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MONDO

E' considerato l'uomo più potente del Paese

​Egitto, Sisi si candida alle presidenziali. Ira dei sostenitori di Morsi

Il generale annuncia la sua candidatura alle elezioni e lascia la carica di ministro della Difesa: "Combatterò il terrorismo ma tendo la mano a tutti gli egiziani"

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Egiziani in piazza
Il Cairo
Il fatidico annuncio era atteso da tempo. Il generale egiziano Abdel Fattah al Sisi si è candidato alle prossime elezioni presidenziali, dimettendosi dalla sua carica di ministro della Difesa e capo delle forze armate e ha promesso di "continuare a combattere il terrorismo". L'annuncio al termine di una giornata caratterizzata da violente proteste dei Fratelli musulmani che hanno lasciato sul terreno almeno un morto e una trentina di feriti, secondo fonti della sicurezza. "Mi presento davanti a voi per l'ultima volta in uniforme militare dopo aver preso la decisione di lasciare la carica di ministro della Difesa e l'esercito - ha detto Sisi nel discorso dopo la riunione del Consiglio supremo delle forze armate -. Tendo la mano a tutti gli egiziani, non abbiamo conflitti con nessuno, ma continueremo a combattere il terrorismo". 

Le proteste dei pro-Morsi
"Tutti siamo uguali davanti alla legge e alla giustizia, che hanno un ruolo fondamentale nell'avvenire del Paese". Immediata la reazione di un importante leader della Confraternita Mohamed el Khatib, che ha definito la candidatura di Sisi come la "conferma che ciò che è avvenuto lo scorso luglio è stato un colpo di Stato". I primi segnali di reazione da parte degli stessi Fratelli musulmani si erano già avuti in mattinata, con i primi focolai di tensione all'Università del Cairo. Diverse centinaia di studenti pro-Morsi hanno iniziato a manifestare a pochi metri dall'ateneo in piazza El Nahda per protestare contro le condanne a morte di massa pronunciate da un tribunale dell'Alto Egitto e contro "il golpe militare". Testimoni hanno riferito di violenti scontri con la polizia che lanciava lacrimogeni per disperdere la manifestazione. Poi la morte di un manifestante, colpito al collo da un proiettile. 

L'appello del governo: "Fermare le violenze"
Secondo il ministero dell'Interno la vittima era uno studente di diciotto anni, originario di Garbiya nel Delta del Nilo e studiava Diritto islamico all'Università di Tanta. Era venuto al Cairo per manifestare contro la sentenza di condanna a morte del tribunale di Minya. Testimoni hanno invece affermato che si trattava di un liceale. La situazione è degenerata anche nel nord-est del Paese a Zagazig con altri scontri e feriti. Una situazione tesissima al punto che il primo ministro egiziano Ibrahim Mahlab ha lanciato un appello a tutti gli egiziani a "prendersi le proprie responsabilità e a contrastare le violenze, gli scontri e i sabotaggi degli studenti pro-Morsi nelle varie università del Paese". Nelle stesse ore una nuova ondata di arresti contro i sostenitori della Confraternita veniva annunciata nell'Alto Egitto. 

Ambasciata italiana: "Limitare gli spostamenti nel Paese"
Il procuratore generale Hecham Barak ha infatti rinviato a giudizio 919 sostenitori di Morsi, originari di Minya, arrestati in diversi governatorati del Paese nei giorni seguenti alla dispersione dei sit-in di Rabaa al Cairo il 14 agosto scorso. Sono accusati di disordini, scontri e violenze. L'ambasciata italiana al Cairo ha invitato i connazionali alla "prudenza" e a "limitare gli spostamenti" in previsione dei cortei in diverse città.