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MONDO

Tensioni tra polizia e sostenitori dei Fratelli Musulmani

Egiziani al voto per il referendum sulla Costituzione. Otto morti negli scontri

I militari hanno ricevuto l'ordine di sparare su chiunque cerchi di aggredire chi si reca ai seggi

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Un ordigno artigianale è esploso davanti al tribunale
Il Cairo
Sale a otto morti il bilancio degli scontri che si registrano oggi in tutto l'Egitto, in occasione del referendum sulla nuova costituzione. L'Egitto è tornato al voto ma l'apertura dei seggi (30mila in tutto il Paese) è stata preceduta da una violenta esplosione. Una bomba rudimentale è scoppiata vicino ad un tribunale nel popolare sobborgo di Imbaba, alla periferia nord-occidentale della capitale.

Sale a 8 il numero delle vittime 
Intanto rischia di esplodere di nuovo la guerra tra fazioni. Il numero delle vittime degli scontri continua a salire: sono otto, lo afferma l'inviato della tv satellitare al-Jazeera, che cita fonti mediche locali. L'emittente precisa che metà delle vittime si concentra a Sohag, nell'Egitto centrale. In precedenza, il quotidiano al-Ahram parlava di cinque vittime confermate dalle autorità egiziane: una a Nasser, nel governatorato settentrionale di Beni Suef, tre a Sohag, una nella zona di Nahya a Giza, alle porte del Cairo.

Ordine di sparare sulla folla
Il ministero dell'Interno ha dislocato le forze di intervento rapido in tutti i governatorati egiziani per garantire la sicurezza del voto. I militari, recita un comunicato del ministero dell'Interno reso noto dalla tv di Stato, hanno l'ordine di "sparare" contro chiunque tenti di "aggredire gli elettori". 

Il terzo voto dalla rivoluzione del 2011
La consultazione è la prima che si tiene nel Paese nord-africano dopo il colpo di stato militare con cui, il 3 luglio 2013, fu deposto l'allora presidente, l'islamista Mohamed Morsi. Sono oltre 53 milioni gli elettori aventi diritto al voto. Il testo oggetto del referendum è stato emendato da una commissione di 50 rappresentanti, dopo il "congelamento" della Costituzione approvata nel 2012, ispirata dai Fratelli musulmani - ora banditi come organizzazione terroristica -  dopo la destituzione del presidente Mohamed Morsi. La soglia minima per rivendicare un successo da parte del governo ad interim è quella del 33%, la percentuale di elettori che nel 2012 ha approvato la Costituzione voluta dal deposto presidente Morsi.

Misure di sicurezza imponenti
Imponenti le misure di sicurezza per garantire l'affluenza: oltre 160mila agenti di polizia e di sicurezza, aiutati dalle unità dell'esercito, chiamati a garantire la sicurezza nei seggi. Il ministro dell'Interno, Mohamed Ibrahim, ha messo in guardia gli oppositori che intendono boicottare il voto e impedire l'affluenza: "Saranno trattati con durezza e fermezza", ha detto. 

Quasi scontato il sì
Il sì appare scontato, nonostante la stampa governativa riferisca che solo il 15% dei residenti all'estero abbia partecipato alla consultazione. La soglia "minima" per rivendicare un successo da parte del governo ad interim è quella del 33%, la percentuale di elettori che nel 2012 ha approvato la Costituzione voluta dal deposto presidente Morsi.

Costituzione e poteri dell'esercito rafforzati
Secondo la maggior parte degli osservatori, la nuova costituzione offre qualche progresso nella tutela dei diritti civili, ma ha soprattutto lo scopo di rafforzare i poteri dell’esercito e la sua indipendenza dalle autorità civili. La proposta conferisce ai militari il diritto di veto sulla nomina del ministro della difesa per i prossimi otto anni; mette il bilancio dell’esercito al di fuori del controllo civile; non abolisce il diritto dei tribunali militari a processare i civili.

Al Sisi e il desiderio di candidarsi come presidente
Il risultato del referendum è molto importante per il vicepremier e capo delle forze armate Abdel Fattah al Sisi, che ha guidato il paese dopo il colpo di stato e non nasconde più la sua intenzione di volersi candidare come presidente alle elezioni che si terranno tra pochi mesi. Per scongiurare gli eventuali dubbi sulla legittimazione popolare del ritorno di un militare alla guida dell’Egitto, Al Sisi avrà bisogno di un risultato migliore di quello ottenuto dal referendum del dicembre 2012 sulla costituzione voluta dai Fratelli musulmani: il 63,8 per cento dei partecipanti aveva votato, sì ma il tasso di partecipazione si era fermato al 32,8 per cento.