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TECH

Un dibattito tra esperti per presentare il magazine di Eni

La comunicazione? E' una bella storia digitale

Raccontare l'energia e l'innovazione tecnologica in chiave digitale, puntando sui siti e sui social media del gruppo petrolifero. Il magazine Eniday si rivolge al pubblico italiano e a quello dei Paesi in cui la società opera.

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di Celia GuimaraesMilano
Gli autori sono giornalisti, fotografi, videomakers, esperti di infografica e big data. Sono anche esperti di tecnologie applicate al mondo dell’energia e dello sviluppo sostenibile. Con un nuovo magazine online, Eniday, Eni ha voluto ampliare la sua offerta informativa puntando decisamente sui social. La piattaforma digitale (in inglese e italiano) è stata presentata alla Triennale di Milano.

Il battesimo di Eniday si è tenuto con un dibattito, dal titolo "La comunicazione è una bella storia", moderato da Marco Bardazzi, direttore comunicazione esterna Eni, insieme a Gianni Riotta, giornalista e scrittore, David Bowen, fondatore e senior consultant di Bowen Craggs & Co. e Shane Snow, giornalista, autore e fondatore di Contently, startup americana con cui l'azienda petrolifera italiana ha firmato una partnership. I 'corporate website', argomento di cui ha parlato David Bowen, se ben gestiti sono utili "strumenti per un'azienda per parlare al mondo".


Le sei C 
L'obiettivo è creare contenuti di grande qualità e farli girare attraverso i social
network: "Si passa da una comunicazione broadcast - ha spiegato Bardazzi - a una comunicazione più condivisa. Si passa alle sei 'c'. Contenuti originali; condivisione; contaminazione tra le persone che hanno a che fare con questa narrativa; creatività; la comunità a cui rivolgersi; la conversazione con tutti coloro che hanno a che fare con la vita dell'azienda".





Il fondatore di Contently (che ha circa 45mila collaboratori), Shane Snow, ha parlato dell'importanza dello storytelling, che è essenzialmente emozionale: "Raccontare
delle belle storie fa cadere le barriere e ci avvicina alle persone" ha spiegato. L'interesse per le storie è molto aumentato, bisogna però fare attenzione che siano "sincere e credibili".
Contently è un’azienda di software fatta da creatori di contenuti che ha tra i propri clienti alcuni dei più grandi brand aziendali in tutto il mondo, una delle 100 società a più rapida crescita negli Usa e premiata per il giornalismo investigativo.

Sotto i riflettori   
Un punto, quest'ultimo condiviso dal giornalista Gianni Riotta, secondo cui la trasparenza è fondamentale: "Quello che è accaduto alla Volkswagen" per esempio, è anche dovuto al fatto che "non ha capito il punto principale della comunicazione del ventesimo secolo, e cioè che non eè possibile avere zone d'ombra. Non si può sperare mai di cavarsela per il rotto della cuffia. Perché siamo tutti sotto i riflettori, serve trasparenza".  E, a proposito di buona comunicazione, Riotta ha esordito ricordando la maratona di fan dei Foo Fighter a Cesena, che sono riusciti con una live performance ad attirare l'attenzione del gruppo:


Gli italiani? Sempre stati bravi
Nel primo numero di Eniday troviamo una storia a cui ha fatto cenno Marco Bardazzi durante il dibattito alla Triennale. “Come mai gli italiani sono stati così bravi a scoprire il giacimento di Zohr in Egitto?” La scoperta in questione è stata piena di colpi di scena, imprevisti, intuizioni, errori e abilità in cui l’elemento umano è stato decisivo quanto la tecnologia, racconta Marco Alfieri in #NessunDorma

L'algoritmo come una ecografia
Eni era presente ad un altro palcoscenico di Milano nello stesso giorno, quello della conferenza State of the Net, per parlare degli algoritmi che hanno portato alla scoperta di Zohr ed alla ridefinizione del potenziale del gruppo per gli anni a venire.


Lo ha fatto con Nicola Bienati, Senior Research & Development Project Leader della società, che in questa intervista a Rainews ci ha raccontato come gli algoritmi sono la strategia che consente di tagliare i tempi di ricerca e migliorare le ipotesi di lavoro prima della prospezione di nuovi giacimenti. La tecnologia conta molto, ha detto Bienati, ma il fattore umano resta fondamentale.