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MONDO

Nel giorno del voto della nuova Costituzione tornano in piazza gli islamisti

Tahrir, lacrimogeni e blindati contro i manifestanti

Un altra giornata di proteste infiamma la piazza simbolo della caduta di Mubarak. In 2000 contro il regime militare. Dura repressione della polizia, come previsto dalla nuova legge.

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Proteste a Piazza Tahrir
Il Cairo
Sono arrivati in 2000 a protestare per la morte di uno studente di ingegneria, ucciso tre giorni fa dalle forze di polizia. Un corteo partito da un luogo simbolo, l’Università del Cairo, ha scandito una serie di slogan che, secondo fonti locali, erano tutti indirizzati “contro il colpo di Stato dei militari” e “la destituzione del presidente eletto”. 

La reazione degli agenti alle proteste è stata immediata: prima hanno lanciato una ventina di candelotti di gas lacrimogeni, poi sono intervenuti in piazza Tahrir alcuni mezzi blindati, sia della polizia sia dell’esercito, che hanno cacciato i manifestanti. A quel punto gli scontri, con lanci di sassi contro gli agenti in tenuta antisommossa, si sono spostati nelle vie laterali.

La nuova Costituzione
La protesta arriva in un giorno delicatissimo per l’Egitto. Stasera, quando i 50 saggi che stanno riscrivendo il testo, messo a punto sotto il presidente Morsi, avranno terminato la votazione, sarà pronta la nuova Costituzione, che a gennaio verrà votata con un referendum. Dei 249 articoli di quella che è di fatto la prima tappa della transizione voluta del generale al Sisi, i più controversi sono quelli che riguardano il ruolo dei militari e il ruolo della Sharia.

Gli islamisti tornano a Tahrir
E’ la prima volta dalla deposizione del presidente Morsi che gli islamisti protestano in modo massiccio a piazza Tharir, luogo simbolo della rivoluzione che ha rovesciato Hosni Mubarak.

Le proteste di ieri
Già ieri le forze di sicurezza egiziane avevano bloccato con i lacrimogeni un corteo di protesta contro i 50 arresti effettuati in base alla nuova legge sulle manifestazioni. A scendere in piazza anche Ahmed Mahler, leader del movimento 6 aprile, in prima fila nelle rivolte del 2011 contro il presidente Mubarak.

La nuova legge sulle manifestazioni
La legge – fortemente criticata dagli attivisti – prevede che le manifestazioni non approvate almeno tre giorni prima possano essere disperse anche con lacrimogeni e cannoni ad acqua. Sono previste pene fino a sette anni di carcere non solo per chi porti con sé armi ed esplosivi, ma anche per chi abbia il volto coperto. Le multe arrivano fino a 300 mila sterline egiziane (quasi 44 mila dollari).

Norme che non hanno impedito né le proteste di oggi né quelle di ieri, organizzate dagli islamisti per chiedere il ritorno del presidente Morsi.