MONDO
Oms valuta l'uso di farmaci sperimentali sull'uomo
Ebola, la Liberia decreta lo stato d'emergenza
Il numero di casi ormai si avvicina a quota mille. Gli esperti dell'Oms a Ginevra valutano misure straordinarie. Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie Usa (Cdc) ha deciso di alzare al livello 1, quello massimo, l'allerta sanitario per rispondere meglio all'epidemia dell'ebola

L'Ebola fa sempre più paura. Dopo i dati allarmanti diffusi ieri dall'Oms sulle vittime del virus letale in Africa occidentale - 932 morti, 1711 i casi di contagio - e l'intenzione di valutare l'uso di farmaci sperimentali sull'uomo, la presidente della Liberia, Ellen Sirleaf Johnson, ha decretato lo stato di emergenza. La Liberia è infatti uno dei 4 stati africani che ha registrato più morti oltre alla Nigeria, la Guinea e la Sierra Leone. Dal 2 al 4 agosto, nei quattro Paesi interessati dall'epidemia ci sono stati 108 casi nuovi e 45 decessi.
Negli USA allerta massima
Anche in america si corre ai ripari: il Cdc - il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie Usa - ha deciso di alzare al livello 1, quello massimo, l'allerta sanitaria per rispondere meglio all'epidemia. Per il direttore Tom Frieden, questo servirà a mobilitare più risorse e prevenire il propagarsi del virus. I due missionari americani rimpatriati dalla Liberia dopo aver contratto il virus sono ora ricoverati proprio presso il Cdc, dove vengono curati con un farmaco sperimentale mai utilizzato sull'uomo prima d'ora. La terapia avrebbe dato buoni risultati già a poche ore dalla somministrazione.
Obama: il virus si può controllare
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ha riferito di non avere abbastanza informazioni sul nuovo farmaco anti-ebola (ZMapp, ndr). Ma è certo che il virus "si può controllare e contenere". Il presidente ha però definito "prematuro" il ricorso a un farmaco sperimentale da inviare in Africa per combattere il virus e la sua diffusione. Il leader della Casa Bianca ha poi ricordato che ammontano a 37 miliardi di dollari gli investimenti americani in Africa.
La Nigeria prende contatti con Atlanta per il 'siero'
Anche il governo della Nigeria, uno dei paesi in ginocchio per l'epidemia, ha chiesto agli Stati Uniti l'acquisizione dello ZMapp. "Siamo in contatto con gli statunitensi. Martedì - ha detto il ministro della Salute - ho parlato per telefono con il direttore del Centro di Prevenzione e Controllo delle malattie di Atlanta, il dottor Tom Freiden. Abbiamo parlato a lungo e scambiato sms", ha aggiunto il ministro.
Gli specialisti inglesi agli Usa: date il siero anche all'Africa
E l'appello agli Stati Uniti arriva anche dagli specialisti di Ebola del Regno Unito. Un appello affinchè il siero "miracoloso", usato con i due americani rimpatriati lo scorso fine settimana, "venga dato a tutti nell'Africa occidentale". Ora i tre specialisti, Peter Piot, che scoprì il temibile virus nel 1976, David Heymann, direttore del Chatham House Centre on Global Health Security, e Jeremy Trust del Wellcome Trust dicono che "ai governi africani dovrebbe essere consentito di prendere decisioni informate sull'usare o meno questi prodotti sperimentali", riporta l'Independent. Proprio i tre scienziati avevano chiesto all'Oms di attivarsi per fornire all'Africa occidentale le nuove medicine in fase di sperimentazione, anche considerando il propagarsi dell'epidemia. Anche da Liberia, Sierra Leone, Guinea, intanto, scrive ancora l'Independent, iniziano ad arrivare appelli alla liberalizzazione di queste sostanze.
Le polemiche attorno al siero, prodotto con la pianta del tabacco
Lo ZMapp - ricordiamo - è un siero che non era mai stato usato prima con gli esseri umani e che aveva dato risultati promettenti nei test realizzati sulle scimmie. Crescono, quindi, le polemiche attorno al vaccino sperimentale. Il farmaco, non ancora approvato dalla Food and Drug administration, l'ente americano preposto al controllo di medicine e alimenti - è prodotto con la pianta del tabacco. E sembra funzionare. Per la realizzazione del vaccino, l'azienda farmaceutica Mapp Biopharmaceutical si avvale della collaborazione di Kentucky bioprocessing, filiale del gruppo americano del tabacco Reynolds American.
La prima a diffondere il nome del farmaco è stata l'emittente televisiva americana Cnn. Il siero è prodotto da Mapp, con sede a San Diego, in California. "Si è cominciato a ipotizzare l'utilizzo del tabacco per sviluppare il vaccino perché questa pianta è in grado di produrre rapidamente anticorpi in caso di emergenza", ha detto Charles Arntezen, esperto di biotecnologia vegetale all'Arizona state university e che in passato ha collaborato con Larry Zeitlin e Kevin Whaley, i ricercatori che sono rispettivamente presidente e amministratore delegato di Mapp. Il processo di estrazione degli anticorpi "miracolosi" è lungo e complesso. Per produrre le proteine terapeutiche dentro la pianta del tabacco, i geni per gli anticorpi desiderati sono fusi assieme ai geni di un naturale virus del tabacco, ha aggiunto Arntezen. Le piante di tabacco sono poi infettate con questo nuovo virus artificiale. "La pianta, che a questo punto produce anticorpi per contrastare l'infezione - ha concluso - viene poi macinata e gli anticorpi vengono estratti". Un processo, questo, che richiede settimane.
Negli USA allerta massima
Anche in america si corre ai ripari: il Cdc - il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie Usa - ha deciso di alzare al livello 1, quello massimo, l'allerta sanitaria per rispondere meglio all'epidemia. Per il direttore Tom Frieden, questo servirà a mobilitare più risorse e prevenire il propagarsi del virus. I due missionari americani rimpatriati dalla Liberia dopo aver contratto il virus sono ora ricoverati proprio presso il Cdc, dove vengono curati con un farmaco sperimentale mai utilizzato sull'uomo prima d'ora. La terapia avrebbe dato buoni risultati già a poche ore dalla somministrazione.
Obama: il virus si può controllare
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ha riferito di non avere abbastanza informazioni sul nuovo farmaco anti-ebola (ZMapp, ndr). Ma è certo che il virus "si può controllare e contenere". Il presidente ha però definito "prematuro" il ricorso a un farmaco sperimentale da inviare in Africa per combattere il virus e la sua diffusione. Il leader della Casa Bianca ha poi ricordato che ammontano a 37 miliardi di dollari gli investimenti americani in Africa.
La Nigeria prende contatti con Atlanta per il 'siero'
Anche il governo della Nigeria, uno dei paesi in ginocchio per l'epidemia, ha chiesto agli Stati Uniti l'acquisizione dello ZMapp. "Siamo in contatto con gli statunitensi. Martedì - ha detto il ministro della Salute - ho parlato per telefono con il direttore del Centro di Prevenzione e Controllo delle malattie di Atlanta, il dottor Tom Freiden. Abbiamo parlato a lungo e scambiato sms", ha aggiunto il ministro.
Gli specialisti inglesi agli Usa: date il siero anche all'Africa
E l'appello agli Stati Uniti arriva anche dagli specialisti di Ebola del Regno Unito. Un appello affinchè il siero "miracoloso", usato con i due americani rimpatriati lo scorso fine settimana, "venga dato a tutti nell'Africa occidentale". Ora i tre specialisti, Peter Piot, che scoprì il temibile virus nel 1976, David Heymann, direttore del Chatham House Centre on Global Health Security, e Jeremy Trust del Wellcome Trust dicono che "ai governi africani dovrebbe essere consentito di prendere decisioni informate sull'usare o meno questi prodotti sperimentali", riporta l'Independent. Proprio i tre scienziati avevano chiesto all'Oms di attivarsi per fornire all'Africa occidentale le nuove medicine in fase di sperimentazione, anche considerando il propagarsi dell'epidemia. Anche da Liberia, Sierra Leone, Guinea, intanto, scrive ancora l'Independent, iniziano ad arrivare appelli alla liberalizzazione di queste sostanze.
Le polemiche attorno al siero, prodotto con la pianta del tabacco
Lo ZMapp - ricordiamo - è un siero che non era mai stato usato prima con gli esseri umani e che aveva dato risultati promettenti nei test realizzati sulle scimmie. Crescono, quindi, le polemiche attorno al vaccino sperimentale. Il farmaco, non ancora approvato dalla Food and Drug administration, l'ente americano preposto al controllo di medicine e alimenti - è prodotto con la pianta del tabacco. E sembra funzionare. Per la realizzazione del vaccino, l'azienda farmaceutica Mapp Biopharmaceutical si avvale della collaborazione di Kentucky bioprocessing, filiale del gruppo americano del tabacco Reynolds American.
La prima a diffondere il nome del farmaco è stata l'emittente televisiva americana Cnn. Il siero è prodotto da Mapp, con sede a San Diego, in California. "Si è cominciato a ipotizzare l'utilizzo del tabacco per sviluppare il vaccino perché questa pianta è in grado di produrre rapidamente anticorpi in caso di emergenza", ha detto Charles Arntezen, esperto di biotecnologia vegetale all'Arizona state university e che in passato ha collaborato con Larry Zeitlin e Kevin Whaley, i ricercatori che sono rispettivamente presidente e amministratore delegato di Mapp. Il processo di estrazione degli anticorpi "miracolosi" è lungo e complesso. Per produrre le proteine terapeutiche dentro la pianta del tabacco, i geni per gli anticorpi desiderati sono fusi assieme ai geni di un naturale virus del tabacco, ha aggiunto Arntezen. Le piante di tabacco sono poi infettate con questo nuovo virus artificiale. "La pianta, che a questo punto produce anticorpi per contrastare l'infezione - ha concluso - viene poi macinata e gli anticorpi vengono estratti". Un processo, questo, che richiede settimane.