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ECONOMIA

Crisi

Eurispes, un italiano su tre non arriva a fine mese

Le regioni più in difficoltà sono quelle del Mezzogiorno dove si manifesta la più alta concentrazione di chi non arriva a fine mese o è costretto ad intaccare i propri risparmi. A lanciare l'allarme povertà è l'Eurispes nel rapporto 2013

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Roma
Tre italiani su dieci non riescono ad arrivare alla fine del mese e risparmiare qualcosa è diventato "impossibile" per oltre il 74% della popolazione. E' il quadro che emerge dal Rapporto Italia dell'Eurispe su un indagine condotta tra dicenmbre e gennaio. Il 70,5 % degli intervistati ha dichiarato di aver visto peggiorare, nell’ultimo anno, la propria condizione economica mentre i giudizi di miglioramento della propria condizione economica sono passati dal 4,8% del 2013 al 2,8% del 2014. Aumenta, invece, la quota di quanti giudicano inalterata la propria condizione economica (19,9% nel 2013, contro il 24,2% attuale).

Sempre più difficile riuscire a pagare il mutuo
Sul versante delle difficoltà incontrate dagli intervistati nel pagamento delle rate del mutuo o nel saldo mensile dell'affitto per la casa, si registra nel primo caso un disagio che tocca il 29,1% e, nel secondo, il 26,8%. Il numero di quanti hanno preferito non indicare una risposta precisa tocca livelli elevati (rispettivamente il 21,5% e il 30%), tali da far ritenere più alta la quota di chi ha difficoltà a far fronte all'impegno mensile per saldare la rata del mutuo o l'affitto della propria casa.

Regioni del Mezzogiorno le più colpite
Le regioni più in difficoltà sono quelle del Mezzogiorno dove si manifesta la più alta concentrazione di chi non arriva a fine mese (41,9% per il Sud) o che è costretto ad intaccare i i propri risparmi (il 64% per il Sud e il 58,9% per le Isole).

Situazione più grave per disoccupati e inoccupati
Disoccupati o inoccupati, ovvero in cerca di nuova o prima occupazione si confermano le categorie maggiormente in difficoltà, incapaci di arrivare a fine mese rispettivamente nel 44% e nel 48% dei casi, oppure costretti a utilizzare i propri risparmi, nel 72% e nel 68% dei casi.

Diminuiscono le aspettative per il futuro
Rispetto alle prospettive future di risparmio, per il 65,2% + un'eventualità improbabile (36%) o impossibile (29,3%) nel prossimo anno.

Aumenta il ricorso ai prestiti
Accanto alla situazione di profonda crisi denunciata dalla larga parte dei cittadini, emerge un ulteriore indicatore del disagio: uno su quattro ha avuto necessità di ricorrere ad un prestito bancario nell'ultimo triennio. Le motivazioni più ricorrenti sono: il saldo di debiti precedentemente accumulati (31,1%) e il mutuo per la casa (28,4%); mentre sono attorno al 16% quelle determinate dal pagamento di spese per eventi particolari, come matrimoni, cresime, battesimi o dall'esigenza di saldare prestiti contratti con altre banche. Nell'11,2% dei casi si è trattato di un prestito tra i 50mila e i 100mila euro; la stessa percentuale ha riguardato i finanziamenti contratti per un importo di 100mila euro e oltre. Mentre prestiti minori, da 10.000 a 30.000 euro, sono stati contratti nel 20,9% dei casi. Il numero maggiore di prestiti erogati è invece quello che va da 1.000 a 10.000 euro (31%).

Diminuisce il potere di acquisto
Il 69,9% degli italiani ha constatato, nel corso dell'ultimo anno, una perdita del proprio potere di acquisto (24,1% "molto" e il 45,8% "abbastanza"). Il 25,1% ha riscontrato invece una riduzione minima della capacità di fare acquisti attraverso le proprie entrate. Solo il 4,5% non ha dovuto affatto affrontare questo problema.

Crescono i pagamenti a rate, anche per le cure mediche
Le difficoltà del Paese sono evidenziate anche dalla diffusione dei pagamenti rateizzati nel tempo a cui, negli ultimi dodici mesi, ha fatto ricorso il 29% degli intervistati per effettuare acquisti. Gli italiani utilizzano il pagamento rateizzato per beni considerati "durevoli": elettrodomestici (37%), automobili (36,4%), computer e telefonini (22,7%), arredamento (23,5%) e non per lussi o beni deperibili (alimentari, viaggi, vestiti). Il dato, giudicato "preoccupante", è che il 22,4% degli italiani ricorre alla rateizzazione per far fronte anche alle cure mediche.

Insicurezza del posto di lavoro, mancanza di progettualità
Se tutti gli indicatori evidenziano un aumento della disoccupazione, dando uno sguardo alle condizioni di chi invece lavora il quadro che emerge è tutt'altro che incoraggiante. Il 74,3% dei lavoratori italiani è stressato, il 14,2% è stato vittima di mobbing, il 75,6% non si sente sicuro del proprio posto, il 63,4% non può fare progetti per il futuro, il 36,3% si trasferirebbe all'estero per cercare opportunità lavorative.