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POLITICA

Si apre la 3 giorni di festa del Movimento

Festa M5S, Grillo show. "Renzi un leader senza base. Il Jobs Act licenzia"

Il comico genovese parte all'attacco contro il presidente del Consiglio e "si pente" per l'incontro di febbraio. Guardando al Pd dice: "Abbiamo più iscritti noi"

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Roma
Parte con un mea culpa il discorso di Beppe Grillo al Circo Massimo di Roma. Il comico genovese parla agli attivisti M5S in una piazza che non si può definire gremita e chiede scusa per l’incontro di febbraio con il presidente del Consiglio: "Ho sbagliato, quando ho visto Renzi la prima volta, che sono andato a vederlo perché mi avete obbligato con un sondaggio in rete... sono andato là e ho agito male, ho agito d'istinto, ho visto uno che contava balle e gli ho detto non ci possiamo fidare di te. Oggi lo prenderei per la testa e gli direi 'fai presto a distruggere il paese'".

In una nota prima di salire sul palco aveva minimizzato su un suo leggero malessere. "Sto bene, anzi benissimo, carico come un carillon che suonerà la sua musica migliore al Circo Massimo!". Ed infatti è stato subito show. Liquidati con qualche battuta i dissapori interni al Movimento, parte l'attacco. "Renzi è un leader senza la base, ha perso 400mila iscritti in un anno. Abbiamo più iscritti noi. Renzi è un leader senza base, noi siamo una base senza leader".

Ce l’ha con il modo in cui il Governo affronta il problema del lavoro: "Il Jobs act, lo hanno fatto i tedeschi e non ha funzionato. Cosa vuol dire prendere uno che ha un lavoro normale, licenziarlo e prendere tre precari che fanno il suo lavoro in tre per abbassare gli stipendi". Ricorda: "L'articolo 18 è un pensiero per il quale i nostri padri hanno combattuto. L'acqua pubblica, l'istruzione pubblica, la sanità pubblica ci sono perché per centinaia di anni hanno lottato delle persone".

Poi guarda alle istituzioni: "Ho dovuto prendere la scorta dentro il Parlamento, che è un'istituzione che non esiste più, è fatta per i partiti. Noi dobbiamo starci poco dentro".  E conclude: "Non è più il tempo di dire o noi o loro. Noi siamo l'ultimo baluardo di democrazia di questo Paese. E dunque, o noi... o noi". 

Per Beppe Grillo meglio Berlusconi di Renzi.  “Difende le sue aziende in crisi, dice il comico, ma preferisco uno che combatte per le sue aziende, un nemico dichiarato, pure se è quello che è", piuttosto che i finti amici della sinistra che per venti anni hanno fatto i fatti loro.

Torna sulla polemica per la mancata concessione ai due boss di assistere alla testimonianza di Napolitano. "Hanno impedito a Bagarella e a Riina di assistere alla deposizione di Napolitano: era troppo per loro sopportare Napolitano dopo aver sopportato anche il 41 bis".
 
Poi un pensiero alla sua città. "Vorrei fare da qui un saluto a Genova. Io vengo da lì e voglio salutare l'infermiere di Marassi morto sempre per la stessa intollerabile cosa...Si spendono soldi per inutili lavori e poi si muore così".