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MONDO

Ostruzione alla giustizia

Russiagate, Donald Trump sotto indagine: "E' caccia alle streghe"

Marc Kasowitz, legale del presidente: "La fuga di notizie dell'Fbi è scandalosa, ingiustificabile e illegale"

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Donald Trump reagisce attaccando alle rivelazioni sull'indagine aperta nei suoi confronti per ostruzione alla giustizia. "Hanno inventato una storia falsa di collusione con i russi, trovato zero prove e adesso passano all'ostruzione della giustizia sulla storia falsa. Bello". Così su Twitter il presidente degli Stati Uniti, dopo che il Washington Post ha riferito che l'inquilino della Casa Bianca è indagato da Robert Mueller, il procuratore speciale per il Russiagate. 




Trump: è una caccia alle streghe
Non si è fatta certo attendere la risposta a caldo del tycoon, finito al centro dell’indagine dell’Fbi sulle possibili ingerenze russe nelle elezioni presidenziali e sulle eventuali collusioni tra i membri del suo staff e il Cremlino. “Stiamo assistendo alla singola caccia alle streghe più grande della storia politica americana, condotta da persone malvagie e confuse”, si è sfogato ancora Trump, dopo qualche minuto sul social network. 


L'accusa portò Nixon alle dimissioni
Una situazione delicata, dal momento che si tratta dello stesso reato che portò Richard Nixon alle dimissioni per evitare l'impeachment. L'ipotesi di ostruzione alla giustizia nei confronti di Trump si è rafforzata dopo il licenziamento del capo dell'Fbi, James Comey, che indagava sul Russiagate. Successivamente Comey, in una deposizione al Senato, ha accusato Trump di avergli chiesto di far cadere l'indagine sull'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn.

Le tappe dell'eventuale messa in stato di accusa
Il cosiddetto “impeachment”, o messa in stato di accusa, prevede il rinvio a giudizio del presidente, qualora si ritenga che abbia commesso particolari illeciti nell'esercizio delle proprie funzioni. Ad avviare il procedimento sarà ora la Camera dei Rappresentanti, che ha la funzione di discutere i presupposti dell’accusa ed eventualmente formularla. Si procederà con la nomina di una commissione di inchiesta che stilerà una relazione e poi sarà il momento del voto. In caso di maggioranza favorevole il caso passerà al Senato, che emetterà il suo giudizio. Sarà sufficiente il voto dei due terzi dei senatori a favore della condanna, perché il presidente venga destituito dalla carica e interdetto dai pubblici uffici.