ECONOMIA
Lettera di Ebu
Le tv europee scrivono a Napolitano: "Il prelievo sulla Rai impatta sulla libertà"
Il direttore generale dell'Ebu esprime al capo dello Stato "tutta la preoccupazione per l'impatto del decreto legge" che impone "un prelievo forzoso di 150 milioni di euro sugli incassi già maturati del canone Rai dell'anno 2014".

Il prelievo di 150 milioni di euro sulla Rai previsto dal dl Irpef "ha un impatto diretto sulla libertà e l'indipendenza del Servizio Pubblico italiano". A scriverlo è il direttore generale dell'Ebu, "organismo fondato dalla Rai e da altri organismi europei come la Bbc, France Télévisions, Aed ed altri nel 1950", in una lettera al capo dello Stato Giorgio Napolitano, in quanto "garante della Costituzione italiana e del rispetto dei Trattati internazionali".
I precedenti del prelievo "solo nei Balcani"
"Noi siamo preoccupati - sottolinea il direttore generale Ingrid Delterne - perché questo prelievo forzoso viene effettuato sull'esercizio in corso, non lasciando praticamente nessun margine di manovra per il management dell'azienda per recuperare in corso d'opera. Mai qualcosa di simile era accaduto in un paese dell'Unione Europea e i soli precedenti da noi conosciuti sono avvenuti in paesi dei Balcani assolutamente non comparabili con la tradizione democratica dell'Italia".
Impatto "sulla libertà"
"Questa decisione" - scrive ancora Delterne "ha un impatto diretto sulla libertà e l'indipendenza del Servizio Pubblico italiano, che è garantita, a livello europeo, dall'art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, come ribadito nello studio condotto da alcuni eminenti studiosi di diritto di cui al documento allegato. Convenzione di cui la Repubblica italiana è tra i primi firmatari".
La riduzione delle risorse
"La giurisprudenza europea in materia (come nel caso del pronunciamento della Corte Costituzionale tedesca), stabilisce criteri molto precisi e restrittivi per gli interventi sul budget degli enti radiotelevisivi - fa notare il direttore generale dell'Ebu- vista la funzione che svolgono". Il direttore Ebu sottolinea poi che "Le risorse non possono essere ridotte semplicemente perché un governo ha bisogno di soldi, perché esiste una correlazione imprescindibile fra obblighi di servizio pubblico e finanziamento. E non si può ridurre il finanziamento se prima non si è rivista la missione e l'organizzazione del servizio pubblico, cosa che precisamente non è avvenuta in questo caso" in Italia.
L'articolo 21 del dl Irpef
L'emendamento al decreto legge Irpef, approvato in commissione Bilancio e Finanze al Senato, prevede che la Rai concorra ai risparmi di spesa "secondo quanto stabilito all'articolo 21" , ovvero quello che stabilisce il taglio di 150 milioni. "Il taglio di 150 milioni - aveva detto Enrico Morando, viceministro dell'Economia - non si tocca, tutte le società controllate dallo Stato sono chiamate a contribuire, anche la Rai dovrà farlo".
I precedenti del prelievo "solo nei Balcani"
"Noi siamo preoccupati - sottolinea il direttore generale Ingrid Delterne - perché questo prelievo forzoso viene effettuato sull'esercizio in corso, non lasciando praticamente nessun margine di manovra per il management dell'azienda per recuperare in corso d'opera. Mai qualcosa di simile era accaduto in un paese dell'Unione Europea e i soli precedenti da noi conosciuti sono avvenuti in paesi dei Balcani assolutamente non comparabili con la tradizione democratica dell'Italia".
Impatto "sulla libertà"
"Questa decisione" - scrive ancora Delterne "ha un impatto diretto sulla libertà e l'indipendenza del Servizio Pubblico italiano, che è garantita, a livello europeo, dall'art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, come ribadito nello studio condotto da alcuni eminenti studiosi di diritto di cui al documento allegato. Convenzione di cui la Repubblica italiana è tra i primi firmatari".
La riduzione delle risorse
"La giurisprudenza europea in materia (come nel caso del pronunciamento della Corte Costituzionale tedesca), stabilisce criteri molto precisi e restrittivi per gli interventi sul budget degli enti radiotelevisivi - fa notare il direttore generale dell'Ebu- vista la funzione che svolgono". Il direttore Ebu sottolinea poi che "Le risorse non possono essere ridotte semplicemente perché un governo ha bisogno di soldi, perché esiste una correlazione imprescindibile fra obblighi di servizio pubblico e finanziamento. E non si può ridurre il finanziamento se prima non si è rivista la missione e l'organizzazione del servizio pubblico, cosa che precisamente non è avvenuta in questo caso" in Italia.
L'articolo 21 del dl Irpef
L'emendamento al decreto legge Irpef, approvato in commissione Bilancio e Finanze al Senato, prevede che la Rai concorra ai risparmi di spesa "secondo quanto stabilito all'articolo 21" , ovvero quello che stabilisce il taglio di 150 milioni. "Il taglio di 150 milioni - aveva detto Enrico Morando, viceministro dell'Economia - non si tocca, tutte le società controllate dallo Stato sono chiamate a contribuire, anche la Rai dovrà farlo".