POLITICA
Dal Quirinale
"Cari italiani e care italiane". I discorsi di fine anno dei Presidenti della Repubblica
Dal 1954 ad oggi la trasmissione in diretta televisiva

Una consuetudine della storia italiana, il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. Dal 1954 è sempre stato trasmesso in diretta televisiva.
Einaudi, Segni, Saragat
Il buon anno di Luigi Einaudi nel 1954 è rivolto ad una patria "in fase di sviluppo e perfezionamento". Antonio Segni, nel 1962, si augura che l'anno successivo "accresca il nostro benessere". Giuseppe Saragat nel 1972 si augura che tutti abbiano accesso all'istruzione pubblica e condizioni dignitose di lavoro.
Pertini, Cossiga, Scalfaro
"Non volevo introdurmi nell'intimità della vostra casa - sono le parole ormai celebri con cui Sandro Pertini, nel 1978, si rivolge alla nazione - ma il mio silenzio sarebbe stato male interpretato". Il suo ricordo va alla famiglia di Aldo Moro di cui commenta l'assassinio con queste parole: "Forse non siamo abbastanza attrezzati per affrontare questo terrorismo". Di Francesco Cossiga qui vediamo il primo discorso, del 1985, e quello del 1989 in cui parla della caduta del muro di Berlino. Nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro apre il suo saluto agli italiani con un "mi emoziono".
Da Ciampi a Napolitano
Ad accompagnare l'Italia nel nuovo millennio é Carlo Azeglio Ciampi che l'ultima sera del 1999 dedica un passaggio del suo discorso agli immigrati "venuti dai Paesi poveri" per lavorare o studiare. Si può riascoltare un passaggio della prima volta di Giorgio Napolitano, nel 2006: parlava dei giovani e dei loro timori, soprattutto di non trovare lavoro. Un tema rimasto drammaticamente attuale sette anni dopo, nel primo discorso da presidente rieletto.
Einaudi, Segni, Saragat
Il buon anno di Luigi Einaudi nel 1954 è rivolto ad una patria "in fase di sviluppo e perfezionamento". Antonio Segni, nel 1962, si augura che l'anno successivo "accresca il nostro benessere". Giuseppe Saragat nel 1972 si augura che tutti abbiano accesso all'istruzione pubblica e condizioni dignitose di lavoro.
Pertini, Cossiga, Scalfaro
"Non volevo introdurmi nell'intimità della vostra casa - sono le parole ormai celebri con cui Sandro Pertini, nel 1978, si rivolge alla nazione - ma il mio silenzio sarebbe stato male interpretato". Il suo ricordo va alla famiglia di Aldo Moro di cui commenta l'assassinio con queste parole: "Forse non siamo abbastanza attrezzati per affrontare questo terrorismo". Di Francesco Cossiga qui vediamo il primo discorso, del 1985, e quello del 1989 in cui parla della caduta del muro di Berlino. Nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro apre il suo saluto agli italiani con un "mi emoziono".
Da Ciampi a Napolitano
Ad accompagnare l'Italia nel nuovo millennio é Carlo Azeglio Ciampi che l'ultima sera del 1999 dedica un passaggio del suo discorso agli immigrati "venuti dai Paesi poveri" per lavorare o studiare. Si può riascoltare un passaggio della prima volta di Giorgio Napolitano, nel 2006: parlava dei giovani e dei loro timori, soprattutto di non trovare lavoro. Un tema rimasto drammaticamente attuale sette anni dopo, nel primo discorso da presidente rieletto.