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Coronavirus

Montecitorio

Fase 2, al via l'informativa di Conte in Parlamento

Il premier parla alla Camera senza mascherina, l'opposizione protesta. "Non si può tornare subito alla normalità, il governo ha sempre ascoltato la comunità scientifica e non ha mai improvvisato", dice il presidente del Consiglio. GUARDA LA DIRETTA

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E' iniziata nell'Aula della Camera l'informativa urgente del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulla Fase 2 dell'emergenza coronavirus e la ripresa delle attività economiche. Il premier parla senza mascherina, l'opposizione protesta e fa slittare di qualche minuto l'inizio dell'informativa. Conte parlerà anche in Senato, alle 12.30.

Impossibile tornare subito alla normalità
"Non si può tornare subito alla normalità precedente, il governo ha sempre ascoltato la comunità scientifica e non ha mai improvvisato", dice il presidente del Consiglio.

Minoranza: "Stop Dpcm"
Con la 'Fase 2' il governo ripristini "tutte le libertà costituzionali garantite", "nel rispetto delle misure di sicurezza e delle norme sul distanziamento sociale" e ristabilisca "lo stato di diritto al fine di correggere tutte le storture normative emerse", "in modo da riavviare la normale dialettica con il Parlamento" assegnando "a norme di rango primario eventuali interventi limitativi della libertà". Lo chiede una mozione unitaria della minoranza firmata dai capigruppo di Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega e Noi con l'Italia. 

"L'emergenza sanitaria determinata dall'arrivo in Italia dell'epidemia da Covid-19 - scrivono Lollobrigida, Lupi, Gelmini e Molinari nella mozione - rischia di stravolgere tutto l'impianto costituzionale del nostro paese nell'importantissima parte riguardante proprio i diritti e le libertà fondamentali costituzionalmente garantiti".

"Clausola supremazia Stato nei confronti delle regioni? Stravolge assetto costituzionale"
I capigruppi fanno osservare l'incidenza dei "numerosi provvedimenti sostanzialmente amministrativi" su quanto garantito dalla Costituzione per la "libertà di circolazione (art. 16 Cost.), di riunione (art.17), di associazione (art. 18), di esercizio dei culti religiosi (art.19), di insegnamento e di istruzione (art. 33 e 34), otre che della libertà di iniziativa economica (art. 41, primo comma). "Sempre in nome dell'emergenza - denunciano - si ipotizza, ora, anche di modificare la Costituzione per inserire una clausola di supremazia dello Stato nei confronti delle regioni a tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica ovvero della tutela nell'interesse nazionale, stravolgendo così anche l'assetto costituzionale previsto dal titolo V".  

"Continua emanazione di Dpcm ha creato una violazione delle fonti del diritto" 
La minoranza, inoltre, lamenta il ricorso ai Dpcm per regolamentare l'emergenza: "E' innegabile - scrivono Fi, Fdi, Lega e Noi con l'Italia - che la continua emanazione di Dpcm con effetti sui diritti costituzionalmente garantiti, limitando o addirittura sopprimendo, le principali libertà tutelate dalla nostra carta costituzionale, ha creato una violazione delle fonti del diritto trattandosi di una fonte normativa secondaria di natura regolamentare". 

"La Costituzione non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali"
Citando l'allarme del Presidente della Consulta, contenuto nella relazione sull'attività della Corte, la minoranza ricorda che "la Costituzione non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali" e che quindi "superata la prima fase di emergenza eventuali ulteriori restrizioni vanno decise, pertanto, solo ed esclusivamente dal Parlamento". "Peraltro tutta questa produzione normativa di rango secondario, che non passa per il controllo parlamentare, è scritta anche in maniera discutibile dal punto di vista giuridico, porterà inevitabilmente", a "una lunga fase di contenzioso civile e penale con riguardo a tutte le denunce penali e alle sanzioni amministrative pecuniarie che sono state irrogate durante la fase dei controlli".