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TECH

Blackout e 'gole profonde'

Facebook, il giorno più buio: perdite miliardarie e reputazione in bilico

Danni economici e di immagine per la 'galassia Zuckerberg' dopo e rivelazioni choc dell'ex manager Haugen e l'interruzione mondiale di tutti i servizi per quasi sei ore 

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E' stato un lunedì nero per Facebook, dopo le accuse della ex manager, il crollo delle piattaforme social, in blackout totale per oltre 5 ore: a pagare il conto  è anche il Nasdaq. 
 
A Wall Street hanno chiuso in forte calo i titoli tech (-2,36%), a partire da Facebook e dagli altri social network, nella giornata più buia per Mark Zuckerberg e la sua galassia: a pesare sull'andamento del titolo e sulla reputazione della piattaforma social, sin dalle prime ore del giorno, sono state le parole di Frances Haugen, ex manager che ha consegnato migliaia di pagine di documenti al Congresso e al Wall Street Journal - da cui il quotidiano ha tratto i suoi recenti reportage - e che, in televisione, ha accusato Facebook di pensare prima ai profitti invece che alla sicurezza delle persone e di aver "tradito" la democrazia, permettendo la diffusione di informazioni false per privilegiare, appunto, i guadagni.

Poi, prima delle 12 di Washington (ovvero prima delle 18 in Italia), tutti i servizi social di Facebook, quindi anche WhatsApp e Instagram, sono andati in tilt. Il titolo di Facebook, sceso fino a 322,70 dollari, ha chiuso in calo del 4,89% a 326,72 dollari. Una perdita secca stimata in 6 miliardi di dollari.

Quanti soldi avrebbe perso la 'galassia Facebook', oltre alla volatilità della Borsa? Un calcolo approssimativo è stato fatto da Punto Informatico: basandosi sulle entrate del terzo trimeste fiscale, per  29 miliardi di dollari, ogni ora di lavoro vale approssimativamente 13,4 milioni di dollari, per un ammontare ipotetico di 80 milioni di dollari. Non molti, mentre Bloomberg stima che la perdita economica a livello mondiale sia stata di 160 milioni di dollari per ogni ora di interruzione. Ma non sarebbe questo il danno più rilevante. 

"L'interruzione di servizio di Facebook fa pensare a quante delle nostre attività sono centralizzate sui sistemi di una singola società, ora urge che aziende e cittadini abbiano sistemi alternativi, ecco perché è in auge il discorso sul cloud nazionale", è la riflessione di Stefano Zanero, professore associato di computer security del Politecnico di Milano. "Per quello che sappiamo al momento dal punto di vista tecnico - spiega l'esperto - un cambiamento all'interno delle infrastrutture di Facebook che collegano tutti i sistemi, ha creato problemi di comunicazione con un effetto a cascata,isolando i sistemi di Facebook da Internet".  Zanero aggiunge che non ci può essere stato un danno ai dati né un rischio di attacco hacker perché di fatto "Facebook non era raggiungibile, era sparito da Internet". 

Se la Rete "una volta era una infrastruttura più distribuita, ora le grandi aziende come Facebook o come Amazon gestiscono un'alta percentuale di tutte le cose che ci sono su Internet. Proviamo a immaginare come esperimento mentale se fosse assente anche Google e tutte le infrastrutture legate al servizio Android".