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POLITICA

Palazzo Madama

Il Senato vota sì alla fiducia al Governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e 2 astenuti

Draghi richiama al senso di "responsabilità nazionale" in cui "l'unità non è un'opzione, è un dovere". Il suo non sarà un esecutivo tecnico o del presidente, ma un "governo del paese" e avrà il compito di avviare una "nuova ricostruzione". 15 senatori del M5s votano no, saranno espulsi

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Il governo di Mario Draghi ieri in tarda serata incassa la prima delle fiducie. Il larghissimo sostegno, 262 i sì, sono sostanzialmentne in linea con le previsioni. Sono 40 i voti contrari; a schierarsi contro, oltre ai diciannove parlamentari di Fdi, sono  sei senatori del gruppo misto e quindici Cinque stelle che votano in dissenso con la linea del gruppo. Altri 8 cinquestelle non hanno partecipato alla votazione, due risultano assenti giustificati. Dunque nel Movimento il dissenso non si placa, i dissidenti che hanno votato contro la fiducia al governo Draghi saranno espulsi dal Movimento 5 stelle . Lo confermano fonti del M5s che non lasciano adito a dubbi. Il capogruppo del movimento a Palazzo Madama Licheri aveva comunque avvertito che quella targata 5s non è una fiducia incondizionata: "non dia mai per scontato il nostro sì perché noi, mi permetta questa licenza verbale, le romperemo le scatole", aveva dichiarato in aula.

Il resto dei leader dei partiti di maggioranza ha confermano il pieno sostegno a Draghi. "La Lega c'è" commenta a caldo Matteo Salvini. Il leader leghista continua a mantenere toni low profile, e ribadisce la lealtà del partito: "Abbiamo scelto di esserci, di metterci la faccia. In questi giorni sto incontrando sindaci, governatori, imprenditori, agricoltori e ristoratori che mi chiedono non la polemica politica destra-sinistra tra sovranisti ed europeisti, ma la soluzione dei problemi: salute, lavoro e ritorno alla vita". Salvini glissa anche sulle parole di Draghi sull'euro irreversibile: "Draghi ha sempre ragione", osserva. 

La 'svolta' moderata della Lega viene accolta positivamente dall'alleato Berlusconi: "È certamente un atto di saggezza che anche l'Europa apprezzera'", dice il Cavaliere commentando la 'nuova' linea leghista. Draghi "ha pronunciato un discorso dettagliato, di alto profilo, che guarda al futuro, che delinea un'Italia capace di rialzarsi e di ripartire. Mi sono riconosciuto nel suo discorso", dice Silvio Berlusconi, che rivendica: "Sono le ragioni per le quali abbiamo chiesto la nascita di questo governo e lo sosterremo con impegno e dedizione totale", assicura. 

Non ha dubbi sul sì a Draghi il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: "Dalle sue parole una conferma: l'Italia è in buone mani. Il Pd farà parte di questa sfida". 

Non nasconde la soddisfazione Matteo Renzi: "Draghi ha dato una visione", esulta in Senato. E aggiunge: "A chi ancora oggi si domanda, ma aveva senso aprire la crisi? Rispondo semplicemente sì, ne valeva la pena". Infine rivendica: "Il cambio Conte-Draghi è in assoluto la cosa più difficile, più incredibile e anche più utile al Paese che abbia mai fatto. Sicuramente adesso io conto meno, ma l'Italia conta di più". 

Nessun ripensamento per Giorgia Meloni: "Dopo aver ascoltato da Draghi un intervento di generica visione politica, che evita pero' di calarsi nelle scelte concrete da effettuare, confermiamo il nostro no a questo Governo", spiega. Per la leader di FdI "il governo Draghi e' un governo orientato a sinistra, molto piu' di quanto mi sarei aspettata".

Mario Draghi nel suo intervento programmatico aveva richiamato al senso di "responsabilità nazionale" in cui "l'unità non è un'opzione, è un dovere". Il suo non sarà un esecutivo tecnico o del presidente, il suo è il "governo del paese" e avrà il compito di avviare una "nuova ricostruzione". 



La replica di Draghi: "Cruciale il Parlamento. Governance Recovery al Mef"
E' un Draghi determinato, ma anche emozionato quello che entra nei banchi del governo per la replica davanti al Senato. "Scusate, ma devo ancora imparare" dice il premier nella sua replica, quando gli viene fatto notare che il suo microfono non funziona bene. E poi: "Vi ringrazio per la stima che avete dimostrato, ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti dall'azione di governo da me presieduto". 

Ma il suo discorso poi mette da parte l'emozione e va dritto al sodo, nel tentativo di dare una risposta a tutte le istanze rappresentate dai Senatori nel corso della lunga giornata di lavori in Aula: "Voglio ribadire quanto consideri cruciale il lavoro del Parlamento" e "ho indicato chiaramente come la governance" del Recovery plan "debba essere incardinata nel Mef, con la strettissima collaborazione dei ministeri competenti". Lo ha detto il premier Mario Draghi, nella replica al Senato. Quindi, ha aggiunto Draghi, "il Parlamento sarà informato sull'impianto complessivo del programma" e sugli interventi specifici.



Cultura
Bisogna sostenere la cultura, un "patrimonio che definisce la nostra identità" e dunque vanno rafforzati i ristori per questo settore, ha sostenuto Draghi. "Le restrizioni necessarie a contenere la pandemia hanno messo a dura prova musei, cinema, teatri... La cultura va sostenuta. Il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. La perdita economica è ingente, ma ancor più grande sarebbe la perdita dello spirito". Ha precisato Draghi: "Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati. Serve fare ancora di più. Soprattutto occorre rinforzare le tutele dei lavoratori e utilizzare il patrimonio del Next generation Eu. Il ritorno al più presto possibile alla normalità deve riguardare anche la cultura, imprescindibile per la crescita del Paese". 

Turismo
"Ho accennato alle imprese che potranno non riaprire dopo la pandemia ma una che certamente riaprirà è il turismo, investire nel turismo, sostenerlo non significa buttare via i soldi: quei soldi tornano indietro". "Per un Paese ad alta vocazione turistica come il nostro si tratta di una questione essenziale. Vanno messe in campo misure che permettano alle imprese del turismo di non fallire e ai lavoratori di tutelare i livelli di reddito".

Legalità e sicurezza
"Sulla questione migrazioni la risposta più efficace passa dalla piena responsabilità da parte delle istituzioni europee, permane la contrapposizione tra gli stati più esposti e gli stati del nord-est Europa". "L'Italia propone come concreta misura di solidarietà un meccanismo obbligatorio di redistribuzione di migranti pro quota. Ho detto che senza legalità e sicurezza non ci può essere crescita, senza riportare legalità e sicurezza è molto difficile crescere".

Rischio infiltrazioni malavitose
"C'è un rischio specifico che corriamo, in vista della stagione di ricostruzione: quello delle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia, a seguito della crisi di liquidità che sta interessando diversi settori". "Questo pericolo è costantemente seguito dall'organismo di monitoraggio interforze costituito presso il Dipartimento di pubblica sicurezza, per aggiornare la mappa e le filiere di attività delle mafie. Particolare attenzione viene dedicata ai finanziamenti a favore di imprese e cittadini in difficotà per la crisi pandemica. I prefetti sono stati sensibilizzati a porre la massima attenzione sui fattori di inquinamento dell'economia legale". L'obiettivo, ha sottolineato il capo del Governo, è "anticipare la risposta strutturale dello Stato in termini di prevenzione e contrasto". "E' emerso - ha detto ancora Draghi - che diverse prefetture hanno attivato collaborazioni con camere di commercio e comuni per rendere più efficienti le verifiche sui cambi di intestazione delle attività economiche a causa di possibili infiltrazioni. Speciale attenzione - ha concluso - viene posta al commercio e al settore turistico-alberghiero".

Migranti
"La risposta più efficace e duratura" sul dossier migranti "passa per una piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni europee. L'Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei propone come concreta misura di solidarietà un meccanismo obbligatorio di redistribuzione dei migranti pro-quota". 

Il testo della replica
"Voglio ribadire quanto consideri cruciale la funzione e il lavoro del Parlamento nella sfida che stiamo affrontando. In particolare, in relazione al Programma nazionale di Ripresa e Resilienza più volte evocato nel dibattito parlamentare, ho indicato chiaramente come la governance debba essere incardinata nel ministero dell'Economia e delle Finanze con la strettissima collaborazione dei ministeri competenti per definire e attuare politiche e progetti di settore".

"Confermo che il Parlamento sarà informato in modo adeguato e tempestivo sull'impianto complessivo del programma e sulle relative politiche specifiche di intervento. Ovviamente sono stati sollevati molti temi nel corso del dibattito di oggi e proverò a replicare su alcune questioni puntuali. Spero di coprire almeno gli interventi che mi hanno colpito di più ma certamente mi scuso in anticipo se non dovessi rispondere ad alcune domande.

C'era un punto sull'ambiente e sul concetto di sviluppo sostenibile. Questo è alla base della giustizia tra generazioni che so il Senato sta discutendo nella forma di progetti di legge costituzionale per inserire il concetto nella Costituzione".

"Questo governo conferma l'impegno di andare in questa direzione. Secondo punto sull'ambiente. A proposito dell'impatto ambientale, c'è una legge del 2015 che prevede che ci sia una valutazione ex ante ed ex post delle politiche sul capitale naturale. Il governo conferma il suo impegno su questo punto che d'altronde è in sintonia con le linee guida, anzi segue le linee guida del Pnrr e in accordo con le tematiche del semestre europeo. Un terzo punto riguarda il coinvolgimento delle parti sociali e di alcuni corpi intermedi. Io - in maniera abbastanza inusuale - ho voluto incontrare durante le consultazioni le parti sociali e alcuni corpi intermedi, quindi confermo l'impegno al loro coinvolgimento nell'attività di governo".

"La stessa cosa per quanto riguarda le Regioni: di nuovo, abbastanza insolitamente, durante le consultazioni ho incontrato i rappresentanti delle Regioni, dei Comuni e delle Province. E d'altronde, in molte delle cose che ci siamo detti oggi, il loro coinvolgimento non solo è inevitabile ma è essenziale: certe cose non si fanno se non sono discusse con le Regioni".

"Sulla cultura stamattina ho detto che l'Italia è una grande potenza culturale riconosciuta in tutto il mondo. E anche per questo durante il G20 daremo grande importanza ai temi della cultura con un incontro dedicato. Naturalmente le restrizioni necessarie a contenere la pandemia hanno messo a dura prova musei, cinema, teatri, musica, danza, tutto lo spettacolo dal vivo e ogni arte in generale. La cultura va sostenuta e naturalmente il rischio e' di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. La perdita economica è ingente ma ancora più grande sarebbe la perdita dello spirito".

"Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati, serve fare ancora di più. Soprattutto occorre rinforzare le tutele dei lavoratori e va colta l'opportunità del 'Next generation' per potenziare gli investimenti sul patrimonio culturale, sul capitale umano, sulle nuove tecnologie. Il ritorno nel più breve tempo possibile alla normalità deve riguardare anche la cultura, in tutte le sue forme, perché è imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese".