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SPETTACOLO

La sesta edizione dal 4 all'8 ottobre

Padova, al Detour Festival il cinema diventa viaggio

Riconoscimento per Gianni Amelio. Sei film in concorso

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Dal 4 all'8 ottobre, si tiene a Padova, al Cinema PortoAstra, la sesta edizione di 'Detour. Festival del cinema di viaggio', organizzato dall’associazione culturale Cinerama, diretto dal regista Marco Segato e presieduto dal produttore Francesco Bonsembiante. 
 
Detour, primo festival cinematografico di respiro internazionale dedicato al tema del viaggio, propone film provenienti dai principali festival internazionali e mai distribuiti nelle sale italiane: una selezione ricca ed eterogenea di opere cinematografiche che raccontano viaggi, scoperte, esperienze.

Cuore del festival è il concorso internazionale, che vedrà una giovane giuria composta dall’attrice Valentina Lodovini e dai registi Marco Danieli e Andrea De Sica, assegnare un premio per il miglior film alla migliore opera in concorso e un premio speciale al film che meglio avrà interpretato l’idea del viaggio. Ad esso si affiancheranno la sezione Viaggio in Italia, dedicata al cinema italiano, e una serie di proiezioni speciali.

Sei i film in concorso
La selezione del concorso comprende sei film, di cui due documentari, 'China’s Van Goghs' e 'Untitled', confermando l’interesse del Festival nei confronti di un tipo di cinema che nulla ha da invidiare rispetto a quello di finzione. Presentato all’Idfa di Amsterdam e, in Italia, al Biografilm Festival di Bologna, 'China’s Van Goghs', diretto da Yu Haibo e Yu Tianqi Kiki, ci confronta con un esercito di Van Gogh cinesi, paesaggio umano del quartiere di una metropoli cinese ove si lavora a ritmi incessanti per fabbricare riproduzioni esatte dei quadri di Van Gogh, e con il suo protagonista, che viaggia dalla Cina ad Amsterdam per capire e toccare il cuore di ciò che non può essere riprodotto. 'Untitled' è invece il film postumo di Michael Glawogger, uno dei documentaristi più rivoluzionari del cinema contemporaneo, portato a termine da Monika Willi. Privo di una struttura narrativa convenzionale e basato sul materiale girato durante un viaggio di oltre cinque mesi tra Balcani, Italia e Africa Occidentale, Untitled è, secondo le parole del suo stesso autore, «un’opera che intende mostrare il mondo a cui si può dare vita quando ci si affida semplicemente all’istinto e alla propria curiosità».
 
Sono invece quattro i film di finzione. Due provenienti dalla Francia: 'French Tour', che vede Gérard Depardieu affiancato dal giovane rapper Sadek in un viaggio verso il sud della Francia, per la regia di Rachid Djaïdani, e 'Ava', opera prima di Léa Mysius, storia di una ragazzina che, durante le vacanze al mare, scopre di avere una malattia che molto presto le farà perdere la vista. Il turco 'Big Big World', di Reha Erdem, premio speciale della giuria Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, racconta la storia di un ragazzo e una ragazza che fuggono dalla città per rifugiarsi in un bosco sperduto in cui muovere i primi passi da adulti; 'Handle With Care', che verrà presentato al pubblico di Detour dal regista Arild Andresen, racconta la storia di Kjetil, operaio norvegese rimasto da poco vedovo e costretto a prendersi cura da solo del figlio adottivo Daniel. Incapace di adattarsi al ruolo di padre single, Kjetil decide di andare col figlio in Colombia per cercarne la madre biologica.

Premio per Gianni Amelio
Ospite speciale della sesta edizione Gianni Amelio, maestro del cinema italiano, autore di capolavori come 'Porte aperte' (candidato all'Oscar come miglior film straniero nel 1991), 'Il ladro di bambini' (Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes nel 1992), 'Lamerica', 'Così ridevano' (Leone d'Oro a Venezia nel 1998), 'Le chiavi di casa' e il recente 'La tenerezza'. Amelio riceverà il premio 'Padova incontra il cinema' per l’insieme della sua opera, sabato 7 ottobre, dopo un incontro con il pubblico su cinema e letteratura. Il Premio, che accompagna Detour fin dalla prima edizione, vuole omaggiare un regista che ha fatto del viaggio un elemento cardine della propria produzione - un cinema che è costruito su viaggi fisici e materiali che sovente si fanno morali, quasi astratti.