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ECONOMIA

I timori nell'Eurozona

La Bce lascia i tassi invariati allo 0,25%. Draghi: "Pronti a misure decisive"

L'Eurotower conferma il dato al minimo storico: 0,25%. Fermo anche il tasso sui depositi. Le previsioni del presidente della Banca centrale: "Inflazione bassa a lungo". E c'è preoccupazione per il rischio di contagio dopo la crisi in Ucraina

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Mario Draghi
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di mantenere invariato il tasso chiave di rifinanziamento al minimo storico dello 0,25%. La scelta è in linea con le attese degli analisti. Fermi anche il tasso sui depositi, allo zero, e quello marginale, allo 0,75%. Le nuove stime macroeconomiche della Bce indicano ripresa moderata e inflazione bassa a lungo, con una graduale accelerazione dei prezzi. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, aggiungendo che i tassi resteranno come sono o scenderanno per un periodo lungo. Inoltre, la Bce è pronta a prendere "ulteriori, decisive misure" se saranno necessarie. Sono anche state riviste lievemente in meglio le stime di crescita dell'Eurozona, portate a 1,2% per il 2014, a 1,5% per il 2015 e 1,8% per l'anno successivo. Le stime di tre mesi fa indicavano un Pil in crescita all'1,1% quest'anno e all'1,5% il prossimo.

Ottimismo per il futuro
La Bce ha anche limato la sua stima per l'inflazione in Eurolandia nel 2014, attesa all'1%. Le stime danno un 1,3% per il 2015 e, estendendosi per la prima volta fino all'anno successivo, un 1,5% per il 2016. Le stime precedenti indicavano 1,1% per il 2014 e 1,3% per il 2015. "Quando guardiamo alla fiducia dei consumatori vediamo che il divario, specie fra Germania da una parte e Spagna e Italia dall'altra, si sta restringendo", ha detto ottimisticamente Draghi. 

Nel valutare le banche europee con gli stress test, "la cosa peggiore sarebbe far finta che i problemi non esistano. Le banche zombie non prestano soldi". Così Draghi spiega poi i motivi per cui gli stress test che farà la Bce prima di assumere la vigilanza dovranno essere rigorosi. Accenno del numero uno dell'Eurotower anche ai rischi geopolitici legati
alla crisi in Ucraina: "Sono notevoli e potrebbero generare conseguenze imprevedibili".