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MONDO

Il premier ha raccolto il 56,4% dei voti a scrutinio ancora in corso

Elezioni presidenziali in Turchia, vantaggio Erdogan. Se confermati primi dati eletto al primo turno

Lo afferma la tv turca. Il 43% delle sezioni è già stato scrutinato. Si tratta delle prime elezioni presidenziali a suffragio universale del Paese

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Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
Istanbul (Turchia)
Con il 43% delle sezioni scrutinate, Erdogan è in netto vantaggio nelle elezioni presidenziali in Turchia. L'attuale premier è vicino alla vittoria al primo turno con il 56,4% dei consensi. Lo afferma la tv turca. Oggi il Paese è stato chiamato al voto per le prime elezioni presidenziali a suffragio universale diretto nella sua storia. Circa 53 milioni gli aventi diritto. 

Una tra le novità più importanti di queste prime presidenziali è la presenza di un candidato unico dell'opposizione laica di destra e di sinistra. Il principale candidato dell' opposizione Ekmeleddin Ihsanoglu avrebbe raccolto il 32,3% dei consensi. 70enne studioso dell'Islam è l'ex segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione islamica. Questa mattina aveva denunciato la "campagna ingiusta" condotta dal capo del governo, che tutti i sondaggi danno come probabile vincitore. Nei giorni scorsi il candidato dell'opposizione laica di destra e di sinistra ha denunciato il rischio di brogli, sostenendo che 18 milioni di schede oltre il numero degli elettori potenziali sono state stampate. 

La sorpresa più significativa è rappresentata, però, da Selahattin Demirtas, accreditato di un 10 per cento, il primo politico curdo a tentare la scalata a Palazzo Cankaya, che ospita ad Ankara dai tempi di Ataturk i capi di Stato turchi. La candidatura di un leader curdo sarebbe stata impossibile fino a pochi anni fa. Fino agli anni 1990, in piena guerra fra l'esercito e il Pkk di Abdullah Ocalan - 40mila morti in 30 anni, per lo più curdi - era vietato in Turchia perfino pronunciare la parola 'curdo'. Da due anni però le cose sono cambiate con il faticoso processo di pace avviato da Ocalan, detenuto nell'isola carcere di Imrali, con lo stato turco, che ha portato a una tregua e alla fine, almeno per ora, dei combattimenti. In Turchia i curdi rappresentano il 20% circa della popolazione. L'altra metà - il voto religioso conservatore - già alle amministrative di marzo è andata al partito di Erdogan, popolare fra i curdi per avere lanciato il processo di pace. Demirtas, ribattezzato 'l'Obama curdo' ("noi curdi, come i neri americani, abbiamo dovuto combattere il razzismo" commenta), si è attirato le critiche dell'opposizione kemalista, che lo ha accusato di fare il gioco di Erdogan, togliendo voti al candidato unico di Chp (sinistra) e Mhp (destra)  Ekmelettin Ihsanoglu.