ECONOMIA
"Consolidare i conti agendo sulla spesa, non su tasse"
Draghi: "La crisi non è finita ma superato il culmine"
Il numero uno dell'Eurotower: "E' necessario accrescere il potenziale di crescita" attraverso "politiche strutturali per aumentare la produttivia e attirare investimenti". La Banca Centrale - spiega Draghi - farà tutto il necessario per mantenere la stabilità dei prezzi

La politica fiscale può sostenere la crescita, ma deve essere meno focalizzata sulle tasse e più sulle priorità di spesa. La pensa così il numero uno della Bce Mario Draghi secondo cui il momento più nero della crisi è passato: "La crisi - precisa il numero uno dell'Eurotower - non è finita, ma il punto di svolta è stato oltrepassato". Per il presidente della Banca centrale è però necessario accrescere il potenziale di crescita attraverso "politiche strutturali per aumentare la produttività e attirare investimenti". Ma questo, precisa, "non è un compito assegnato alla politica monetaria". Tradotto, non spetta alla banca centrale, ma ai governi nazionali. Poi avverte: "Non ha senso rilassarsi nell'azione di risanamento e nel consolidamento ora che il lavoro duro è stato svolto".
"Bce farà di tutto per mantenere stabilità dei prezzi"
Disegna uno scenario Mario Draghi. Uno scenario che vede per i prossimi anni una ripresa graduale che sarà sicuramente sostenuta dalla Bce. Poi la rassicurazione: "Nel caso di uno scenario di rischio al ribasso", l'Istituto centrale "è pronto a varare ulteriori misure e fare tutto il necessario per mantenere la stabilità dei prezzi". Questo, qualora l'inflazione scenda al di sotto di quanto stimato per i prossimi anni (1% nel 2014, 1,3% nel 2015 e 1,5% nel 2016).
"Un sistema bancario sano necessario per sostenere ripresa"
Poi l'appello a un'unione bancaria sempre più integrata e forte. Per Mario Draghi è fondamentale. Perché questa non significa "una perdita di sovranità". Dopo la crisi degli anni '70 e '80 "nessuno può concludere che il ritorno a una mera giustapposizione di politiche nazionali possa migliorare la situazione in ognuno dei nostri Paesi. Ma "i risultati positivi" sono stati raggiunti "attuando politiche coerenti fra i vari Stati". Per Draghi il sistema bancario deve essere sano: e solo essendo sano "può sostenere la ripresa". Poi la riflessione del presidente Draghi si concentra sulla crescita e sull'occupazione e su quanto le banche possano fare per sostenere le imprese, molto indebolite ultimamente per un credit cruch sempre più forte. "Con banche più capitalizzate - conclude - il credito dovrebbe ripartire verso le imprese con opportunità di investimento redditizie" e "in particolare quelle più giovani che creano più posti di lavoro e sono più reattive agli investimenti".
"Bce farà di tutto per mantenere stabilità dei prezzi"
Disegna uno scenario Mario Draghi. Uno scenario che vede per i prossimi anni una ripresa graduale che sarà sicuramente sostenuta dalla Bce. Poi la rassicurazione: "Nel caso di uno scenario di rischio al ribasso", l'Istituto centrale "è pronto a varare ulteriori misure e fare tutto il necessario per mantenere la stabilità dei prezzi". Questo, qualora l'inflazione scenda al di sotto di quanto stimato per i prossimi anni (1% nel 2014, 1,3% nel 2015 e 1,5% nel 2016).
"Un sistema bancario sano necessario per sostenere ripresa"
Poi l'appello a un'unione bancaria sempre più integrata e forte. Per Mario Draghi è fondamentale. Perché questa non significa "una perdita di sovranità". Dopo la crisi degli anni '70 e '80 "nessuno può concludere che il ritorno a una mera giustapposizione di politiche nazionali possa migliorare la situazione in ognuno dei nostri Paesi. Ma "i risultati positivi" sono stati raggiunti "attuando politiche coerenti fra i vari Stati". Per Draghi il sistema bancario deve essere sano: e solo essendo sano "può sostenere la ripresa". Poi la riflessione del presidente Draghi si concentra sulla crescita e sull'occupazione e su quanto le banche possano fare per sostenere le imprese, molto indebolite ultimamente per un credit cruch sempre più forte. "Con banche più capitalizzate - conclude - il credito dovrebbe ripartire verso le imprese con opportunità di investimento redditizie" e "in particolare quelle più giovani che creano più posti di lavoro e sono più reattive agli investimenti".