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SALUTE

40% dei pazienti non migliora con i farmaci

Epilessia: nuova cura con le radiazioni

E' stata sperimentata una nuova tecnica per curare l'epilessia, nel casi dove i farmaci non hanno effetto, usando un fascio di radiazioni per tagliare alcune fibre nervose all'interno del cervello, responsabili degli attacchi epilettici.

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Paziente in ospedale
Milano
Un fascio di radiazioni spesse poco più di mezzo millimetro per tagliare le fibre nervose che all'interno del cervello trasmettono le scariche elettriche, responsabili degli attacchi epilettici, e bloccare così il propagarsi della crisi: è quanto consente di fare la nuova terapia, non invasiva, basata sull'uso di acceleratori di particelle.
 
Rispetto alla terapia farmacologica, questo trattamento rappresenta una valida alternativa per i pazienti su cui i farmaci non hanno effetto, pari al 30-40% del totale, e rispetto alla chirurgia, ha il vantaggio di non essere invasivo e quindi privo di rischi di danni neurologici per il paziente.
 
Con questa tecnica si utilizzano fasci di radiazioni spessi 600 micron, prodotti dal sincrotrone, un particolare tipo di acceleratore di particelle, per creare, come se si trattasse di un vero e proprio bisturi, incisioni verticali che interrompono la propagazione degli impulsi elettrici che causano la crisi, bloccandola sul nascere.
 
"Questo trattamento riesce a modulare la risposta della corteccia cerebrale - spiega Pantaleo Romanelli, direttore scientifico del Cyberknife Centre del Centro diagnostico italiano di Milano - intervenendo sulla trasmissione degli impulsi nervosi. Ciò può avere applicazioni non solo sull'epilessia, ma anche su altri disordini neuropsichiatrici. Si tratta comunque di una sperimentazione di laboratorio e non ancora di una terapia disponibile nella pratica clinica".