermata. Dagli atti della Stasi si legge chiaramente chi abbia fatto e dove queste donazioni forzate di sangue siano avvenute: per esempio, nel carcere di Waldheim, a pochi chilometri da Dresda. O in quello di Grafentoenna, in Turingia. Dagli atti della Stasi emerge anche un dettaglio macacro: la polizia segreta aveva bloccato le donazioni dal carcere di Bitterfeld, nella Sassonia-Anhalt perché i detenuti erano talmente intossicati dal mercurio che il loro sangue era praticamente veleno.
"Sangue della dittatura"
Il sangue veniva poi venduto dal ministero della Salute della Ddr a un commerciante svizzero. Quindi, il trasferimento alla Croce Rossa. A quel punto, sulle provette appariva la scritta: "Donazioni di sangue della Baviera. Croce Rossa". Uno dei responsabili della Croce Rossa ha detto oggi alla Welt: "Ci dispiace confermare una cosa del genere. Ma è chiaro che oggi nessuno comprerebbe donazioni di sangue da una dittatura". Quello che è chiaro, scrivono oggi i giornali tedeschi, che a 25 anni dalla caduta del muro ci sono ancora molte cose da chiarire.