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Coronavirus

Disastro Covid

Brasile: morti almeno 1.300 neonati. Pazienti intubati senza sedativi perché finiti

La gestione caotica della crisi di Covid-19 da parte delle autorità brasiliane ha fatto sprofondare il Paese in una "catastrofe umanitaria". L'accusa arriva da Medici senza frontiere (Msf)

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Il Brasile, diventato epicentro mondiale della pandemia, continua a registrare ben oltre 3.000 morti al giorno e sempre più under 40 ricoverati in terapia intensiva. Ma l'aspetto più preoccupante riguarda i bambini.

Secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero della Salute, tra febbraio 2020 e il 15 marzo 2021 il Covid-19 ha ucciso almeno 852 bambini fino a 9 anni di età, tra cui 518 neonati. Questo numero sarebbe però superiore oltre il doppio, afferma l'epidemiologa Fatima Marinho, dell'università di San Paolo, poiché a molti bambini deceduti in Brasile non è stato possibile effettuare un tampone, per il semplice motivo che non era disponibile.

La dottoressa Marinho ha preso in considerazione i decessi da sindrome acuta respiratoria - non registrati come Covid - e ha scoperto che sono stati 10 volte superiori rispetto al periodo pre pandemia. Dopo aver fatto alcuni calcoli, è arrivata alla conclusione che dall'inizio dell'epidemia il coronavirus ha ucciso nel suo Paese 2.060 bambini fino a 9 anni, compresi 1.302 neonati.

Pazienti intubati senza sedativi, scorte terminate
E' sempre più drammatica l'emergenza Covid in Brasile, dove si registra una grave mancanza di farmaci per l'intubazione nei centri di salute pubblica nello Stato di San Paolo e non solo. Secondo le autorità sanitarie in questo stato più della metà degli ospedali ha finito le scorte di sedativi.

"Da 40 giorni inviamo lettere al ministero della Salute chiedendo aiuto. Sono farmaci importanti per sedare i pazienti" che devono essere intubati, ha detto il ministro della Salute di San Paolo, Jean Gorinchteyn, in un'intervista a GNews.

Il Brasile registra da mesi un aumento delle infezioni e dei decessi per il Covid. San Paolo, lo stato più popoloso (45,9 milioni), ha una media di 15.000 casi e 773 morti al giorno. Carenze di sedativi sono stati segnalati anche a Rio de Janeiro e nel Minas Gerais, stati anch'essi molto colpiti dalla seconda ondata.

I media locali hanno riferito che in un ospedale di Rio de Janeiro è stato necessario legare alcuni pazienti che, ancora intubati, si sono svegliati proprio per mancanza di sedativi. Il Brasile, 212 milioni di abitanti, mercoledì ha superato la soglia dei 360 mila morti.

Catastrofe umanitaria e mala gestione
La gestione caotica della crisi di Covid-19 da parte delle autorità brasiliane "senza alcuna risposta coordinata e centralizzata" ha fatto sprofondare il Paese in una "catastrofe umanitaria". Il duro j'accuse arriva da Medici senza frontiere (Msf), presente in Brasile dal 1991, che dall'inizio della pandemia ha inviato team sanitari in 8 Stati brasiliani, concentrandosi ora sulle tre regioni settentrionali maggiormente colpite: Rondonia, Roraima e Amazonas.

"L'assenza di volontà politica ad agire in modo adeguato in risposta a questa pandemia è responsabile della morte di migliaia di brasiliani" ha denunciato Msf in un comunicato.

L'Ong ha riferito che durante la settimana del 5 aprile, l'11% delle nuove infezioni da coronavirus nel mondo si sono registrate in Brasile e più di un quarto di tutti i decessi. "Questi numeri sono la dimostrazione dell'incapacità delle autorità a gestire la crisi sanitaria e umanitaria nel Paese e a proteggere i brasiliani dal virus, in particolare quelli più vulnerabili" ha sottolineato Msf.

"In Brasile, le problematiche di salute pubblica sono strumentalizzate dal potere politico. Le misure sanitarie da adottare dovrebbero essere basate su fatti scientifici e invece sono spesso associate ad opinioni politiche, senza fornire strumenti per proteggere gli individui e la loro comunità" ha dichiarato Christos Christou, presidente internazionale di Msf.   

Dall'inizio della pandemia un anno fa, in Brasile il Covid-19 ha causato oltre 360mila morti e 13,6 milioni di contagi, su 210 milioni di abitanti. Nel solo mese di marzo le vittime sono state 66mila, con una media giornaliera di 3mila decessi.