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ITALIA

Il mistero di "Ignoto 2"

Delitto Yara Gambirasio, colpo di scena: spunta il Dna di una seconda persona

La relazione del Ris evidenzia la presenza di una traccia genetica sulla vittima che non corrisponde a quella di Bossetti. Si complica l'inchiesta sulla morte di Yara

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Se la scienza è infallibile non può esserlo a fasi alterne: se il Dna non sbaglia, se è la "prova regina" che certifica la colpevolezza di un sospettato, allora deve valere sempre. Ma per Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l'accusa di aver ucciso con crudeltà Yara Gambirasio, la traccia genetica sembra avere un doppio volto: nessun dubbio, al momento, che il suo Dna nucleare corrisponda con quello di "Ignoto 1", ma con la stessa certezza il suo Dna mitocondriale non combacia con quello del presunto assassino. E questo, dal punto di vista scientifico, è un'anomalia che agli esperti appare inspiegabile.

E c'è di più: leggendo la tabella estratta dalla relazione del Ris si certifica che mista alla traccia biologica della vittima c'è quella di uno sconosciuto che non è Bossetti. Dopo "Ignoto 1" dunque sembra spuntare "Ignoto 2". Un'anomalia messa nero su bianco che complica un caso che sembrava risolto e che pone di fronte alla stessa domanda: Bossetti è l'uomo abitudinario e senza ombre descritto dalla famiglia o il presunto mostro dall'indole "malvagia e priva del più elementare senso d'umana pietà" per il quale si vieta la scarcerazione? La premessa, necessaria, è che gli esperti del reparto scientifico di Parma si sono concentrati su una grande traccia mista, contenente cioè i profili genetici di Yara e di "Ignoto 1", presente sugli slip della tredicenne di Brembate di Sopra, uccisa il 26 novembre 2010.

In particolare di questa hanno esaminano due punti. Da subito l'analisi del Dna mitocondriale estratto da queste tracce "palesava una situazione insolita", si legge nella relazione firmata il 5 gennaio scorso da Carlo Previderè, ricercatore responsabile del laboratorio di genetica forense dell'università di Pavia e incaricato dal pm di Bergamo Letizia Ruggeri di analizzare i capelli e i peli trovati sul corpo della vittima.