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Federfarma: nuova carenza mascherine in farmacia
"Le mascherine cosiddette 'di Stato' - spiega il presidente di Federfarma Marco Cossolo - al momento non sono ancora state immesse nel ciclo distributivo e quindi non sono arrivate ancora presso i nostri depositi. E' abbastanza comprensibile che ci voglia un po' di tempo a coprire un centinaio di distributori in Italia".
In Italia cominciano di nuovo a scarseggiare le mascherine chirurgiche nelle farmacie, nonostante l'accordo siglato tra associazioni di categoria e il Commissario all'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. Un problema di cui Federfarma, l'associazione dei titolari che rappresenta 18mila esercizi, ha contezza e sulla quale sta "raccogliendo dati certi" per "avviare eventualmente un'interlocuzione con il Commissario Arcuri", spiega all'Adnkronos Salute il presidente di Federfarma Marco Cossolo, illustrando quali sono i motivi alla base della carenza.
"Le mascherine cosiddette 'di Stato', cioè quelle, per la maggior parte importate, messe a disposizione dal Commissario Arcuri - vendute ai distributori intermedi a 0,38, alle farmacie a 0,40 e al pubblico a 0,50, il tutto +Iva - al momento non sono ancora state immesse nel ciclo distributivo - spiega Cossolo - e quindi non sono arrivate ancora presso i nostri depositi. E' abbastanza comprensibile che ci voglia un po' di tempo a coprire un centinaio di distributori in Italia".
"Altro problema - dettaglia il leader di Federfarma - riguarda le mascherine cosiddette 'assimilabili', per le quali è stata inviata l'autocertificazione con la richiesta di conformità all'Istituto Superiore di Sanità, che però non ce la fa a evadere le pratiche. Ecco perché queste mascherine che sarebbero disponibili non sono sul mercato".
Quanto poi al rispetto dell'accordo sul prezzo massimo fissato dagli accordi siglati tra farmacisti, distributori e il commissario all'emergenza Arcuri, il leader di Federfarma assicura che "sia i distributori intermedi che le farmacie associate lo stanno rispettando. E se qualcuno dovesse non farlo - afferma Cossolo - ribadisco che va denunciato e come Federfarma siamo i primi a costituirci parte civile. Ad oggi non mi risultano casi del genere".
"Le mascherine cosiddette 'di Stato', cioè quelle, per la maggior parte importate, messe a disposizione dal Commissario Arcuri - vendute ai distributori intermedi a 0,38, alle farmacie a 0,40 e al pubblico a 0,50, il tutto +Iva - al momento non sono ancora state immesse nel ciclo distributivo - spiega Cossolo - e quindi non sono arrivate ancora presso i nostri depositi. E' abbastanza comprensibile che ci voglia un po' di tempo a coprire un centinaio di distributori in Italia".
"Altro problema - dettaglia il leader di Federfarma - riguarda le mascherine cosiddette 'assimilabili', per le quali è stata inviata l'autocertificazione con la richiesta di conformità all'Istituto Superiore di Sanità, che però non ce la fa a evadere le pratiche. Ecco perché queste mascherine che sarebbero disponibili non sono sul mercato".
Quanto poi al rispetto dell'accordo sul prezzo massimo fissato dagli accordi siglati tra farmacisti, distributori e il commissario all'emergenza Arcuri, il leader di Federfarma assicura che "sia i distributori intermedi che le farmacie associate lo stanno rispettando. E se qualcuno dovesse non farlo - afferma Cossolo - ribadisco che va denunciato e come Federfarma siamo i primi a costituirci parte civile. Ad oggi non mi risultano casi del genere".