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ECONOMIA

Investitori ingannati

Diamanti, Banco Bpm sospende manager coinvolti nell'indagine

Il Banco BPM ha sospeso il direttore generale Maurizio Faroni ed altri due ex dirigenti. Sono indagati per la vendita ai clienti di diamanti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale

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di Tiziana Di Giovannnadrea
Il Cda di Banco Bpm ha sospeso il direttore generale Maurizio Faroni, indagato nell'inchiesta della Procura di Milano sui diamanti venduti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale. Assieme a Faroni sono stati sospesi in via cautelare dal servizio anche altri due ex manager dalla banca: Pietro Gaspardo e Angelo Lo Giudice.

Ne ha dato notizia con un laconico comunicato la stessa banca:  "Con riferimento a quanto comunicato in data 20 febbraio 2019 il Consiglio di Amministrazione della Banca, in data odierna, ha preso atto dei contenuti del decreto di sequestro preventivo notificato dalla Guardia di Finanza in relazione alla vicenda diamanti, da cui emerge che le indagini in corso da parte della Procura di Milano riguardano alcuni manager o ex manager del gruppo, tra cui il Direttore Generale della Banca, Maurizio Faroni". "Nei suoi confronti, - prosegue la nota - così come nei confronti di Pietro Gaspardo (in precedenza Responsabile Pianificazione e Marketing Retail della Banca) e Angelo Lo Giudice (in precedenza Responsabile Compliance della Banca) il Consiglio di Amministrazione ha disposto la sospensione cautelare dal servizio. Nel ribadire la natura cautelare del provvedimento assunto, la Banca è pienamente confidente nell'operato dell'Autorità Giudiziaria, a tutela di tutti i soggetti coinvolti".

Tra i truffati, vip e volti noti del mondo dello spettacolo, da Vasco Rossi a Diana Bracco, da Simona Tagli a Federica Panicucci.

Nei giorni scorsi il Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Fiananza di Milano aveva sequestrato beni per un valore di oltre 700 milioni di euro. Le banche coinvolte nell'inchiesta sono Banco Bpm, Unicredit, Intesa San Paolo, Mps e Banca Aletti oltre alle due società da cui le banche avrebbero acquistato i diamanti. Le ipotesi di reato sono di truffa aggravata ed autoriciclaggio oltre che di corruzione tra privati.

Gli istituti di credito coinvolti nella truffa dei diamanti avrebbero avuto un ruolo fondamentale di intermediazione tra società intermarket e gli acquirenti della preziosa gemma. Gemme che non si sono rivelate essere del valore effettivo e reale rispetto a quanto asserito dai venditori.