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SPETTACOLO

Il commento della direttrice del TFF

La corsa agli Oscar. Per Emanuela Martini il migliore è "The Wolf of Wall Street"

Dopo l'annuncio delle nomination, la direttrice del Torino Film Festival fa le sue previsioni: "Sorrentino può farcela, gli americani ci hanno visto tanto di Fellini". Complimenti all'Academy: "Ottime candidature, tantissimi grandissimi film"

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Emanuela Martini con Paolo Virzì
di Giancarlo Usai
Sorrentino ha ottime possibilità di vincere. Parola di Emanuela Martini, nuova direttrice del Torino Film Festival e una delle voci più autorevoli della critica cinematografica italiana. “Anche se forse le chance di vittoria sono per il motivo sbagliato: gli americani ci hanno visto un film puramente felliniano”. Insomma, quello che per molti è stato motivo di pareri non entusiasti, ovvero il tentativo di girare una “Dolce vita 2.0”, per Hollywood potrebbe essere la ragione della vittoria. “Comunque bisogna riconoscere a Sorrentino il coraggio di averlo sfidato, Fellini”, aggiunge la Martini.

Chi può battere Sorrentino?
La battaglia potrebbe essere contro due film “accattivanti” per il pubblico statunitense: “’The Hunt’ di Vinterberg e ‘The Broken Circle Breakdown’ trattano temi universali, sono due film su misura per i gusti dell’Academy, anche loro hanno delle possibilità”. Anzi, “premiare Sorrentino sarebbe addirittura più sorprendente rispetto alla tradizione degli Oscar”.

I motivi di un successo
L’Italia torna nella cinquina dopo otto anni. L’ultimo nominato fu “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini, mentre l’ultima vittoria è di Roberto Benigni con “La vita è bella” nel 1999. Che cos’hanno queste tre pellicole in comune? “Il film di Benigni colpì nel segno per quel suo tono fiabesco nell’affrontare la tragedia dell’Olocausto, quindi anche qui a fare la differenza è l’universalità del tema. Mentre sul film della Comencini probabilmente ha pesato anche l’ambientazione americana”.

Il migliore di tutti? "The Wolf of Wall Street"
Per la direttrice del Tff, stavolta, bisogna fare i complimenti all’Academy: “Ottime nomination, quasi tutte grandi opere, difficile scegliere o fare previsioni”. Tra i film “il mio preferito è ‘The Wolf of Wall Street’, un Martin Scorsese tornato a dei livelli straordinari come nelle sue opere migliori”. Anche nelle previsioni, il favorito d’inizio anno, “12 anni schiavo”, comincia a perdere terreno: “Ero convinta anche io che sarebbe stato il titolo da battere, prima di vedere Scorsese e anche ‘American Hustle’ di Russell, altro film bellissimo”. A parte le preferenze personali, pare comunque che la sfida per la statuetta più ambita sia fra gli altri due film. Stesso discorso per il premio alla miglior regia: “Il più bravo del lotto è sicuramente Scorsese, ma credo sarà una sfida fra McQueen e Russell”.

Fra gli attori spera DiCaprio. Esclusione choc per Redford
Capitolo attori. “Eccezionale duetto fra Leonardo DiCaprio e il giovane Jonah Hill”, potrebbe essere finalmente la volta buona per il protagonista di “Titanic”, “ma – prosegue la Martini – è veramente difficile scegliere, dato che anche l’interpretazione degli altri, Bale su tutti, è notevole. Ma forse il più probabile per la vittoria è Chiwetel Ejiofor per ‘12 anni schiavo’”. Nella categoria dei protagonisti maschili, c’è l’unico scivolone dell’Academy: “Sbagliata l’esclusione di Robert Redford, che fa un one man show incredibile e forse avrebbe meritato più di Bruce Dern, che ha già vinto a Cannes soffiando il premio a Michael Douglas”.

Attrici, tutti contro la Blanchett
Fra le attrici la più quotata è ormai da settimane Cate Blanchett per il suo ruolo in “Blue Jasmine” di Woody Allen: “Non solo è la favorita, sarebbe un riconoscimento meritatissimo. Secondo me se la gioca con Judy Dench. Eccessiva e sopra le righe invece Meryl Streep ne ‘I segreti di Osage County’, stavolta non credo abbia concrete possibilità”.  

Gli snobbati, esclusioni "annunciate"
Fra gli snobbati di questa edizione, oltre al già citato Redford, c’è Tom Hanks per la sua interpretazione in “Captain Phillips”: “Lui mi è sempre piaciuto, ma non ho amato particolarmente il film, non mi pare un’esclusione clamorosa”. Così come non stupisce la Martini la “dimenticanza” di “A proposito di Davis”, il nuovo film dei fratelli Coen, in uscita in Italia a febbraio: “Hanno girato un piccolo film, molto intimista, ci può stare che non rientri nei piani dell’Academy, per loro è sempre più difficile entrare nel giro di questi premi”. Perché i Coen no e Payne, con un film piuttosto simile come stile, “Nebraska”, sì? “Nel film di Payne c’è una sorta di riconoscimento alla carriera a un grande vecchio come Dern, probabile che questo tipo di valutazioni pesi in vista della notte degli Oscar”.