POLITICA
Vince la linea di Renzi sul congresso in tempi rapidi
Direzione del Pd, verso il congresso. Approvata mozione che convoca l'assemblea nazionale
Con 107 voti a favore, 12 contrari e 5 astenuti, passa l'ordine del giorno della maggioranza che punta a un congresso a breve. La minoranza chiedeva tempi più lunghi. Renzi: finito un ciclo, sì a congresso prima delle elezioni

La Direzione del Pd di oggi si è conclusa con la votazione di una mozione con cui è stata convocata l'assemblea nazionale del partito democratico per il prossimo fine settimana al fine di decidere la data del congresso del partito. C'era anche una seconda mozione presentata dalla minoranza del Pd che chiedeva tempi più lunghi prima del Congresso, ma questa seconda mozione non è stata votata.
Non è stato votato il documento firmato da Michele Emiliano e Roberto Speranza, tra gli altri, nel quale si chiedeva il sostegno al governo Gentiloni fino alla scadenza della legislatura e il congresso a partire da giugno, facendo prima una conferenza programmatica. Matteo Orfini ha valutato di non mettere entrambi documenti in votazione, in quanto antitetici tra loro: il via libera all'uno, avrebbe automaticamente escluso l'altro.
La mozione conclusiva ha ottenuto 107 voti favorevoli, 12 voti contrari e 5 astenuti. "Ci vediamo in assemblea". Così il presidente del Pd, Matteo Orfini, ha concluso la votazione della direzione Pd.
È stata una lunga Direzione con due interventi del segretario Matteo Renzi, uno introduttivo ed uno conclusivo, che ha seguito le dichiarazioni di esponenti del governo (Delrio e Orlando), della minoranza interna e dei governatori di Puglia, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Campania.
Da statuto Pd, con dimissioni segretario primarie entro 4 mesi
I tempi del congresso verranno fissati dall'assemblea "secondo le regole", ha spiegato Matteo Renzi, e le "regole" dicono che in caso di dimissioni del segretario il successore va scelto "entro quattro mesi", a meno che l'assemblea non elegga un "nuovo segretario". L'articolo 3 dello statuto del partito spiega infatti che "se il Segretario cessa dalla carica prima del termine del suo mandato, l`assemblea può eleggere un nuovo segretario per la parte restante del mandato ovvero determinare lo scioglimento anticipato dell`assemblea stessa". Quindi, all'articolo 5 si aggiunge che "quando ricorrano i casi di scioglimento anticipato dell`assemblea previsti dall`articolo 3, comma 2, e dall`articolo 4, comma 7, il presidente dell`Assemblea nazionale indice l`elezione entro i quattro mesi successivi". Renzi dovrebbe rassegnare le dimissioni all'assemblea del prossimo fine-settimana e, quindi, a meno che non nascano nuovi assetti di maggioranza in assemblea, le primarie per il successore si dovranno tenere entro metà giugno.
Il primo intervento di Renzi
"Credo che sia buon senso da parte di chi ha responsabilità di conduzione di una comunità accettare l'invito a fare il congresso prima delle elezioni. Io non voglio scissioni e se le voglio le vorrei sulla base di una discussione, se ci dovrà essere una scissione, e io spero di no, che sia senza alibi, non con l'alibi del calendario". Lo ha detto Matteo Renzi, alla direzione nazionale del Pd.
Depersonalizzare il post referendum
"Io mi sono dimesso perché nel momento in cui si perde una sfida è giusto che si paghi pegno di quello che si è perso". Renzi chiede quindi al partito di "depersonalizzare almeno il post referendum". La politica italiana vive "adesso una incredibile situazione, è totalmente bloccata e noi dobbiamo farcene carico", sottolinea.
Basta resa dei conti nel Pd
Matteo Renzi alla Direzione inoltre invita gli esponenti del partito a 'darsi una regolata'. "Se digiti su Google 'resa dei conti Pd' - dice Renzi - "emerge un dato sconvolgente... anche basta, diamoci una regolata tutti insieme".
"Agli amici e compagni della minoranza voglio dire mi dispiace se costituisco il vostro incubo ma voi non sarete mai il nostro avversario; per noi gli avversari sono fuori da questa stanza ed è bene ridirselo con forza e chiarezza in un passaggio pre congressuale", ha detto Renzi.
Renzismo e Trumpismo
"Qualcuno pensa che il congresso del Pd serva per costruire una alternativa al renzismo, a mio giudizio il congresso del Pd dovrebbe costruire una alternativa al trumpismo, al lepensimo, al massimo al grillismo", ha concluso il segretario Pd.
Il passaggio sulle elezioni
Per il segretario Pd, "il voto delle elezioni politiche e le elezioni sono due concetti divisi". "Io non sono più il presidente del Consiglio - ha detto Renzi - non sono il ministro dell'Interno né il Capo dello Stato. Il tema di quando si vota non lo decido io.Il congresso non c'entra con le elezioni. Da qui a un anno a meno di dichiarare guerra a S.Marino si andrà a votare. Facciamoci trovare pronti".
Non aumentare le tasse
"Non possiamo spremere i cittadini", ha detto quindi Matteo Renzi, parlando alla direzione del Pd del fisco. "La riduzione delle tasse sta riportando l'Italia ad essere in condizioni simili agli altri Paesi. Il tema di non aumentare le tasse è un principio di serietà da parte nostra con i cittadini", ha affermato l'ex premier.
In bocca al lupo ai candidati segretari
Renzi ha infine augurato in bocca al lupo ai tre esponenti Pd - il deputato Speranza, e i governatori Emiliano e Rossi - che hanno annunciato che si candideranno alla guida del Pd. "Se vinceranno loro sarò il primo a congratularmi. Sarà affascinante potersi confrontare", ha concluso il segretario.
Gentiloni e i ministri lasciano la direzione
Dopo il discorso di Renzi hanno preso la parola il ministro Delrio, Cuperlo e Bersani. In seguito, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il ministro dell'economia, Piercarlo Carlo Padoan ed il ministro Marianna Madia hanno lasciato la riunione.
Il governatore Emiliano: mi candido, è necessario
Nel corso dei lavori Michele Emiliano, il presidente della Puglia, ha annunciato la propria candidatura a segretario Pd al prossimo congresso.
Speranza a Renzi: la tua diga non regge più
Secondo l'ex capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, la scissione di fatto è già avvenuta. E dice a Renzi che la sua diga non regge più.
Rossi: azione governo Renzi inadeguata
Il governatore toscano, Enrico Rossi, ha chiesto di abbassare i toni e anche lui si candiderà a segretario del Pd.
Non è stato votato il documento firmato da Michele Emiliano e Roberto Speranza, tra gli altri, nel quale si chiedeva il sostegno al governo Gentiloni fino alla scadenza della legislatura e il congresso a partire da giugno, facendo prima una conferenza programmatica. Matteo Orfini ha valutato di non mettere entrambi documenti in votazione, in quanto antitetici tra loro: il via libera all'uno, avrebbe automaticamente escluso l'altro.
La mozione conclusiva ha ottenuto 107 voti favorevoli, 12 voti contrari e 5 astenuti. "Ci vediamo in assemblea". Così il presidente del Pd, Matteo Orfini, ha concluso la votazione della direzione Pd.
È stata una lunga Direzione con due interventi del segretario Matteo Renzi, uno introduttivo ed uno conclusivo, che ha seguito le dichiarazioni di esponenti del governo (Delrio e Orlando), della minoranza interna e dei governatori di Puglia, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Campania.
Da statuto Pd, con dimissioni segretario primarie entro 4 mesi
I tempi del congresso verranno fissati dall'assemblea "secondo le regole", ha spiegato Matteo Renzi, e le "regole" dicono che in caso di dimissioni del segretario il successore va scelto "entro quattro mesi", a meno che l'assemblea non elegga un "nuovo segretario". L'articolo 3 dello statuto del partito spiega infatti che "se il Segretario cessa dalla carica prima del termine del suo mandato, l`assemblea può eleggere un nuovo segretario per la parte restante del mandato ovvero determinare lo scioglimento anticipato dell`assemblea stessa". Quindi, all'articolo 5 si aggiunge che "quando ricorrano i casi di scioglimento anticipato dell`assemblea previsti dall`articolo 3, comma 2, e dall`articolo 4, comma 7, il presidente dell`Assemblea nazionale indice l`elezione entro i quattro mesi successivi". Renzi dovrebbe rassegnare le dimissioni all'assemblea del prossimo fine-settimana e, quindi, a meno che non nascano nuovi assetti di maggioranza in assemblea, le primarie per il successore si dovranno tenere entro metà giugno.
Il primo intervento di Renzi
"Credo che sia buon senso da parte di chi ha responsabilità di conduzione di una comunità accettare l'invito a fare il congresso prima delle elezioni. Io non voglio scissioni e se le voglio le vorrei sulla base di una discussione, se ci dovrà essere una scissione, e io spero di no, che sia senza alibi, non con l'alibi del calendario". Lo ha detto Matteo Renzi, alla direzione nazionale del Pd.
Depersonalizzare il post referendum
"Io mi sono dimesso perché nel momento in cui si perde una sfida è giusto che si paghi pegno di quello che si è perso". Renzi chiede quindi al partito di "depersonalizzare almeno il post referendum". La politica italiana vive "adesso una incredibile situazione, è totalmente bloccata e noi dobbiamo farcene carico", sottolinea.
Basta resa dei conti nel Pd
Matteo Renzi alla Direzione inoltre invita gli esponenti del partito a 'darsi una regolata'. "Se digiti su Google 'resa dei conti Pd' - dice Renzi - "emerge un dato sconvolgente... anche basta, diamoci una regolata tutti insieme".
"Agli amici e compagni della minoranza voglio dire mi dispiace se costituisco il vostro incubo ma voi non sarete mai il nostro avversario; per noi gli avversari sono fuori da questa stanza ed è bene ridirselo con forza e chiarezza in un passaggio pre congressuale", ha detto Renzi.
Renzismo e Trumpismo
"Qualcuno pensa che il congresso del Pd serva per costruire una alternativa al renzismo, a mio giudizio il congresso del Pd dovrebbe costruire una alternativa al trumpismo, al lepensimo, al massimo al grillismo", ha concluso il segretario Pd.
Il passaggio sulle elezioni
Per il segretario Pd, "il voto delle elezioni politiche e le elezioni sono due concetti divisi". "Io non sono più il presidente del Consiglio - ha detto Renzi - non sono il ministro dell'Interno né il Capo dello Stato. Il tema di quando si vota non lo decido io.Il congresso non c'entra con le elezioni. Da qui a un anno a meno di dichiarare guerra a S.Marino si andrà a votare. Facciamoci trovare pronti".
Non aumentare le tasse
"Non possiamo spremere i cittadini", ha detto quindi Matteo Renzi, parlando alla direzione del Pd del fisco. "La riduzione delle tasse sta riportando l'Italia ad essere in condizioni simili agli altri Paesi. Il tema di non aumentare le tasse è un principio di serietà da parte nostra con i cittadini", ha affermato l'ex premier.
In bocca al lupo ai candidati segretari
Renzi ha infine augurato in bocca al lupo ai tre esponenti Pd - il deputato Speranza, e i governatori Emiliano e Rossi - che hanno annunciato che si candideranno alla guida del Pd. "Se vinceranno loro sarò il primo a congratularmi. Sarà affascinante potersi confrontare", ha concluso il segretario.
Gentiloni e i ministri lasciano la direzione
Dopo il discorso di Renzi hanno preso la parola il ministro Delrio, Cuperlo e Bersani. In seguito, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il ministro dell'economia, Piercarlo Carlo Padoan ed il ministro Marianna Madia hanno lasciato la riunione.
Il governatore Emiliano: mi candido, è necessario
Nel corso dei lavori Michele Emiliano, il presidente della Puglia, ha annunciato la propria candidatura a segretario Pd al prossimo congresso.
Speranza a Renzi: la tua diga non regge più
Secondo l'ex capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, la scissione di fatto è già avvenuta. E dice a Renzi che la sua diga non regge più.
Rossi: azione governo Renzi inadeguata
Il governatore toscano, Enrico Rossi, ha chiesto di abbassare i toni e anche lui si candiderà a segretario del Pd.