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MONDO

Israele

Il caso Eitan, due settimane per conoscere la decisione del giudice

A Tel Aviv la terza udienza della vicenda del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone

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Si sapeva già che la terza udienza sul caso di Eitan, il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, sarebbe andata avanti ad oltranza. E così è stao: iniziata alle 13,30 è ancora in corso. Un'udienza a porte chiuse presso il Tribunale della Famiglia di Tel Aviv. Al termine della quale la giudice Iris Ilotovich Segal farà conoscere la sua decisione entro due settimane, secondo quanto riportato dai legali. Il dibattimento si incentra quasi interamente sulla base della Convenzione dell'Aja e sulla sottrazione internazionale dei minori. La  Convenzione, firmata sia da Italia che da Israele, è infatti alla base della richiesta, per l'immediato rientro in Italia del bambino, da parte della zia paterna,  Aya Biran, affidataria della sua tutela, contro il nonno materno del bambino Shmuel Peleg che ha portato il bambino in Israele e che è indagato a Pavia per sequestro di Eitan. 

In aula, come nelle altre audizioni,  sia la zia paterna sia il nonno materno, ma è stata sentita anche Gali Peleg, figlia di Shmuel e sorella della mamma morta del bambino,che nelle settimane passate ha annunciato di aver chiesto l'adozione del piccolo.  Ascoltato anche un avvocato esperto di diritto italiano.
Gli avvocati della zia paterna, Aya Biran, sostengono che per Eitan si debba applicare in pieno la Convenzione dell'Aja e che quindi il bambino debba tornare in Italia. Dall'altra parte i legali dei Peleg  contestano la posizione anche ponendo dubbi sulla la legittimità dell'affidamento (su cui è in programma una causa promossa in Italia nelle prossime settimane). 

In attesa delle decisione della giudice Ilotovich Segal, Eitan continuerà - in base alla "intesa temporanea" delle due famiglie, favorita dalla giudice - ad essere affidato alternativamente tre giorni con la zia Aya Biran Nirko e tre giorni con il nonno Peleg. Intanto già trapela, da parte dei legali, la possibilità che  l'una o l'altra parte faccia ricorso contro il verdetto.