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ITALIA

Rufina (Fi)

Donna sequestrata e abusata dall'ex cognato in un pollaio per un mese. L'uomo è stato arrestato

La vittima era frustata e tenuta legata su una branda metallica. Per mangiare solo acqua e biscotti, veniva liberata un paio di volte al giorno. Poi la fuga. L'uomo avrebbe anche voluto vendicarsi perché l'ex cognata in passato lo avrebbe truffato portandogli via 40 euro

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di Tiziana Di Giovannandrea
Sequestro di persona in concorso, lesioni, violenza sessuale, violenza privata, rapina ed indebito utilizzo di carte di pagamento ai danni di una donna 53enne ex moglie di un suo fratello.

Per questi reati i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pontassieve hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un pluripregiudicato 55enne italiano, già in libertà vigilata, con precedenti per rapina e reati contro la persona, finito in carcere in passato per rapimento di prostitute. L'arresto è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri con la carcerazione presso la Casa Circondariale di Sollicciano, in esecuzione di una misura di custodia cautelare disposta dal gip su richiesta del pm Beatrice Giunti. Il complice, suo fratello, è stato sottoposto all'obbligo di dimora nel Comune di residenza. 

Secondo quanto ricostruito della vicenda, che coinvolge tutti italiani, la 53enne viveva da tempo in una casa popolare col figlio 21enne mentre l'ex marito, gravemente malato, è ricoverato in una Rsa-Residenza sanitaria assistenziale. Ebbene il presunto sequestratore, con la complicità di un fratello, ha attirato nel luogo in cui viveva, in una località isolata del Comune di Rufina, in provincia di Firenze l'ex cognata in quanto ex moglie di un altro fratello.

Con l'inganno il pluripregiudicato ha fatto entrare la donna in un capannone adibito a pollaio condiviso anche da papere dove, dopo averle sottratto la borsa, l'ha picchiata violentemente, anche utilizzando un tubo di plastica, l'ha colpita al volto con un bastone di legno e l'ha legata poi ad una branda di metallo.

Da quel momento, era tra il 3 e 4 settembre scorsi, per la vittima iniziava un vero e proprio supplizio. La donna veniva drogata con sonniferi mischiati a Coca Cola, tenuta segregata e slegata solo un paio di volte al giorno, per pochi minuti, per consentirle di alimentarsi, peraltro ad acqua e biscotti.

Nel corso del sequestro l'uomo le ha tagliato i capelli in modo rudimentale e l'ha costretta a scrivere prima una lettera indirizzata all'ex coniuge per informarlo che si sarebbe trasferita all'estero, in maniera da giustificare la sua sparizione e poi una delega alla compagna dell'ex cognato per poter utilizzare la carta di pagamento della vittima, che percepisce il reddito di cittadinanza.

Dopo alcuni giorni di segregazione, la donna, ormai completamente assoggettata ed atterrita con ferite da percosse e piaghe da decubito, affetta da infezioni, in balia del suo aguzzino, è stata trasferita all'interno della roulotte dell'uomo in un campo circondato da boschi in Val di Sieve dove, per timore di nuove violenze, è stata costretta ha subire varie violenze sessuali. Il presunto sequestratore sarebbe arrivato anche a torturarla, iniettandole acqua a forza in un orecchio.

La tribolazione si è conclusa il 30 settembre quando, approfittando di un periodo di prolungata assenza del suo presunto persecutore, la donna ha trovato il coraggio di scappare, percorrendo quasi 6 km a piedi nei boschi prima di ricevere aiuto da un automobilista di passaggio.

Al che la vittima si è rivolta prima ad un'amica e poi ai Servizi Sociali ed ai Carabinieri, ai quali ha denunciato in lacrime l'accaduto: per lei è stato subito attivato il Codice Rosa e la collocazione in una struttura protetta.

Lei, senza lavoro, percepisce il reddito di cittadinanza. L'ex cognato, secondo i Carabinieri, voleva farla sparire per toglierle la casa e prendere il suo denaro. Tra l'altro sarebbe stato anche un modo per l'uomo di vendicarsi perché l'ex cognata in passato lo avrebbe truffato portandogli via 40 euro. Mentre la vittima era segregata, l'ex  cognato e la compagna hanno preso possesso della sua casa allontanando anche il figlio di lei facendogli credere che la madre non volesse più vederlo e che il padre fosse morto.