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MONDO

Urne aperte

Gli Stati Uniti al voto per le elezioni di Midterm. Obama: "Da Eisenhower mai così indietro"

Urne aperte dalle 6 locali (le 12 in Italia): gli elettori americani sceglieranno un terzo del Senato, la Camera dei rappresentanti e 36 governatori di Stato. Nei sondaggi i repubblicani sono favoriti

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Epa/Michael Reynolds
Primi exit poll per le elezioni di midterm: secondo i dati, i repubblicani avrebbero conquistato il Kentucky, uno degli Stati chiave. Il leader del gop al Senato, Mitch McConnell, sarebbe al 66% contro il 32% di Alison Lundergan Grimes. Il voto è iniziato alle 6 di martedì, le 12 in Italia per rinnovare la Camera dei rappresentanti, un terzo del Senato e 36 governatori. Un voto cruciale, quello di midterm perché non solo sarà un referendum sulla politica di Obama  ma anche potrebbe creare l'"anatra zoppa", cioè un presidente senza la maggioranza al Congresso. Lo stesso Washington Post, in un lungo articolo, sembra presagire questo scenario: "Obama era l'eroe dei democratici, ora è un peso politico che compromette le possibilità del suo partito", scrive il quotidiano.

Obama: "Da Eisenhower mai così indietro"
Lo stesso presidente degli Stati Uniti ha il presagio di una disfatta. In un intervento in un programma radiofonico dice: "Per i democratici siamo di fronte al peggior scenario possibile dai tempi di Dwight Eisenhower", cioè dagli anni cinquanta. 

Il voto
Gli Stati Uniti sono distribuiti su sei zone orarie, in cui i seggi si aprono (e conseguentemente chiudono) in maniera scaglionata: i primi sono stati dunque i seggi elettorali nella zona orientale (alle 6 ora locale di martedì, mezzogiorno in Italia, in Connecticut, Maine, New Hamsphire, New Jersey, New York, Virginia, Indiana e Kentucky) oltre a Louisiana, Missouri e Illinois; poi i rimanenti della fascia oraria centrale (Texas, Kansas, Mississipi, Wisconsin, Oklahoma, Tennessee, Alabama, Iowa, Dakota del Sud, Montana). Alle 07:30 ora locale di martedì (le 14:30 in Italia) hanno aperto i seggi in Arkansas e mezz'ora dopo in Nebraska. Gli ultimi seggi chiudono in California, all'alba italiana, le 5 di domani, e Alaska, alle 6 di mercoledì. 

Gli Stati in bilico
L'attesa si concentra sull'esito del voto per il Senato, attualmente in mano ai democratici con 51 seggi. Dal momento che l'Alaska è uno degli Stati in bilico, è possibile che sol domani in serata si saprà quale sarà la composizione del Senato. Altri voti che potrebbero fare la differenza sono quelli della Louisiana, dove le leggi locali rendono possibile un ballottaggio a dicembre, e del Kansas.

Le elezioni meno seguite e più costose
Intanto i sondaggi mostrano che l'interesse degli elettori Usa è ai minimi storici e inferiore rispetto a quello di quattro anni fa. Una proiezione di Nbc e Wall Street Journal ha rilevato che il 58% dei repubblicani è interessato alle elezioni, percentuale quasi identica a quella dei democratici, al 57%. Nel 2010, invece, l'attenzione degli elettori del Grand Old Party (Gop) arrivava al 70%, mentre nel 2006 i due terzi dei democratici si dicevano interessati. Le consultazioni saranno anche le più costose nella storia degli Stati Uniti:




Gli Stati in bilico
Si vota in 22 Stati attualmente governati da repubblicati e in 14 Stati in mano ai democratici. Solitamente i governatori in carica tendono a vincere un secondo mandato, almeno è successo all'80% dei governatori negli ultimi 50 anni. Secondo i sondaggi, tra i governatori sicuri di una rielezione c'è il democratico Andrew Cuomo, governatore di New York. Invece tra gli stati che potranno cambiare colore, vi sono la Florida, il Kansas e la Pennsylvania - dove governatori repubblicani potranno essere sostituiti da democratici - e Massachusetts e Connecticut dove,secondo i pronostici, potrebbe avvenire l'inverso. Qui una grafica del New Yorker sugli Stati in bilico e quelli certi: