ECONOMIA
La vertenza
Electrolux, no dei sindacati al piano tagli dell'azienda
Le organizzazioni dei lavoratori rigettano il progetto del gruppo scandinavo di elettrodomestici, che prevede il mantenimento della produzione in Italia a patto che i lavoratori accettino la riduzione degli stipendi, degli organici e la chiusura dello stabilimento di Porcia

I sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm "rigettano completamente" il piano di tagli
avanzato da Electrolux, per mantenere la produzione in Italia. E' la posizione espressa al termine del coordinamento sindacale unitario su Electrolux, svoltosi oggi a Mestre.
Per mantenere la produzione in Italia negli stabilimenti di Susenaga, Forlì e Solaro l'azienda svedese di elettrodomestici propone la chiusura del sito produttivo di Porcia, in Friuli.
"Abbiamo bisogno del tavolo ministeriale per cominciare a discutere - ha detto Maurizio Geron, della Fim Cisl - ma tutti, Regioni e Governo, devono mettere qualcosa. Non possono essere solo i lavoratori, che hanno già dato fin troppo". I rappresentanti dei lavoratori dicono fermamente no alla riduzione del salario e rimandano la discussione al 17 febbraio, quando si riunirà il tavolo presso il ministero dello Sviluppo Economico.
Attualmente Susegana conta 900 addetti, che producono frigoriferi e congelatori da incasso, Porcia 1.100 dipendenti, per la produzione di lavabiancheria. Nello stabilimento di Forlì, dove si producono piani cottura e forni, sono occupate 900 unità e in quello di Solaro, 800 per la produzione di lavastoviglie. Ci sono, poi, 60 addetti nel magazzino di Maniago in provincia di Pordenone e 800 addetti, definiti ‘Professional’ nella medesima provincia; infine, 1.200 lavoratori appartenenti allo “Staff” del gruppo.
avanzato da Electrolux, per mantenere la produzione in Italia. E' la posizione espressa al termine del coordinamento sindacale unitario su Electrolux, svoltosi oggi a Mestre.
Per mantenere la produzione in Italia negli stabilimenti di Susenaga, Forlì e Solaro l'azienda svedese di elettrodomestici propone la chiusura del sito produttivo di Porcia, in Friuli.
"Abbiamo bisogno del tavolo ministeriale per cominciare a discutere - ha detto Maurizio Geron, della Fim Cisl - ma tutti, Regioni e Governo, devono mettere qualcosa. Non possono essere solo i lavoratori, che hanno già dato fin troppo". I rappresentanti dei lavoratori dicono fermamente no alla riduzione del salario e rimandano la discussione al 17 febbraio, quando si riunirà il tavolo presso il ministero dello Sviluppo Economico.
Attualmente Susegana conta 900 addetti, che producono frigoriferi e congelatori da incasso, Porcia 1.100 dipendenti, per la produzione di lavabiancheria. Nello stabilimento di Forlì, dove si producono piani cottura e forni, sono occupate 900 unità e in quello di Solaro, 800 per la produzione di lavastoviglie. Ci sono, poi, 60 addetti nel magazzino di Maniago in provincia di Pordenone e 800 addetti, definiti ‘Professional’ nella medesima provincia; infine, 1.200 lavoratori appartenenti allo “Staff” del gruppo.