MONDO
Il Papa ne ha parlato durante l'incontro con i fedeli in Duomo
Dopo 60 anni le ultime due suore lasciano l'Afghanistan
La notizia riportata da Asia News è stata ripresa da "L'Osservatore Romano". Secondo quanto riportato dai media l'esperienza nel Paese asiatico si sarebbe conclusa per "mancanza di vocazioni"

Le ultime due suore hanno lasciato l'Afghanistan. La notizia riportata nei giorni scorsi da Asia News è stata ripresa da Papa Francesco durante il suo intervento in Duomo. Le religiose a cui ha fatto riferimento il Pontefice sono due Piccole sorelle di Gesù, Marianne e Catherine, rimaste per 60 anni al fianco dei più bisognosi nella città di Kabul.
Le due sorelle hanno lasciato il Paese asiatico - come riporta Asia News - lo scorso febbraio. La motivazione? "Mancanza di vocazioni". "Per tutti questi anni non hanno mai lasciato la capitale - ha raccontato padre Giuseppe Moretti, a lungo cappellano a Kabul - "non durante l’occupazione sovietica, non sotto i talebani e neanche durante i bombardamenti".
A colpire era il loro modo di stare vicine ai bisognosi, "nel silenzio", commenta il sacerdote. Anche con l’arrivo della Nato nel 2002, "hanno sempre rifiutato con gentilezza tutte le interviste. Non solo per non essere prese di mira o considerate spie, ma proprio per via della loro dedizione e riserbo.Tante donne si sono rivolte a loro, in cerca di appoggio, consolazione e forza, e hanno sempre tenuto riservate le loro storie".
Le suore, ha riferito il sacerdote, "parlavano la lingua farsi, vivevano come afghane, dormendo su un tappeto a terra e indossando gli abiti tradizionali". Per questo, le sorelle erano amate e stimate dalla comunità, tanto che negli ultimi anni avevano ottenuto la cittadinanza afghana. E "scherzavano dicendo che non è vero che non esiste più un afghano cristiano".
Le due sorelle hanno lasciato il Paese asiatico - come riporta Asia News - lo scorso febbraio. La motivazione? "Mancanza di vocazioni". "Per tutti questi anni non hanno mai lasciato la capitale - ha raccontato padre Giuseppe Moretti, a lungo cappellano a Kabul - "non durante l’occupazione sovietica, non sotto i talebani e neanche durante i bombardamenti".
#papamilano2017 È la notizia che il Papa ha portato alla ribalta, parlando al clero nel Duomo di Milano https://t.co/xTZoCwYQZF
— Avvenire (@Avvenire_NEI) 25 marzo 2017
A colpire era il loro modo di stare vicine ai bisognosi, "nel silenzio", commenta il sacerdote. Anche con l’arrivo della Nato nel 2002, "hanno sempre rifiutato con gentilezza tutte le interviste. Non solo per non essere prese di mira o considerate spie, ma proprio per via della loro dedizione e riserbo.Tante donne si sono rivolte a loro, in cerca di appoggio, consolazione e forza, e hanno sempre tenuto riservate le loro storie".
Le suore, ha riferito il sacerdote, "parlavano la lingua farsi, vivevano come afghane, dormendo su un tappeto a terra e indossando gli abiti tradizionali". Per questo, le sorelle erano amate e stimate dalla comunità, tanto che negli ultimi anni avevano ottenuto la cittadinanza afghana. E "scherzavano dicendo che non è vero che non esiste più un afghano cristiano".