Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/doppia-fiducia-camera-senato-d8043b4e-9688-44bb-ab94-b05da18a476f.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Legge di stabilità e "salva Roma"

Camera e Senato, doppia fiducia

Giornata piena per il Governo Letta. A palazzo Madama, nel pomeriggio, ultimo passaggio per la legge di stabilità mentre, a Montecitorio si voterà il cosiddetto "salva Roma"

Condividi
(foto archivio)
Roma
Doppio voto di fiducia per una fine d’anno che per il governo si presenta quanto mai caotica. Oggi la Camera dei Deputati è chiamata a votare il tanto discusso decreto “salva Roma” mentre, quasi in contemporanea, a palazzo Madama va in scena, forse, l’ultimo capitolo della legge di stabilità.
 
Un doppio voto di fiducia che va in onda quasi in contemporanea tra Montecitorio e palazzo Madama.

Ancora molti i nodi da sciogliere, specie nel decreto che punta a mettere una "pezza" nei conti capitolini e che si è trasformato in una sorta di diligenza da assaltare e dove infilare le norme più strane, da quelle che riguardano il cambio delle lampadine fulminate dei semafori, sino ai fondi per le ferrovie valdostane.

Molte le questioni aperte e poco il tempo per affrontarle tra scadenza istituzionali e festività in arrivo. Motivi per cui l’esecutivo ha scelto la linea della doppia fiducia, salvando così anche il Natale dei parlamentari messo in pericolo dagli annunci di ostruzionismo targati Lega e M5S.
 
Nonostante la giornata particolarmente affollata e la doppia fiducia però, per la soluzione di alcune questioni particolari, si dovrà attendere almeno il 27 dicembre, primo giorno utile per tornare al lavoro dopo Natale e Santo Stefano. Allo studio del Governo infatti un decreto casa ad hoc con cui intervenire sulle aliquote Tasi dei comuni e, l’idea, di risolvere nel “Milleproroghe” la questione dei cosiddetti “affitti d’oro”, questione che ha fatto infuriare Lega e soprattutto M5S.
 
Altra questione tutt’altro che risolta, e che il governo troverà sul tavolo subito dopo il Natale, quella della risistemazione delle provincie. Disegno di legge appena approvato alla Camera e atteso al Senato e disegno di legge che ha già trovato sulla sua strada molte voci contrarie. Voci a cui si è aggiunta oggi quelle del governatore della regione Lombardia Roberto Maroni: "E' una legge che viola la Costituzione, non si può togliere potere alle Province in questo modo e, come ha detto la Corte dei Conti, aumenta i costi".

Per questa ragione per Maroni non è affatto escluso un ricorso alla Consulta proprio da parte delle Regioni. "Assolutamente sì – ha risposto Maroni ai cronisti che gli chiedevano di possibili ricorsi - studieremo come procedere e mi pare che l'Upi stia pensando a questa strada: ma non lo faremo per mantenere lo status quo ma per fare la riforma nel modo giusto".