Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/election-day-governo-conferma-ipotesi-20-settembre-bbf8ca23-a8bc-49c3-b9e6-791501c86f0a.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Roma

Election day: il governo conferma l'ipotesi del 20 settembre

Botta e risposta tra Fi e Pd: "Quella data è una scelta politica", "No, va incontro alle opposizioni". Le Regioni: una data assurda

Condividi
"Sentite anche le regioni, avremmo ipotizzato di passare dal 13 e 14 al 20 e 21 settembre" come date per lo svolgimento delle elezioni comunali e regionali. Lo ha confermato il sottosegretario all'Interno, Achille Variati, intervenendo in commissione Affari costituzionali della Camera, dietro espressa richiesta della Lega. "Tenendo presente che con questo decreto non si stabilisce la data delle elezioni perché qui le date stanno dentro una finestra e poi a seconda delle relative competenze la data viene definita dallo Stato o dalle regioni", ha aggiunto.

C'è un sì di massima, dunque, alla possibilità di votare per Amministrative, Regionali e referendum sul taglio dei parlamentari in un'unica tornata. Il ballottaggio delle Amministrative, spiegano poi fonti di maggioranza, dovrebbe svolgersi il 4 ottobre.

Regioni: il 20 settembre è una data assurda
Per il cosiddetto election day quella del "20 settembre è una data assurda", nel senso che non c'è "nessun accordo tra Governo e Regioni": lo affermano in una nota il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e il vicepresidente Giovanni Toti. "Leggiamo le dichiarazioni del rappresentante del Governo che parla di accordo tra esecutivo e Regioni sulla data del voto il 20 settembre, ma in realtà - avvertono Bonaccini e Toti - non c'è stato alcun accordo formale. Cinque delle sei Regioni chiamate alle urne avevano indicato ufficialmente altre date: il 26 luglio, il 6 settembre o al massimo il 13 settembre". Quindi, aggiungono, "il 20 settembre è una data che non era ricompresa tra quelle indicate, che peraltro impedisce la riapertura di un anno scolastico, già di per sé molto difficile. Inoltre si tratta di una data a ridosso di ottobre, mese nel quale, stando alle relazioni del Comitato tecnico-scientifico del Governo, potrebbe riproporsi il Covid". La data del 20 settembre, osservano ancora Bonaccini e Toti, "cade ben quattro mesi dopo la scadenza naturale delle legislature regionali", così "mentre i cittadini stanno ormai tornando a una vita normale, agli stessi viene impedito per 4 mesi di votare. La decisione del Governo va contro ogni pronunciamento delle Regioni su una loro specifica competenza. Chiediamo una riunione urgente della Conferenza Stato-Regioni per ripristinare un leale dialogo tra le istituzioni su un tema così delicato", concludono.

Sisto (Fi): è una scelta politica
Forza Italia durissima contro governo e maggioranza sulla data del 20 settembre per l'election day di comunali e regionali. "Si decide il voto a settembre per accontentare due governatori, Emiliano e De Luca, ma non è pensabile che la responsabilità di questo gesto illogico e sconsiderato non ricada sulle vostre coscienze: abbiamo operatori turistici fermi e voi che fate? Una campagna elettorale in estate quindi li azzannate alla giugulare e tutto per non spostare la campagna elettorale dal mese di settembre al 15 ottobre. Un reato di ragion fatta che non ha precedenti politici. La ragione è di soffocare le opposizioni e impedire che i governatori del Pd possano essere scalzati dai loro troni. Non c'è solo leggerezza, ma c'è dolo", dice Francesco Paolo Sisto in commissione Affari costituzionali, dopo la conferma da parte del governo sull'orientamento di votare il 20 settembre. "Invito il governo a fare una riflessione accurata: 15 giorni non spostano niente", aggiunge l'esponente di Forza Italia, che propone la data di metà ottobre e garantisce: "Ci batteremo contro questo provvedimento" se non si cambia indirizzo. "Il governo sospenda le ostilità e ragionevolmente raggiunga un risultato di equilibrio tra opposizioni e maggioranza".

Ceccanti (Pd): data 20 settembre va incontro a opposizioni
"Mi sembra surreale quanto dice Forza Italia", la scorsa volta le opposizioni, di fronte all'ipotesi di svolgere le elezioni il 13 e 14 settembre, quindi anticipando le comunali e regionali rispetto alla finestra elettorale indicata dal governo nel decreto Elezioni, che va dal 15 settembre al 15 dicembre, ricorda in commissione Affari costituzionali il capogruppo Pd Stefano Ceccanti, "hanno detto per noi vale la finestra del decreto e si cambia se siamo d'accordo e ora la relatrice e il governo rinunciano al cambio di date e si torna alla finestra elettorale originaria, questo e' il dato politico", osserva il deputato dem replicando al duro attacco di Forza Italia.