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ITALIA

Ferrara

Gli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi tornano in servizio

I quattro poliziotti, dopo aver scontato la pena e i mesi di sospensione, torneranno tra breve al lavoro. La madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti, intervistata per Rainews.it da Carlotta Macerollo, sottolinea amaramente che "la radiazione è prevista anche per il disonore alla divisa"

 

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di Carlotta MacerolloFerrara
I poliziotti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, dopo aver scontato i sei mesi di detenzione e il periodo di sospensione, potranno tornare a fare il loro mestiere nonostante la condanna. 

La madre: "Vorrei che la polizia cambiasse"
Per quanto riguarda il ritorno al lavoro dei quattro poliziotti "nessuno ci ha chiamati in questi ultimi sei mesi. Non so di preciso quando dovrebbero tornare in servizio, tra fine gennaio e inizio febbraio", ha spiegato la madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti, aggiungendo: "Con i nostri avvocati avevamo fatto una richiesta di accesso agli atti presso i vertici della polizia per vedere i loro provvedimenti disciplinari, ma ci è stata negata". "Vorrei che la polizia cambiasse e introducesse il reato di tortura".

La lettera del padre
Lino Aldrovandi, padre di Federico, ha scritto ai poliziotti che uccisero suo figlio una lettera dal titolo "La mancanza colposa dell'onore" in cui interroga soprattutto le istituzioni sull’opportunità di un loro ritorno al lavoro e ricorda i giudizi vergati dai magistrati sulla loro condotta.

La cronaca di quel 25 settembre 2005
La notte del 25 settembre 2005 Federico Aldrovandi, mentre sta tornando a casa dopo aver passato la serata con degli amici in un locale di Bologna, fa rientro a Ferrara. Federico si fa lasciare nei pressi di via Ippodromo, non lontano da casa. Ha assunto droghe. Alle 5.47 la sala operativa della Questura viene allertata da parte di alcuni residenti che riferiscono la presenza di un ragazzo che urla frasi sconnesse e tira calci qua e là. Sul posto giunge una volante della polizia con a bordo due poliziotti i quali, non riuscendo a calmare il giovane, chiamano prima un'altra volante e poi una pattuglia dei carabinieri. Alle 6.04 viene chiamata anche un’ambulanza del 118. Tra il ragazzo e le forze dell’ordine c’è una colluttazione, al termine della quale i poliziotti hanno la meglio: riescono a immobilizzare Federico in posizione prona e gli mettono le manette ai polsi. Federico a questo punto è fermo, sembra svenuto. Quando arriva l’ambulanza Federico è morto. Numerosi i tentativi di rianimazione cardiopolmonare, ma per il giovane non c'è più niente da fare: morte per "arresto cardio-respiratorio e trauma cranico-facciale".