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ECONOMIA

Bruxelles

Presidente Eurogruppo Dijssebloem sulle banche: "No ad aiuto pubblico, aumenta il debito"

Il presidente dell'Eurogruppo sulle sofferenze italiane: "La crisi dell'Italia non è particolarmente acuta e finché le autorità e gli istituti bancari si parlano costruttivamente, trovare una soluzione all'interno del quadro europeo è ancora possibile"

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Jeroen Dijsselbloem (AP)
Eurogruppo ed Ecofin a Bruxelles in agenda oggi e domani formalmente hanno le conseguenze della Brexit, e la situazione nella zona dell'euro, con particolare attenzione sui conti pubblici di Irlanda, Spagna e Portogallo. Ma c'è sotto sotto il tema delle banche e del bail-in, che dovrebbe - dicono in tanti - essere affrontato.

Presidente Eurogruppo: "Banche, no ad aiuto pubblico aumenta il debito"
"Ci saranno sempre banche che chiedono di mettere denaro pubblico per ricapitalizzare, ma noi ci opporremo fortemente perché è una misura che colpisce i contribuenti e aumenta il debito in paesi già altamente indebitati". Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijssebloem.

Dijsselbloem ha parlato anche a proposito delle sofferenze italiane: "Non è una questione nuova, non è acuta e questo ci permette di avere del tempo per risolvere il problema". La crisi dell'Italia non è particolarmente acuta  - ha aggiunto - finché le autorità italiane e le autorità bancarie si parlano costruttivamente trovare una soluzione all'interno del quadro europeo è ancora possibile". 

Dijsselbloem ha aggiunto che "le regole bancarie sono chiare e sono anche precise nel senso che quando c'è un 'bail-in' c'è un ordine per chi ne sopporta l'onere: le soluzioni possono essere trovate in quel quadro, ogni intervento deve essere fatto all'interno delle regole". Richiesto di esprimere la sua opinione sul negoziato in corso tra Bruxelles e Roma, il presidente Eurogruppo ha detto di non sapere se è possibile una soluzione di mercato al problema aperto nel sistema bancario italiano: "Non lo so, non ho informazioni dall'interno sui dettagli, se ne stanno occupando le autorità italiane e bancarie: è comunque molto importante rispettare ciò che abbiamo concordato, le soluzioni vanno trovate all'interno del quadro delle regole, se apriamo un problema su questo. Ce ne sono giu' troppe di questioni di tale natura aperte.."

Quanto all'idea che circola alla Deutsche Bank sulla costituzione di un fondo di salvataggio di 150 miliardi per mettere in sicurezza le banche europee che si trovano in difficoltà, Dijsselbloem ribatte: "Ci sono sempre banchieri che dicono: abbiamo bisogno di denaro pubblico, resisto con molta forza a questo perché altrimenti caricheremmo di nuovo tutto sui contribuenti, aumenterebbe il debito sovrano. I problemi delle banche vanno risolti nelle banche e dalle banche".

Padoan: "I risparmiatori saranno tutelati dal governo"
Anche per il ministro delle Finanze italiano Pier Carlo Padoan arrivato a Bruxelles chiarisce in una dichiarazione ai giornalisti che "il tema delle banche europee e delle banche italiane non è all'ordine del giorno di Eurogruppo e di Ecofin". Gli strumenti necessari a sostenere le banche italiane "sono di tipo precauzionale. Abbiamo introdotto uno strumento per la liquidità, vedremo altri strumenti di tipo precauzionale", ha aggiunto Padoan. "I risparmiatori saranno salvaguardati dal governo italiano. I contatti con le autorità europee continuano positivamente, come è sempre stato in tutto questo periodo". Quanto all'ipotesi di creare un fondo europeo dedicato alle banche fatta dal capo economista della Deutsche Bank David Folkerts-Landau, Padoan replica: "Non so di cosa si parli".




Banche: Schäuble, non speculare su situazione italia
"Non bisogna speculare (su quello che sarà deciso, ndr) prima del risultato dello stress test dell'autorità bancaria europea che sarà reso noto il 29 luglio, sappiamo quali sono le regole per gestire le difficoltà delle banche e questa è la cosa più importante": lo ha detto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble entrando all'eurogruppo e rispondendo a una domanda sul caso italiano.

Renzi: "Non esiste un caso Italia, singole banche hanno problemi specifici"
Il presidente del Consiglio Renzi, a Varsavia a margine del vertice Nato, aveva detto che "non esiste un 'caso Italia' ma singole banche che hanno alcuni problemi specifici. E il governo lavora per stendere una rete di protezione preventiva, da attivare iun caso di necessità, con 'il pieno supporto' dei partner europei".

Chiaro il riferimento del presidente del Consiglio al caso del Monte dei Paschi di Siena, che ha subìto negli ultimi tempi più di un tracollo in borsa e che ora sta cercando di proporre alla Bce e al mercato una soluzione convincente al suo problema numero uno, quello dei crediti in sofferenza. Una partita che il Monte vorrebbe giocare il più possibile in autonomia, anche se appare quasi certo un intervento della mano pubblica qualora dovesse diventare inevitabile procedere a un nuovo aumento di capitale.

Anche se di qui al 29 luglio si riuscisse a presentare uno schema ufficiale di gestione degli Npl (non performing loans, prestiti non performanti) anche utiizzando il fondo Atlante (la vigilanza chiede di smaltirne in 3 anni 10,4 miliardi) resta comunque la spada di Damocle dei risultati degli stress test Eba che la banca potrebbe non superare. Anche certo arrivare a qull'appuntamento con il piano sui crediti inesigibili già messo a punto renderebbe meno traumatico questo passaggio e consentirebbe di affrontare il mercato in migliori condizioni.