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ECONOMIA

Delhi accetta di risolvere la questione con un arbitrato

Finmeccanica: India congela l'acquisto di 12 elicotteri

Per la società italiana l'addio ad una commessa da 560 milioni di euro significa anche una riduzione di posti lavoro

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Elicottero Agusta (repertorio)
New Delhi
La notizia circolava da novembre, l'ufficialità è arrivata il primo dell'anno. L'India ha annullato il contratto per l'acquisto di 12 elicotteri da Agusta Westland, dopo lo scandalo su presunte tangenti per ottenere la commessa ma ha accettato di risolvere la questione con un arbitrato internazionale, come richiesto dalla controparte. Per l'azienda italiana controllata da Finmeccanica, il cui maggiore azionista è il Tesoro, ciò significa dire addio ad un contratto da 560 milioni di euro. 

India: interruzione immediata
"Il governo dell'India - si legge nel testo integrale del comunicato del ministero della Difesa indiano - ha cancellato con effetto immediato l'accordo firmato con Agusta Westland International (Awii) l'8 febbraio 2010 per la fornitura di 12 elicotteri
VVIP/VIP con la motivazione della trasgressione del Patto precontrattuale di integrità (Pcip) e dell'Accordo stesso con Awil". Il ministro della Difesa A.K. Antony era stato chiaro in proposito: aveva detto di non credere alla versione di Finmeccanica che affermava di non aver mai pagato mazzette per la commessa. L'azienda ha sempre sostenuto di aver agito in modo corretto. 

Agusta: lo stop del contratto da discutere con l'arbitrato
Agusta Westland "accoglie con favore la decisione del governo indiano di nominare un aebitro - ha scritto in una nota - e conferma di aver ricevuto la notizia dell'interruzione del contratto" per la fornitura dei 12 elicotteri. La società però non ritiene che la notifica del ministero degli Esteri indiano sia "motivo sufficiente per procedere contro Agusta Westland" e che quindi la notifica dell'interruzione del contratto debba "essere discussa nell'ambito di un solido ed equo processo di arbitrato". 

Nuovo piano, a rischio posti di lavoro in Agusta
Per affrontare le conseguenze del congelamento della commessa di 560 milioni, Agusta ha fatto sapere avere messo a punto un piano di mitigazione dei rischi: "Questo piano - spiega una nota del gruppo Finmeccanica - include una riduzione della forza lavoro per ridefinire il modello di business dell'azienda"

L'inchiesta per presunte tangenti
L'India aveva già sospeso il contratto nel 2013, dopo che in Italia era stata aperta un'inchiesta. L'indagine aveva portato alle dimissioni del numero uno del gruppo Giuseppe Orsi, arrestato con le accuse di corruzione internazionale, concussione e peculato per le presunte mazzette versate per la vendita dei 12 elicotteri Aw 101. Nella vicenda è coinvolto anche l'ex capo dell'aviazione indiana, S.P. Tyagi sul cui ruolo sta indagando la giustizia di New Delhi. 

Sì all'arbitrato internazionale: si può riaprire il dossier
Dopo la sospesione del contratto, Agusta Westland aveva chiesto di ricorrere ad un arbitrato internazionale. E, anche su questo, la risposta di New Delhi è arrivata il primo giorno dell'anno. Come l'azienda italiana, anche l'India ha deciso di nominare il suo arbitro di parte, accettando così la richiesta di Finmeccanica. Una mossa che può far riaprire il dossier sul caso. Ora si deve nominare congiuntamente il terzo arbitro. 

Le conseguenze dell'annullamento del contratto
L'India ad oggi ha ricevuto tre dei 12 elicotteri previsti - sui quali Agusta continuerà ad effettuare manutenzione - e bloccato l'acquisto degli altri nove, a seguito dell'inchiesta sulle presunte mazzette. Ora, con l'annullamento del contratto, secondo alcuni analisti, potrebbero tornare in gara le aziende rimaste escluse: Sikorsky Aircraft, Eurocopter e Lockheed Martin. 

Le reazioni politiche
"Se invece di andare in giro a spender soldi e a far campagna elettorale pro domo sua sarebbe stato meglio - ha commentato Gianfranco Librandi di Scelta Civica - si fosse
occupato da vicino di questa vicenda che riguarda l'India e l'annullamento della commessa di elicotteri alla Augusta Westland per un danno di 560milioni di euro alle impresa Finmeccanica. Si tratta di un danno economico e di immagine. Ci faccia lui un regalo vero: si dimetta". Secondo Daniela Santanchè il caso Finmeccanica fa capire che "riformare la giustizia è diventato un'emergenza nazionale".