ECONOMIA
Presidio di 500 lavoratori davanti ai cancelli dello stabilimento di Solaro
Electrolux, oggi la riunione al ministero dello Sviluppo economico
Secondo fonti sindacali il piano dell'azienda svedese di elettrodomestici prevederebbe il dimezzamento dei salari dei lavoratori. Una nota di Electrolux: "Il taglio dei salari è di 130 euro al mese"

Calda. Anzi, caldissima. La vicenda della Electrolux fa paura ai dipendenti e inquieta i sindacati che sono già sul piede di guerra. Per rimanere in Italia - riferiscono le parti sociali - l'azienda svedese di elettrodomestici propone un drastico taglio dei salari che porterebbe gli stipendi, che oggi ammontano a 1.400 euro al mese, a circa 700-800 euro. Da ieri è in corso il presidio di circa 500 lavoratori a Solaro, davanti a uno dei 4 stabilimenti della Electrolux, con bandiere e striscioni davanti ai cancelli. Martedì era stato indetto uno sciopero, proseguito tutto il giorno, seguito da un'assemblea in strada. "Si tratta della prima risposta dei lavoratori - ha spiegato Alberto Larghi, della Fiom-Cgil - alle proposte provocatorie e irricevibili dell'azienda".
L'azienda precisa: il taglio sarà di 130 euro al mese
La svedese Electrolux ha però fatto sapere, attraverso una nota, che la proposta avanzata ai sindacati "prevede una riduzione di tre euro all'ora. In termini di salario netto questo equivale a circa 8% di riduzione, ovvero a meno 130 euro mese".
Oggi tavolo al ministero dello Sviluppo economico
E proprio sulla vertenza Electrolux è stato convocato per oggi alle 15 un tavolo al ministero dello Sviluppo economico. Il ministro Flavio Zanonato ha convocato azienda, sindacati e regioni coinvolte e sarà presente anche, si legge nella convocazione partita martedì, un rappresentante della presidenza del consiglio. Attorno al tavolo ci saranno rappresentanti del gruppo svedese di elettrodomestici che ha condizionato la sua presenza in Italia al dimezzamento dello stipendio dei lavoratori, Cgil, Cisl, Uil, le categorie dei metalmeccanici Fiom, Fim, Uilm e le Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna.
Le notizie diffuse lunedì
Stando alle notizie diffuse da fonti sindacali, l'azienda avrebbe proposto un taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause, permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità. Per far sopravvivere i suoi 4 stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, il gruppo svedese ha lavorato a una proposta che punta a ridurre gli attuali 24 euro di costo orario di 3-5 euro medi, così da ridurre il gap con il costo del lavoro in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l'ora. Sempre secondo fonti dei sindacati, se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati gli investimenti che il gruppo vorrebbe fare in Italia. Per lo stabilimento di Porcia (Pordenone), hanno riferito sempre fonti sindacali, non ci sarebbe un piano industriale: il costo di produzione delle lavatrici addizionato al costo orario del lavoro complessivo non permetterebbe una progettazione. L'azienda di elettrodomestici nel piano prevederebbe, sempre secondo fonti sindacali, a fronte degli attuali 24 euro orari per dipendente, di tagliare 3,20 euro a Solaro, 3 a Forlì e 5,20 euro a Susegana. Per Porcia il taglio sarebbe di circa 7,50 euro l'ora ma il costo del prodotto finito, la lavatrice, peserebbe di crica 30 euro per unità mandando la produzione fuori mercato. Per gli altri siti produttivi italiani, nel caso in cui il piano venisse accettato dai sindacati, si prevedono investimenti per 28 milioni di euro a Forlì, 40 milioni a Solaro e 22 a Susegana.
Serracchiani: Letta e Zanonato ci convochino immediatamente. Al tavolo deve esserci anche l'azienda
Agguerrita anche la governatrice democratica del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani. E' proprio nella sua Regione, infatti, che si gioca la partita più calda perché sarebbe in forse lo stabilimento di Porcia. "Letta e Zanonato - ha detto la Serracchiani- ci convochino immediatamente per valutare assieme le proposte da rilanciare alla multinazionale: il Governo non faccia il notaio della volontà svedese. Poi ancora: "E' inaccettabile che il governo assista inerte mentre accade proprio quello che si temeva e che noi abbiamo denunciato, ma si sappia che per il Friuli Venezia Giulia la chiusura dello stabilimento di Porcia è una prospettiva che non prendiamo in considerazione", ha assicurato. "Noi non siamo mai stati convocati prima di oggi e questo mi sembra un fatto discutibile - ha precisato la Serracchiani - A quel tavolo deve essere portata l'azienda, e l'azienda non deve fare ricatto sulla pelle dei dipendenti".
I sindacati: "Ora andiamo da Letta"
i sindacati parlano già di incontro con il presidente del Consiglio: "Abbiamo atteso invano un confronto con il ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato che non c'è mai stato - hanno detto i delegati e le Rsu - ora andiamo direttamente da Letta perché Electrolux per sbarcare in Italia ha usato soldi degli italiani e ora per guardare a Est utilizza fondi Ue che in parte sono sempre nostri". Immediata la replica di Zanonato: "Il problema è che i prodotti italiani in tutto il campo dell'elettrodomestico sono di notevole qualità ma risentono di costi produttivi superiori a quelli dei nostri concorrenti. Sentiamo che proposta emerge da Elctrolux, siamo pronti a dare una mano a un comparto strategico per la nostra industria".
L'azienda precisa: il taglio sarà di 130 euro al mese
La svedese Electrolux ha però fatto sapere, attraverso una nota, che la proposta avanzata ai sindacati "prevede una riduzione di tre euro all'ora. In termini di salario netto questo equivale a circa 8% di riduzione, ovvero a meno 130 euro mese".
Oggi tavolo al ministero dello Sviluppo economico
E proprio sulla vertenza Electrolux è stato convocato per oggi alle 15 un tavolo al ministero dello Sviluppo economico. Il ministro Flavio Zanonato ha convocato azienda, sindacati e regioni coinvolte e sarà presente anche, si legge nella convocazione partita martedì, un rappresentante della presidenza del consiglio. Attorno al tavolo ci saranno rappresentanti del gruppo svedese di elettrodomestici che ha condizionato la sua presenza in Italia al dimezzamento dello stipendio dei lavoratori, Cgil, Cisl, Uil, le categorie dei metalmeccanici Fiom, Fim, Uilm e le Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna.
Le notizie diffuse lunedì
Stando alle notizie diffuse da fonti sindacali, l'azienda avrebbe proposto un taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause, permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità. Per far sopravvivere i suoi 4 stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, il gruppo svedese ha lavorato a una proposta che punta a ridurre gli attuali 24 euro di costo orario di 3-5 euro medi, così da ridurre il gap con il costo del lavoro in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l'ora. Sempre secondo fonti dei sindacati, se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati gli investimenti che il gruppo vorrebbe fare in Italia. Per lo stabilimento di Porcia (Pordenone), hanno riferito sempre fonti sindacali, non ci sarebbe un piano industriale: il costo di produzione delle lavatrici addizionato al costo orario del lavoro complessivo non permetterebbe una progettazione. L'azienda di elettrodomestici nel piano prevederebbe, sempre secondo fonti sindacali, a fronte degli attuali 24 euro orari per dipendente, di tagliare 3,20 euro a Solaro, 3 a Forlì e 5,20 euro a Susegana. Per Porcia il taglio sarebbe di circa 7,50 euro l'ora ma il costo del prodotto finito, la lavatrice, peserebbe di crica 30 euro per unità mandando la produzione fuori mercato. Per gli altri siti produttivi italiani, nel caso in cui il piano venisse accettato dai sindacati, si prevedono investimenti per 28 milioni di euro a Forlì, 40 milioni a Solaro e 22 a Susegana.
Serracchiani: Letta e Zanonato ci convochino immediatamente. Al tavolo deve esserci anche l'azienda
Agguerrita anche la governatrice democratica del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani. E' proprio nella sua Regione, infatti, che si gioca la partita più calda perché sarebbe in forse lo stabilimento di Porcia. "Letta e Zanonato - ha detto la Serracchiani- ci convochino immediatamente per valutare assieme le proposte da rilanciare alla multinazionale: il Governo non faccia il notaio della volontà svedese. Poi ancora: "E' inaccettabile che il governo assista inerte mentre accade proprio quello che si temeva e che noi abbiamo denunciato, ma si sappia che per il Friuli Venezia Giulia la chiusura dello stabilimento di Porcia è una prospettiva che non prendiamo in considerazione", ha assicurato. "Noi non siamo mai stati convocati prima di oggi e questo mi sembra un fatto discutibile - ha precisato la Serracchiani - A quel tavolo deve essere portata l'azienda, e l'azienda non deve fare ricatto sulla pelle dei dipendenti".
I sindacati: "Ora andiamo da Letta"
i sindacati parlano già di incontro con il presidente del Consiglio: "Abbiamo atteso invano un confronto con il ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato che non c'è mai stato - hanno detto i delegati e le Rsu - ora andiamo direttamente da Letta perché Electrolux per sbarcare in Italia ha usato soldi degli italiani e ora per guardare a Est utilizza fondi Ue che in parte sono sempre nostri". Immediata la replica di Zanonato: "Il problema è che i prodotti italiani in tutto il campo dell'elettrodomestico sono di notevole qualità ma risentono di costi produttivi superiori a quelli dei nostri concorrenti. Sentiamo che proposta emerge da Elctrolux, siamo pronti a dare una mano a un comparto strategico per la nostra industria".