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SPETTACOLO

Cinema

DiCaprio ha 40 anni. Dal "Titanic" a Scorsese, un'ascesa irresistibile

Sembrava essere condannato al ruolo di sex symbol dopo il successo del film di Cameron. E invece, senza paura di spiazzare critica e pubblico, ha iniziato una fase nuova piena di collaborazioni eccellenti

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di Giancarlo Usai
Quando salì sul Titanic, Leonardo DiCaprio aveva solo 23 anni, una manciata di film come protagonista all’attivo e una nomination all’Oscar come “non protagonista” per “Buon compleanno Mr. Grape”. Il successo fu immediato e fuori controllo: il film di James Cameron fece registrare fenomeni di eccitazione generale mai visti prima. File chilometriche fuori dai cinema, mesi di programmazione nelle sale di tutto il mondo, la storia d’amore tra Jack e Rose innalzata a simbolo di tutte le love story, con tanto di svenimenti delle giovani adolescenti alla prima apparizione di Leo dopo un po’ di minuti di pellicola.

I record e la fama incontrollata 
Ma da subito parve anche chiaro che DiCaprio non era il divo usa e getta che le major e le riviste di gossip si aspettavano: mentre “Titanic” frantumava ogni record d’incasso, il suo protagonista si defilava, lasciava a Kate Winslet e a Cameron stesso tutti i red carpet. Il suo atteggiamento remissivo nei confronti dello star system, costretto così a inseguirlo, non piacque a chi quel sistema lo controlla determinandone i risultati (e le premiazioni). Fu nel 1998, infatti, che iniziò la sua tormentata relazione con l’Oscar, sempre sfuggitogli finora. E mentre il kolossal sul transatlantico faceva incetta di statuette, DiCaprio non fu neanche candidato e non si presentò alla serata di gala dell’Academy.

Il difficile post-Titanic
Finita l’ubriacatura post-Titanic e messe insieme alcune scelte successive discutibili (“La maschera di ferro”, ma anche il disastro di critica e pubblico “The Beach”, firmato da Danny “Trainspotting” Boyle), all’inizio del nuovo millennio, neanche trentenne, Leonardo incontra il suo vate, Martin Scorsese. Da lì inizia una collaborazione eccezionale: cinque film, elogi unanimi, la definizione di “nuovo Robert De Niro”. E così, mentre molti suoi colleghi hanno interpretato da giovani un ruolo-simbolo che li ha lanciati e in cui poi sono rimasti inevitabilmente imprigionati, il giovane DiCaprio ci ha messo pochissimi anni ad accantonare il suo Jack Dawson che aveva spezzato il cuore di Rose, oltre a quello di milioni di ragazzine. La cura Scorsese si è fatta sentire anche nel suo stile: capace di passare in modo stupefacente da ruoli da “maledetto” a personaggi più “digeribili” per il grande pubblico, la dote più sorprendente di Leo è stata la sua voglia di sperimentare.

Un curriculum impressionante
Eccolo allora alternare i film del suo regista preferito con quelli di altri grandi vecchi e nuovi autori di culto. Il suo curriculum parla da solo: Woody Allen, Clint Eastwood, Buz Luhrmann, Christopher Nolan, Ridley Scott, Steven Spielberg, fino a Quentin Tarantino che gli ha disegnato addosso il suo primo vero ruolo da “cattivo” in “Django Unchained”. Il prossimo della lista sarà il messicano Alejandro Inarritu: “The Ravenant” è infatti in uscita nel 2015 e sarà il suo prossimo impegno, a un anno di distanza dall’ennesimo Oscar sfiorato nei panni del finanziere ambizioso e criminale di “The Wolf of Wall Street”. Lui insiste nel ripetere che la statuetta non è un’ossessione, che il bello del suo lavoro è vestire sempre nuovi “abiti”, non il calcare i palcoscenici per ritirare premi.

Ma c’è da stare sicuri: se il talento, il coraggio nelle scelte e la voglia di stupire di DiCaprio rimarranno le stesse che lo hanno accompagnato per i primi quarant’anni, nessun obiettivo gli sarà precluso nei prossimi quaranta.