SCIENZA
Scomparso un terzo dei gorilla e degli scimpanzè
Ebola, la strage delle scimmie
Quando il virus Ebola colpisce le scimmie, il tasso di mortalità è altissimo: 95% tra i gorilla e 77% tra gli scimpanzè
Un interessante articolo ("Chimps and gorillas desperately need Ebola vaccine too – virus has wiped out a third of them") di Meera Inglis, dottoranda in conservazione animale presso l'Università di Sheffield (UK), mette in luce un problema ecologico gravissimo: gli effetti della diffusione del virus Ebola tra le grandi scimmie africane.
Benché, come le cronache raccontano, tale malattia costituisca una minaccia gravissima anche per gli esseri umani, per le grandi scimmie l'Ebola è quasi sempre letale. Il tasso di mortalità raggiunge l'85% tra i gorilla e il 77% tra gli scimpanzè.
Nel corso degli ultimi venti anni, a partire dall'epidemia che colpì il Gabon nel 1994-1997 (nella quale morì il 90% dei gorilla del Minkébé Park), l'Ebola ha effettivamente sterminato i primati centroafricani.
Non solo Ebola
Alla gravità della malattia si aggiungono poi l'antropizzazione delle aree selvagge e il loro sfruttamento intensivo; infine vanno considerati i cambiamenti climatici (che favoriscono anche la diffusione di altre patologie), la deforestazione e il bracconaggio.
Insomma: quello offerto dall'articolo di Meera Inglis è un quadro desolante e preoccupante, che trova conferme anche in altre sedi accreditate. Le sue tesi - e l'allarme che lanciano - hanno molti punti in comune con quanto si può leggere, per esempio, nel sito web del Jane Goodall Institute of Canada. Ma la letteratura sull'argomento è davvero vastissima.
Che dunque, come suggerisce la giovane studiosa, si cerchi un vaccino anche per i nostri cugini è un obiettivo condivisibile per chiunque voglia bene al nostro maltrattato pianetino che - per quanto finora scoperto - rimane l'unico sul quale si sia sviluppata, nella sua multiforme diversità, la vita.
Benché, come le cronache raccontano, tale malattia costituisca una minaccia gravissima anche per gli esseri umani, per le grandi scimmie l'Ebola è quasi sempre letale. Il tasso di mortalità raggiunge l'85% tra i gorilla e il 77% tra gli scimpanzè.
Nel corso degli ultimi venti anni, a partire dall'epidemia che colpì il Gabon nel 1994-1997 (nella quale morì il 90% dei gorilla del Minkébé Park), l'Ebola ha effettivamente sterminato i primati centroafricani.
Non solo Ebola
Alla gravità della malattia si aggiungono poi l'antropizzazione delle aree selvagge e il loro sfruttamento intensivo; infine vanno considerati i cambiamenti climatici (che favoriscono anche la diffusione di altre patologie), la deforestazione e il bracconaggio.
Insomma: quello offerto dall'articolo di Meera Inglis è un quadro desolante e preoccupante, che trova conferme anche in altre sedi accreditate. Le sue tesi - e l'allarme che lanciano - hanno molti punti in comune con quanto si può leggere, per esempio, nel sito web del Jane Goodall Institute of Canada. Ma la letteratura sull'argomento è davvero vastissima.
Che dunque, come suggerisce la giovane studiosa, si cerchi un vaccino anche per i nostri cugini è un obiettivo condivisibile per chiunque voglia bene al nostro maltrattato pianetino che - per quanto finora scoperto - rimane l'unico sul quale si sia sviluppata, nella sua multiforme diversità, la vita.